Riflessioni – La divinità del Signore Gesù Cristo – La Trinità.

La Trinità

Prima parte

La divinità del Signore Gesù Cristo.

Fede - La divinità del Signore Gesù Cristo - La Trinità.
La divinità del Signore Gesù Cristo – La Trinità.

*Articolo tratto dal contenuto di miei vecchi scritti (ovvero di oltre vent’anni fa) qui, semplicemente, ricopiato nella parte di interesse.

N.B. I passi biblici riportati nel seguente studio (nel caso non sia indicato diversamente) sono presi dalla traduzione biblica Nuova Riveduta (società biblica di Ginevra). La parola con carattere maiuscoletto: ‘SIGNORE’, nella traduzione biblica Nuova Riveduta, viene usata per indicare il termine ebraico: ‘Yahweh’ (nome di Dio); la parola con carattere normale: ‘Signore’ è, invece, la traduzione letterale del termine ebraico: ‘Adhonai’. Laddove ricorre ‘Adhonai Yahweh’ è riportato (sempre nella versione Nuova Riveduta) con l’espressione ‘il Signore, DIO’ (per evitare la ripetizione).

Gesù profetizzato come Dio e Signore nell’Antico Testamento.

Isaia 9:5-6: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…” (il bambino (Gesù Cristo) che sarebbe nato sarebbe stato chiamato Dio Potente, Padre Eterno).

Isaia 48:12-13; Ap. 1:17-18; Ap. 22:12-13: Io sono il primo e l’ultimo, l’alfa e l’omega (parole usate sia riguardo alla Persona di Dio sia riguardo alla Persona di Gesù Cristo).

Isaia 7:14-16: “Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele” ; Matt. 1:22-23: “Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: <La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele>, che tradotto vuol dire: <Dio con noi>”.

Salmo110:1-2: il SIGNORE ha detto al mio Signore:<Siedi alla mia destra..>..”; Matt. 22:41-46.

Salmo 45 (in particolare i versi 6-7): “..Perciò Dio, il tuo Dio ti ha unto d’olio di letizia..”; (leggere anche Ebrei 1:7-14 [v. 8-9], dove si fa anche una chiara distinzione tra gli angeli e Gesù. Gli angeli sono spiriti al servizio di Dio, in favore di quelli che devono ereditare la terra).

Salmo 72 (leggere con attenzione dal v. 9 al v. 20); Salmo 2.

Michea 5:1: “Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni (da Betlemme uscirà Colui [Gesù] le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni).

Geremia 23:5-6: “<Ecco, i giorni vengono>, dice il SIGNORE, <in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE – nostra – giustizia>” (il germoglio giusto [Gesù] sarà chiamato: “SIGNORE [Yahweh] – nostra – giustizia”).

Zaccaria 11:4-13 (leggere soprattutto i versi 11, 12, e 13 dove il Signore profeticamente viene valutato 30 sicli d’argento proprio come Gesù in Matt. 27:9-10).

Zaccaria 12:10; Giov. 19:37; Ap. 1:7 (i popoli guarderanno al Signore, a Colui che è stato ‘trafitto’).

Gesù dichiarato come Dio e Signore nel Nuovo Testamento.

Giov. 1:1-18: “la Parola era con Dio e la Parola era Dio.

Giov. 1:23; Isaia 40:3: “..raddrizzate la via del Signore”; “..appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio”.

Matt. 28:16-17; Luca 24:50-53; Matt 28:9 (adorazione a Gesù).

Luca 24:33-34; Atti 7:59-60; 1 Corinzi 8:5-6; Luca 7:13 (titolo di Signore dato a Gesù).

Giov. 5:18; Giov. 10:29-30; Giov. 10:38; Giov 14:7-11; Giov 14:20; Giov. 14:22-23; Giov. 17:11; Giov. 17:20-26 (Gesù e il Padre sono una sola cosa, sono uniti nella stessa essenza divina).

Ap. 17:14; Ap:19:16; Giuda v.4; 1 Corinzi 8:5-6 (Gesù Signore e Padrone unico, Signore dei signori e Re dei re).

Ebrei 1-6 (tutti gli angeli adorano Gesù il Signore Dio).

Matt. 2:11 (i Magi adorano il bambino Gesù e si prostrano dinanzi a Lui).

Filippesi 2:6-11 (Gesù è uguale a Dio nell’essenza divina).

1 Giov. 5:20; Romani 9:5; Tito 2:13; 2 Pietro 1:1 (Gesù è Dio).

Ap. 1:5-6; Ap. 5:12-14 (Gloria, onore, adorazione a Colui che siede sul trono e all’Agnello, quindi, anche a Gesù).

Giov. 20:28-29: Tommaso gli rispose: <Signore mio e Dio mio!>”.

Luca 20:41-44; Marco 12:35-37; Matt. 22:41-46: “Il Signore ha detto al mio Signore”.

Giov. 5:23 (si deve onorare il Figlio come si onora il Padre, quindi si adora il Figlio come si adora anche il Padre).

Colossesi 1:15-17 (tutto è stato creato per mezzo e in vista di Gesù Dio; Egli è il primogenito di ogni creatura [v.15], in quanto è il Creatore ed è prima di ogni cosa [v.16-17]).

Giov. 5:18; Giov. 8:21-28 (Gesù si fa uguale a Dio).

Giov 6:44-46: “….È scritto nei profeti:< Saranno tutti istruiti da Dio>…” (quindi da Gesù Dio).

2 Pietro 3:18 (gloria al Signore e Salvatore Gesù, quindi adorazione a Lui).

Colossesi 2:9-10 (in Lui abita corporalmente la pienezza della Deità, in quanto Dio a tutti gli effetti).

Tito 2:13: “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù”.

Ebrei 1:2-14: Maestà, Gloria di Gesù, Colui che: “sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza” [v.3].

Matt. 28:19-20: “..battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…” (se Gesù non fosse Dio ci si potrebbe battezzare nel nome di una creatura? Il Figlio unigenito è Dio, uguale nella divinità al Padre e allo Spirito Santo).

Matt. 24:36: “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora però nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” (Si noti come Gesù si distingua dagli angeli, creature di Dio).

Giov. 3:16: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Si noti come nei riguardi di Gesù si usi il termine ‘unigenito’, in quanto generato e non creato, della stessa sostanza, essenza e natura del Padre. È un titolo che lo distingue in modo assoluto dagli angeli e da qualsiasi altra creatura. Chi crede nel Figlio unigenito ha vita eterna; Dio non vuole che si confidi in una creatura per essere salvati, per questo il Figlio Gesù non può essere altri che Dio, in quanto credendo e rivolgendosi a Lui ci si rivolge e si crede anche al Padre).

Come mai è scritto che tutti gli angeli devono adorare Gesù (Ebrei 1:6)?

Come mai in numerose occasioni Gesù permise di essere adorato (Luca 24:52; Matt.28:9; Matt.28:16-17)?

Mentre nessun angelo ha mai permesso ad un uomo di adorarlo (Ap. 19:9-10; Ap. 22:8-9)?

Tanto meno essi possono essere adorati dagli altri angeli, perché la Sacra Scrittura dichiara che essi sono tutti servitori del Dio Altissimo e Lui solo adorano (Ebrei 1:14; Ap. 5:13-14).

L’Angelo dell’Eterno dell’A.T. in realtà era Gesù Dio.

Il modo con il quale ‘l’Angelo dell’Eterno o del Signore’ viene descritto lo distingue dagli angeli comuni. Gli è attribuita la potenza di perdonare o di ritenere le trasgressioni, e il nome di Dio è in Lui (Esodo 23: 20-23).

Giacobbe, in Genesi 32:30, identifica l’Angelo dell’Eterno con Dio stesso (leggere anche Osea 12:3-5). Giacobbe lotta con l’Angelo del Signore, e lo chiama Dio.

Notare come a proposito della lotta di Giacobbe con l’Angelo dell’Eterno, in Osea 12:3-5, è scritto: “…e nel suo vigore lottò con Dio; lottò con l’Angelo e restò vincitore…”.

Risulta estremamente chiaro, nel passo, come Dio e l’Angelo dell’Eterno siano la stessa Persona: “lottò con Dio”; “lottò con l’Angelo.

In Giudici 6:11-24, Gedeone addirittura offre un’offerta, un’adorazione, all’Angelo del Signore, quindi, appunto a Dio, l’unico al quale le offerte erano e potevano essere fatte ed indirizzate.

In Giudici 13:21-23 Manoà: “...riconobbe che quello era l’Angelo del SIGNORE e disse a sua moglie: <Noi moriremo sicuramente, perché abbiamo visto Dio>”.

L’apparizione dell’Angelo dell’Eterno è una vera e propria apparizione di Dio.

L’Eterno stesso è invisibile e nessuno ha mai potuto scorgerlo: Giov. 1:18; Esodo 33:20.

Il Figlio unigenito è quello che lo manifesta non soltanto mediante la sua incarnazione nel N.T., ma anche nell’A.T., mediante le apparizioni come l’Angelo dell’Eterno. Così, si armonizzano i testi secondo i quali nessuno può vedere e ha mai visto il Dio Altissimo (il Dio Padre), e dall’altro si spiega come alcuni credenti dell’A.T. abbiano avuto un incontro con la Divinità, dichiarando di avere visto Dio. In realtà, nessuno ha mai visto il Padre, ma avendo visto l’Angelo del Signore (Gesù)potevano tranquillamente dichiarare di avere visto Dio.

L’Angelo dell’Eterno parla come se fosse l’Iddio stesso e la sua Persona è confusa con quella del Signore; come sarebbe possibile se Egli non fosse Gesù, cioè Dio? (Genesi 16:10; Genesi 18:1-14,16-33; Genesi 22:11-12,15-16; Genesi 31:11-13; Esodo 3:2-6; Giudici 2:1-4; Giudici 6:11-24; Giudici 13:13-23).

Dai citati passi dovrebbe risultare abbastanza chiara la Deità di Cristo Gesù, profetizzata nell’A.T., dimostrata anche come Angelo dell’Eterno e dichiarata e provata nel N.T..

Uno dei nomi ebraici di Dio è Elohim, nome che nell’A.T. compare 2312 volte.

Genesi 1:1 “Dio creò”: “Elohim creò” (l’ebraico Elohim tradotto vuol dire: I Dii); quindi il passo dice: “I Dii creò”.

Questo nome ‘Elohim’ è una parola con terminazione al plurale, che alcune volte indica anche gli dèi delle nazioni pagane, ma, in altri contesti, indica il Dio unico d’Israele. Quando indica l’Iddio d’Israele, il nome ‘Elohim’ lo abbiamo con degli epiteti e verbi sempre al singolare. Ad esempio, Genesi 1:1 fa: “Elohim bàrà” che tradotto è: “I Dii creò”.

Oltre a questo indizio molti passi nell’A.T. ci portano a considerare un concetto di molteplicità e pluralità all’interno dell’unica Divinità, fino a scorgere nel N.T. che Dio si manifesta in tre Persone: Matt. 28:19-20.

C’è un solo Dio, uno per sostanza, per natura e per essenza, in tre Persone distinte.

Pluralità nel Dio Unico e Vero, descritto nell’A.T..

(Genesi 1:26-27; Genesi 3:22-23; Genesi 11:6-8; Genesi 19:24; Isaia 6:8-9; Zaccaria 13:7).

Genesi 1:26-27 fa: “Poi Dio disse: <Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza..>…Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio…”.

D’altro canto a chi sono rivolti il verbo ‘facciamo’ e i termini ‘nostra immagine’, ‘nostra somiglianza’? Forse agli angeli? Certamente no! Gli angeli sono creature e in quanto tali non possono creare niente dal nulla.

Più avanti vediamo che l’opera della creazione, prima designata con il verbo al plurale ‘facciamo’, subito dopo è designata con il verbo al singolare “Dio creò”, “lo creò a immagine di Dio”; notare pure come l’espressione: “a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza” è sostituita dall’espressione: “Dio creò l’uomo a sua immagine”, quasi come se il passo volesse dire o svelare, ma non del tutto, che Dio è plurimo, ma lo è in una forma così inconcepibile e soprannaturale che l’opera sua può essere descritta con l’aggettivo possessivo e il verbo al plurale: ‘nostra immagine’, ‘nostra somiglianza’, ‘facciamo l’uomo’, oppure: “Dio creò l’uomo”, ‘sua immagine’, con l’aggettivo possessivo e il verbo al singolare. Pur essendo plurimo vi è un’unione divina, tale da permettere entrambi i modi di espressione, come nel caso del racconto della creazione.

Da notare, in Giov.1:1-3, come all’opera della creazione partecipò anche Gesù, senza dimenticare lo Spirito di Dio (Spirito Santo) che aleggiava sulle acque (Genesi 1:2; Giobbe 33:4) e che partecipò completamente all’opera della creazione. È chiaramente detto, in molti passi, che, per mezzo di Gesù, la creazione fu iniziata e portata a termine. Ora sappiamo a chi erano rivolti il verbo ‘facciamo’ e i termini ‘nostra immagine’ e ‘nostra somiglianza’, ovvero a Gesù e allo Spirito Santo, da parte del Padre.

Sin dalla prima pagina della Bibbia, viene rivelata, come anzidetto, la pluralità nell’unico vero Dio. Genesi 3:22-23: “Poi Dio il SIGNORE disse: <Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre>”; notare i termini ‘come uno di noi’ e il verbo ‘guardiamo’.

In Genesi 11:6-8 si legge “Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l’uno non capisca la lingua dell’altro!> Così il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città”. Notare i verbi ‘scendiamo’ e ‘confondiamo’, confrontandoli con i seguenti termini di questo verso: “il SIGNORE li disperse di là su tutta la faccia della terra”; il Signore quando diceva ‘confondiamo’ e ‘scendiamo’, parlava a se stesso, nella sua pluralità di Persone, infatti, per esprimere la sua opera, poi, nello stesso passo, viene usato il verbo al singolare “li disperse di là su…”.

Come detto prima, in questi passi della Genesi, va intravista la molteplicità e la pluralità nell’unico Dio; nel caso di Genesi 1:26-27 è ancora più chiaro, Dio non poteva con il verbo ‘facciamo’ rivolgersi agli angeli, perché questi, essendo creature da Dio stesso create, non hanno alcun potere di creare niente dal nulla e non possono quindi aver partecipato all’opera divina della creazione.

Notare pure i termini “a nostra immagine”, “conforme alla nostra somiglianza”, questi non possono assolutamente, in alcun modo, essere termini di riferimento agli angeli, perché è scritto che solo l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, quindi è altresì chiaro che Dio parlava nel seno della sua pluralità e non agli angeli.

Leggere anche Genesi 19:24: “Allora il SIGNORE (Yahweh) fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte del SIGNORE (Yahweh)”. Altra indicazione della pluralità in Dio.

Leggere anche Isaia 6:8-9: “…<Chi manderò e chi andrà per noi?>…”. Notare bene come il Signore usi, in un primo momento, il verbo al singolare ‘manderò’, e, poi, il pronome personale plurale ‘noi’.

Leggere anche Zaccaria 13:7: “<Insorgi, o spada, contro il mio pastore, contro l’uomo, che mi è compagno!> dice il SIGNORE degli eserciti. <Colpisci il pastore e siano disperse le pecore!…>”.

Come mai gli ebrei non credono alla pluralità di Dio, considerando il nome plurale Elohim (I Dii) usato nel A.T. per designare, molto spesso, il Signore? Perché essi credono tutt’ora che era un nome dato col significato unico di maestà; cioè, Colui che era sopra gli dèi poteva definirsi: Dio o I Dii, o I Dèi, ma risulta chiaro, invece, nelle Scritture dell’A.T. e del N.T., che il nome Elohim non era dovuto solo a questo. Se Gesù è solo un essere creato e non generato come Deità, come può spiegarsi la lode, il culto e l’adorazione tributatagli, secondo quanto è riportato nel N.T.?

I Testimoni di Geova, ad esempio, credono che Gesù sia l’Arcangelo Michele incarnatosi come uomo sulla terra. Ma gli angeli non possono essere adorati, eppure Gesù viene adorato, come può allora essere l’Arcangelo Michele?

Perché Gesù, se non è Dio, non corresse l’apostolo Tommaso, quando questi gli disse: “Signore mio e Dio mio!” (Giov 20:28)?

Perché il N.T. lo chiama chiaramente Dio (Ebrei 1:8-9; ecc.)?

Come spiegare che affermazioni dell’A.T., a proposito dell’Eterno, siano impiegate nel N.T. nei riguardi di Cristo? (Confrontare Gioele 2:32 con Romani 10:9-13; Ezechiele 34:11-12 con Luca 19:10; Isaia 42:5-7 con Giov. 8:12; Salmo 23:1 con Giov. 10:11; Isaia 8:13-14 con 1 Pietro 2:7-8; Isaia 40:3-4 con Matt. 3:3; ecc.).

I Testimoni di Geova credono che Gesù sia l’Arcangelo Michele incarnatosi, prendendo, in qualche modo, spunto dal passo di Daniele 12:1. Va subito detto che nulla in questo passo fa pensare minimamente che l’Arcangelo Michele sia Gesù; inoltre i Testimoni di Geova non comprendono che tale profezia va vista secondo quanto si dice in Ap. 12:7-9; a questo si riferisce la profezia di Daniele. L’Arcangelo Michele, il difensore del popolo d’Israele (Daniele 12:1; Ap. 12:7-9), sorgerà e combatterà una lotta spirituale e invisibile in cielo contro Satana e i suoi angeli, i quali perderanno e verranno buttati sulla terra. In quel periodo inizierà il tempo più disastroso che ci sia mai stato sulla terra, come dice anche Daniele 12:1: “…vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo…”. Ma è anche vero che, da lì a poco, il popolo di Dio sarà salvato, come viene detto sempre in Daniele 12:1: “…e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato…” (da correlare con Ap. 12:10-12).

Leggendo Ap. 12 per intero, si intende bene la differenza che c’è fra l’Arcangelo Michele e l’Agnello Gesù Cristo. È chiaro che i Testimoni di Geova sono in completo errore, negando la divinità di Gesù. Le loro tesi sono piene di contraddizioni, le loro dottrine, riguardo a Gesù, al Padre e allo Spirito Santo, hanno il sapore del pensiero umano e non di quello divino. Molte delle loro dottrine sono derivazioni di folli interpretazioni.

Essi dichiarano di mettere la Scrittura prima di ogni cosa, ma nella pratica non è assolutamente così. Anche nella traduzione dei testi originali antichi nella versione della loro Bibbia (chiamata il Nuovo Mondo) si sono voluti manipolare numerosissimi termini, per meglio far conciliare alcuni passi con le loro tesi. Questo è abominevole agli occhi di Dio.

Ritornando al discorso della Trinità, possiamo, infine, dire che in pratica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tre Persone divine, distinte nella personalità, ma Uno nella sostanza, essenza e natura e perfettamente unite nell’amore, nella santità e nella giustizia.

Gesù dice che chi vede Lui vede il Padre; queste parole concordano perfettamente con molti passi dell’A.T., nei quali si intende che vedendo l’Angelo dell’Eterno si vedeva Dio.

Se Gesù fosse l’Arcangelo Michele (tesi, come predetto, sostenuta dai Testimoni di Geova) o comunque un angelo, una creatura, come si spiegherebbe che Egli può perdonare i peccati (Marco 2:5; Luca 7:48) che solo Dio, nella sua scienza perfetta e potenza, può conoscere e cancellare (Daniele 9:9; Marco 2:7; Lament. 3:34-36)? Avendo solo Dio la capacità di scrutare perfettamente il cuore degli uomini e il potere e la sovrana volontà di decidere ogni cosa, come si spiegherebbe tutto questo?

E come si spiegherebbe ancora che solo credendo nel nome di Gesù, e nella sua opera, ed invocandolo si può avere la salvezza eterna? Ora tutto ciò sarebbe alquanto strano, se Egli fosse solo un angelo o un’altra creatura celeste incarnata, e non Dio stesso.

Ovvero per avere la salvezza dovremmo invocare un angelo; per fede credere in Lui e nella sua opera per essere salvati; non è l’Iddio eterno stesso però che insegna che si può invocare (oltre che adorare o venerare) solo Dio e che solo tramite Egli e il suo nome si può avere la salvezza? Se Gesù fosse un angelo incarnato è quindi probabile che, adorandolo ed invocandolo, per avere il perdono dei peccati e la salvezza, i cattolici e quant’altri avrebbero ragione ad invocare i nomi dei più svariati angeli, santi, ecc., per avere un qualche beneficio, visto che, secondo i Testimoni di Geova, la Bibbia presenta la possibilità di invocare ed adorare un angelo di Dio (secondo i Testimoni di Geova, per l’appunto, Gesù), per avere la benedizione divina e la salvezza eterna.

La verità è che si adora, si venera, si invoca e si glorifica solo Dio, e Gesù, per aver chiesto tali cose dai suoi discepoli, a volte direttamente, a volte indirettamente (senza contare tutto quello che finora abbiamo considerato dell’A.T. riguardo alla Deità di Gesù e alle svariate dichiarazioni su questa nel N.T.), può essere solo Dio, altrimenti, avrebbe bestemmiato e offeso Dio (Marco 2:7), in quanto una creatura, quand’anche angelica, non può farsi simile a Dio nella natura, nell’autorità e nella potenza (Giov. 10:33; Giov. 19:1-7).

Così si accorda anche quanto profetizzato nell’A.T., quando si dice che l’Eterno regnerà sulla terra; Egli giudicherà i popoli; Egli sarà il legislatore; Egli è Colui che avrà salvato i credenti dal giorno del giudizio.

Chi crede sa che tutto ciò sarà perfettamente compiuto da Gesù, ecco perché i profeti dell’A.T. potevano ben dire che l’Eterno solo avrebbe fatto ciò, perché Gesù, Colui che farà tutto questo, è Dio: Salmo 96:7-10; Salmo 98:6-9; Isaia 2:4; Isaia 24:23; Isaia 33:17-22; Isaia 35:4; Isaia 40:10-11; Michea 4:7; Zaccaria 14:9-16 (leggere anche Isaia 44:6; Isaia 48:12-13 e confrontarli con Ap.1:17-18; Ap. 22:12-13 riguardo a: “Io sono, il primo e l’ultimo”, termini questi ugualmente usati sia nei confronti di Dio che di Gesù).

Se Gesù è chiamato a regnare sulla terra e sull’universo intero, vuol dire che è proprio di questo Eterno – Re che l’A.T. parla.

Confrontare anche Isaia 45:22-25 con Filippesi 2:10-11, e si potrebbe ancora continuare.

Isaia 45:22-25: “Volgetevi a me e siate salvati… Poiché io sono Dio, e non ce n’è alcun altro… Ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ogni lingua mi presterà giuramento.<Solo nel SIGNORE>, si dirà di me, <è la giustizia e la forza>. A lui verranno, pieni di vergogna, quanti si erano adirati contro di lui. Nel SIGNORE sarà giustificata e si glorierà tutta la discendenza d’Israele”, confrontare con Filippesi 2:10: “affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”.

Ritornando al discorso della Trinità possiamo dire che il Padre è maggiore del Figlio e dello Spirito Santo, riguardo all’autorità, infatti è da Lui che è generato il Figlio ed è anche da Lui che procede lo Spirito Santo.

Se si crede che Dio è Amore (1 Giov. 4:8), si deve anche credere che Egli sia plurimo, perché l’amore può essere possibile solo nella pluralità di ‘persone’.

Immaginiamo un Dio al singolare che prima di creare gli angeli, e poi, in seguito, gli uomini, sia esistito per un tempo indefinibile in modo ‘solitario’ (anche perché gli angeli non esistono dall’eternità come invece Dio)come potrebbe essere stato da sempre un Dio d’amore? Chi avrebbe amato? Se stesso?

Inoltre, non può Dio definirsi ‘Amore’ solo per un rapporto amorevole che Egli ha con le sue creature, ma soprattutto perché Egli stesso è fonte dell’Amore assoluto, ossia, nella sua pluralità di Persone, Egli è il simbolo e la fonte di ogni amore che di conseguenza dona alle sue creature.

Gesù nelle Sacre Scritture viene designato come l’Eterno e lo stesso vale anche per lo Spirito Santo. Il Padre sin dall’eternità generò la pluralità in se stesso; Egli è l’Eterno Dio d’amore, l’Eterno Dio plurimo.

Il Padre è maggiore nell’autorità (Giov. 14:28) sul Figlio e sullo Spirito Santo; Gesù fu generato dal Padre, e lo Spirito Santo procedette dal Padre e dal Figlio, infatti è il Padre che genera il Figlio e non il contrario, lo Spirito Santo è proceduto dal Padre e dal Figlio e non il contrario. Il Padre nessuno lo ha generato. È inutile investigare oltre la natura di Dio e il tema della Trinità, perché rimane e rimarrà fino al tempo dovuto un argomento che in se stesso non può, per volontà divina, essere compreso, nella sua globalità e profondità, da una mente umana, così legata ad un mondo di materia e così abituata, quasi automaticamente, a definire le cose sempre con un inizio.

Ma la natura di Dio è di tutt’altra logica; noi non conosciamo le leggi della storia della Divinità, della sua natura, però certamente, come è dichiarato dalle Scritture, la storia di Dio non ha un inizio e non ha una fine.

Mentre per le cose materiali, per la creazione, c’è stato un inizio, per la Divinità, per la legge dello Spirito, non è, però, la stessa cosa; per Dio, come non ci sarà mai una fine, non vi è stato mai un inizio. È una legge spirituale della quale non conosciamo né la potenza, né la natura, né l’essenza, ma un giorno sarà possibile conoscere tutto ciò, grazie alla misericordia di Dio, quando chi ha creduto vivrà con Lui per l’eternità.

Le cose create sono venute all’esistenza dal nulla, in un determinato tempo; Cristo Gesù e lo Spirito Santo, non creati ma generati dall’eternità nel seno del Padre, sono della sua stessa essenza, sostanza, e natura.

L’eternità in loro (ovvero in Gesù e nello Spirito Santo) deriva sia da un fatto relativo al tempo infinitamente eterno sia dal fatto che sono essenza, sostanza e natura eterna del Padre.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono onnipotenti, onniscienti e onnipresenti in equal modo, essendo uguali nella stessa essenza, sostanza e natura, ma il Padre è maggiore riguardo all’autorità. Egli (il Padre) sin dall’eternità generò, nel suo seno, la pluralità divina. Ecco perché sia il Padre, sia Gesù che lo Spirito Santo sono Yahweh, Dio Unico e Vero, Unico nell’essenza, nella sostanza e nella natura, ma distinto in tre Persone.

Per dirla in altre parole, da quando il Padre è (dall’eternità), sono anche il Figlio e lo Spirito Santo (dall’eternità).

Taluni sostengono che Gesù e lo Spirito Santo non sono stati generati dal Padre, ma che con Egli condividono l’esistenza dall’eternità, senza alcun rapporto con l’essere stati generati da Lui, in pratica, secondo questi, Essi sono coeguali, sotto ogni punto di vista. Tutto ciò è vero però solo fino ad un certo punto; l’onnipotenza, l’onnipresenza e l’onniscienza sono peculiarità che la Trinità ha in egual misura, essendo tutte e tre le Persone della Trinità della stessa essenza, sostanza e natura, ma in rapporto all’autorità, la Scrittura ci presenta moltissime volte il Padre come Colui che ne ha in maggior misura (1 Corinzi 15:24-28; Giov. 14:28); è Gesù che è sceso per incarnarsi, non il Padre, è Gesù che viene ad obbedire al Padre, non il contrario, è lo Spirito Santo che viene mandato nel mondo nel nome del Padre e del Figlio, non il Padre in nome dello Spirito Santo e del Figlio, ecc..

Se non ci fosse il rapporto e la causa naturale nella Trinità, nei riguardi della maggiore autorità del Padre, ci sarebbe, in questo, un agire, come dire, poco ‘amorevole’, o perlomeno ‘incomprensibile’, perché se tutti e tre fossero da se stessi nel mondo spirituale avrebbero uguale autorità fra loro, invece vediamo come il Padre ha autorità sul Figlio e sullo Spirito Santo. Tale autorità, invece, è amorevole e diviene comprensibile, in quanto viene in modo naturale, perché conseguenza del fatto di essere Colui (il Padre) che ha generato la pluralità di Persone in se stesso. Non sarebbe amore se una delle Persone divine, senza una causa naturale, si attribuisse un titolo di autorità superiore sugli altri due.

Avviene un po’ la stessa cosa nel rapporto fra un padre ed una madre con il loro figlio, essi hanno autorità sul loro figliolo, ma questo non compromette minimamente l’amore in essi e per esso, perché la causa di ciò è una causa naturale, non trattandosi, in tal senso, di appropriazione indebita. D’altronde basta leggere il N.T. per verificare la differenza di autorità che c’è fra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, chiaramente espressa in tantissimi passi biblici.

Nel Padre vi è l’origine e il principio della pluralità divina. Con questo non si vuole dire che Gesù e lo Spirito Santo non siano eterni, tutt’altro, questi sono stati generati nel seno del Padre da quando Egli è, dall’eternità. Il Padre ha generato dall’eternità il Figlio, e il Padre e il Figlio hanno generato dall’eternità lo Spirito Santo. Tutto questo è accaduto senza un inizio, in quanto nel mondo spirituale un ‘inizio’ non vi è.

Il Padre non è stato mai solitario nel regno spirituale; da quando Egli è anche Gesù e lo Spirito Santo sono. Questi sono l’unico e vero Dio Yahweh, Colui il quale ha creato tutte le cose visibili ed invisibili. Gesù e lo Spirito Santo sono eterni quanto il Padre, perché Essi sono stessa essenza, sostanza e natura del Padre.

Iddio Padre ha generato in se stesso dall’eternità la pluralità. In Dio sono eterni Padre, Figlio e Spirito Santo. Le tre Persone della Trinità sono UNO nella volontà, nella giustizia, nella santità e nell’amore. Le tre Persone sono UNO nella loro natura essenziale, ma hanno tre centri di coscienza. Essi sono tre Persone, ma UNO nella divinità, ed ognuna è degna di adorazione, onore e gloria.

Il Padre non è dal Figlio, ma il Figlio è dal Padre, riguardo all’autorità. Il Padre e il Figlio non sono dallo Spirito Santo, ma lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio, riguardo all’autorità. Lo Spirito Santo venne mandato nel mondo come Consolatore nel nome del Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo, tra l’altro, viene chiamato Spirito del Padre e Spirito di Cristo: Matt. 10:20; Romani 8:9.

Lo Spirito Santo che arrivò a Pentecoste fu mandato sia dal Padre che dal Figlio: Giov. 14:26; Giov. 15:26.

Fra le tre Persone Divine vi è un’unità totale, un amore infinito, una ‘sottomissione’ perfetta al Padre, un’armonia incomparabile.

A proposito del nostro essere, Paolo menziona lo spirito, l’anima e il corpo: 1 Tessalonicesi 5:23. Noi non sappiamo come questi siano uniti tra loro, né possiamo precisare sempre dove l’uno comincia e l’altro finisce. Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza; oltre alla ragione, alla coscienza e a quant’altro si potrebbe dire che la somiglianza con Dio scaturisce anche dall’avere in noi stessi una natura composita di tre sostanze, parti o elementi: spirito, anima e corpo.

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine” (ciò consiste nella natura conscia di sé, nella ragione e nella santità), “conforme alla nostra somiglianza” (alla natura composita, ma unita dell’uomo) Genesi 1:26.

Il fatto di essere composti di tre parti, noi, creature umane di Dio, create conformi alla somiglianza di Dio, ci arricchisce e non divide l’uomo in sé. Così è per il Dio, UNO e TRINO; il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo costituiscono l’unico vero Dio, come ad esempio, lo spirito, l’anima ed il corpo costituiscono l’uomo.

L’uomo è stato creato anche ad immagine di Dio, perché fu creato con la ragione e la santità dell’innocenza originaria dell’uomo Adamo che poi, però, perdette, perdendo così in parte l’immagine di Dio in sé. Cristo è venuto proprio a riportare l’immagine di Dio nell’uomo.

Le tre Persone della Trinità sono menzionate insieme nella forma battesimale in Matt. 28:19 e nella benedizione apostolica in 2 Corinzi 13:13, come anche in 1 Corinzi 12:4-6 e in Efesini 4:4-6, tutte cose che ne sottintendono la distinzione.

Ora, per analogia, se l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio è ‘trino’, anche Dio (di cui l’uomo è immagine e somiglianza) deve essere Trino, o, almeno, non deve essere impossibile crederlo.

Leggere attentamente i passi seguenti che sottintendono in maniera chiara la pluralità in Dio: Genesi 1:26-27; Genesi 3:22-23; Genesi 11:6-8; Genesi 19:24; Isaia 6:8-9; Zaccaria 13:7.

Molti non credono alla dottrina della Trinità, anche per il fatto che a sancirla ufficialmente è stata, per la prima volta (secondo teorie errate)la Chiesa Cattolica Romana (o meglio quella Chiesa con ormai il germe pagano dentro se stessa, che sarebbe poi diventata l’odierna Chiesa Cattolica Romana), nel Concilio I di Nicea (325 d.C.), per quanto riguarda la divinità di Gesù e nel Concilio I di Costantinopoli (381 d.C.), per quanto riguarda la divinità e la Persona dello Spirito Santo.

Questo non è corretto e giusto; primo, perché la dottrina della Trinità è chiaramente espressa nelle Sacre Scritture, secondo, tale dottrina era conosciuta anche prima dei suddetti Concili (nei quali fu ufficialmente sancita la dottrina della Trinità) dai credenti cristiani; terzo, e non meno importante, è il fatto che non perché ufficializzata in dei Concili cattolici questa deve, per forza, essere scartata arbitrariamente. È vero che molte dottrine e dogmi di fede espressi nei vari Concili cattolici sono abominevoli e si oppongono alla Sacra Scrittura, ma è anche vero che molte dottrine di quelle che furono decise in seno ai vari Concili furono giuste e sante, perché spesso furono ‘ufficializzate’ tesi e dottrine già conosciute e ritenute giuste e divine fin dalla Chiesa primitiva, in quanto chiaramente espresse nella Sacra Scrittura; e questa è una di queste.

È degno di nota anche il fatto che in Ap. 21:5-6 Colui che siede sul trono, cioè Dio onnipotente (Ap 1:8), dice di essere l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine, e le stesse cose vengono dette da Gesù riguardo a se stesso in Ap 1:17-18; Ap 22:12-13. Vi è anche una chiara correlazione tra quanto dice Gesù riguardo a sé: “Io sono”, con il: “Io sono” dell’A.T riguardo a Yahweh, l’Eterno Iddio: Esodo 3:14-15; Isaia 43:10; Isaia 44:6; Isaia 48:12, da confrontare con Giov. 8:24; Giov. 13:19; Ap. 1:17-18; Ap. 22:12-13.

Ora, o vi sono ‘due Primi e due Ultimi’ differenti nella divinità, e ciò è impossibile, poiché Yahweh afferma di essere il solo ‘Primo ed Ultimo’, o Essi sono identici nella divinità, e questo ci risulta essere la verità, poiché Gesù proclamò di essere il “Io sono” ed “il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega” (queste ultime sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, indicanti che Gesù è il principio e la fine di tutte le cose). I Testimoni di Geova, come anzidetto, ad esempio, credono che Gesù sia l’Arcangelo Michele, esaltato come prima creazione del Signore, come un dio; leggere: Isaia 43:10-11: “…Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ve ne sarà nessuno. Io, io sono il SIGNORE e fuori di me non c’è salvatore”; Isaia 45:21-22: “…Fuori di me non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me”. Leggere anche Deut. 32:39.

Risulta allora impossibile che Gesù sia un dio al di fuori dell’unico vero Dio e un Salvatore (come Egli del resto viene definito) all’infuori di Yahweh. Gesù è parte di Yahweh, ed è Yahweh, non è al di fuori di Yahweh. Non vi è altro Dio all’infuori dell’Eterno, e non vi è altro Salvatore all’infuori di Lui. Ma Gesù lo è, tale viene definito nelle Sacre Scritture, ciò avviene perché Egli stesso è Yahweh. Gesù non è l’Arcangelo Michele, né tanto meno un altro angelo; Ebrei 1:13-14: “E a quale degli angeli disse mai: <Siedi alla mia destra finché abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi>? Essi non sono tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?>”; Ebrei 2:5:Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del quale parliamo.

Di rilievo, in tal senso, vi è anche la circostanza che Giuda, il fratello del Signore Gesù (leggere Giuda v. 9), parla dell’Arcangelo Michele che disputa con il Diavolo per il corpo di Mosè, senza dare alcun minimo accenno alla Persona di Gesù racchiusa in tale personaggio. Forse egli, gli apostoli e tutti gli altri erano meno illuminati di altri? Infatti, Giuda lo chiama Arcangelo, non Signore e nemmeno ne correla minimamente la Persona di Cristo Gesù con quella di Michele Arcangelo. Gli apostoli non chiamarono mai Gesù con il nome di Arcangelo Michele, lo chiamarono invece ripetutamente (e così scrissero) Dio, Signore dei signori, Re dei re, ecc..

I Testimoni di Geova al vangelo di Giovanni 1:1 traducono: “…e la Parola era un dio” anziché “…e la Parola era Dio”, bisogna subito dire che nel testo originale greco l’articolo ‘un’ non c’è, questa è un aggiunta dei Testimoni di Geova ed è segno di manipolazione della Sacra Scrittura, come del resto sono soliti fare. Essi, tra l’altro, non negano di aver posto l’articolo ‘un’ in aggiunta al testo che l’originale greco non porta. Se dovessimo accettare le idee generali sulla Persona di Gesù, da parte dei Testimoni di Geova, ci sarebbero due ‘dii potenti’ diversi l’uno dall’altro, ma ciò è impossibile, perché vi è un solo Vero e Potente Dio.

È interessante leggere il capitolo 18 della Genesi che ci mostra la visita fatta ad Abramo da tre personaggi, due dei quali erano angeli (Genesi 19:1), il terzo, il testo ce lo presenta con il nome di Yahweh, come Yahweh in Persona. (Nelle versioni evangeliche Nuova Riveduta il testo porta la parola: ‘SIGNORE’ con caratteri maiuscoletto e quando ciò avviene, tale termine sta per il nome: ‘Yahweh’).

Giovanni nel suo vangelo 1:18 disse che nessuno ha mai visto Dio (il Padre), l’unigenito Figliolo Gesù Cristo, infatti, che è nel seno del Padre, è quello che lo ha fatto conoscere.

Gesù stesso disse in Giov. 5:37 che il sembiante di Dio non era mai stato visto da nessuno.

Il capitolo 18 della Genesi mette in luce come Yahweh parlò faccia a faccia con Abramo e discorsero molto (leggere l’intero cap. 18 e anche quanto è detto riguardo a Mosè in Esodo 33:11).

Gesù e Giovanni dicono che nessuno ha mai veduto Dio Padre. Così, quando si dice che nessuno ha mai visto Dio, Gesù e Giovanni chiariscono che si tratta del Padre.

Così si spiega la circostanza che da una parte nella Bibbia si afferma che nessuno ha mai visto Dio, dall’altra, invece, è scritto che alcuni l’abbiano visto faccia a faccia. Il problema viene a risolversi nel capitolo 19:24 della Genesi, come negli altri passi, dove è chiaramente identificata la pluralità di Dio in se stesso. Qui viene presentata, come in altri casi, una visione di questa unità composita del Dio Trino: “allora Yahweh fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte di Yahweh” (si ricordi che nella versione Nuova Riveduta, il nome di Dio: ‘Yahweh’ è riportato tutte le volte con la parola: ‘SIGNORE’ avente caratteri maiuscoletto). È chiaro che a parlare con Abramo fu Gesù (Yahweh), non il Padre (Yahweh) perché questi nessun uomo lo ha mai visto ‘faccia a faccia’.

È evidente, nel passo in questione, che si presentano due Persone con il nome Yahweh (la terza Persona della Trinità [lo Spirito Santo] verrà poi rivelata più compiutamente nel N.T.).

Gesù Yahweh fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte del Padre Yahweh (che nessuno ha mai visto).

Leggere anche Geremia 23:5-6: “<Ecco i giorni vengono>, dice il SIGNORE (Yahweh), <in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà…questo sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE – nostra – giustizia (Yahweh – nostra – giustizia)>”; Isaia 9:5-6; ecc..

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono Uno in un unità composita (Deut. 6:4).

Si deve credere nella dottrina della Trinità, perché essa è stata rivelata chiaramente nel N.T e in parte anche nell’A.T.

Gesù affermò: “Io sono la vita” (Giov. 14:6); se Egli fosse solo una creatura e non Dio stesso, non avrebbe potuto dire ciò: “Io sono la via, la verità e la vita”. Solo Dio è la vita, solo Egli è sorgente di vita. Ma Gesù è appunto Dio.

Gesù è onnipresente (Matt. 18:20), solo Dio può esserlo, un angelo, una creatura non possono esserlo.

Come sarebbe possibile che Egli si possa trovare in ogni luogo, nello stesso momento, dove lo si invochi, se Egli non fosse Dio? Ciò è possibile perché Gesù è Dio. Gesù dice, in pratica, che Egli si sarebbe trovato in qualsiasi luogo lo si sarebbe invocato; questo indica la sua onnipresenza, peculiarità unica di Dio; ma Gesù poté, a ragione, ben dire ciò, perché Egli è Dio.

Gli angeli, e i demòni non sono onnipresenti; se Gesù fosse l’Arcangelo Michele, non avrebbe potuto dire ciò, e ci avrebbe ingannati tutti, infatti Egli non dice che dovunque si invochi il suo Nome sarà presente il Padre suo, bensì Egli stesso.

Gli angeli non possono fare ciò. Un esempio lo si può trovare in Giobbe 1:6-8; e c. 2:1-3; Dio chiede a Satana: “Da dove vieni?” E Satana gli risponde: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”. Egli non è onnipresente, ma è in continuo ‘movimento’. Anche gli angeli sono in ‘movimento’ continuo. Solo Dio può essere onnipresente, gli angeli non possono; Satana (angelo decaduto) appare come un girovago, come un vagabondo sulla terra sempre in cerca delle sue prede. In quest’opera, Satana viene in modo efficiente aiutato dalla collaborazione spaventosamente grande dei suoi numerosissimi seguaci demòniaci.

Solo Dio è onnipotente, onnisciente e onnipresente; Gesù ha dichiarato e dimostrato di avere tali peculiarità.

Gli angeli per adempiere i loro servizi, nei riguardi degli uomini che devono ereditare la salvezza (Ebrei 1:14), sono dei girovaghi mandati sulla terra per operare in nome di Dio; non se ne stanno assolutamente fermi in cielo per adempiere da lì il loro incarico (Daniele 10:12-14,20-21), essi sono in movimento tra cielo e terra.

Gli angeli sono tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore degli uomini che devono ereditare la salvezza, Gesù invece è la Salvezza e la Vita, è il Primo e l’Ultimo, è l’Alfa e l’Omega, è Colui che scruta i cuori, è onnipotente, onnisciente e onnipresente, Egli è Dio, non un angelo.

Riguardo al passo di Giov. 14:28, che i Testimoni di Geova travisano a loro perdizione, dobbiamo notare che Gesù non dice: “Dio è maggiore di me” bensì: “il Padre è maggiore di me”.

Se avesse detto: “Dio è maggiore di me”, avrebbe escluso se stesso dalla stessa Deità ed essenza divina di Dio Padre. Gesù, inoltre, non dice che il Padre sia ‘migliore’ di Lui, ma ‘maggiore’. Egli è subordinato al Padre riguardo all’autorità, questo, però, non intacca assolutamente la questione della sua essenza divina. Prendendo l’esempio della natura umana, possiamo dire che il ‘figlio’ di un uomo non è meno uomo del ‘padre’ solo per il semplice fatto che gli è subordinato, perché la natura e l’essenza sono identiche. Così, il Figlio di Dio è sottomesso al Padre in quanto Figlio, ma la sua natura, essenza e sostanza sono uguali a quelle del Padre.

A chi torna lo “spirito” dell’uomo, quando questi muore? La Bibbia dice: “Lo spirito torna a Dio che l’ha dato” (Ecclesiaste 12:9). Ma in Atti 7:59, ad esempio, viene detto che Stefano disse a Gesù: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Come mai, se lo spirito torna a Dio, Stefano si rivolse in questi termini a Gesù? La risposta è perché Gesù è Dio.

La Parola di Dio comanda di credere e invocare il nome di Gesù per essere salvati. Come potrebbe essere possibile salvarsi credendo, invocando e vivendo per un angelo, una creatura? Ed essere condannati per non aver creduto ed invocato un angelo, una creatura, e per non essere vissuti nel suo nome? Non è in Dio che bisogna credere? Non è credendo in Lui, vivendo per Lui e invocando solo Lui, che si può essere salvati? Non è rinnegando Lui che si è condannati? Gesù però è Dio. Se Cristo non è Dio, allora Egli sarebbe stato menzognero nel suo insegnamento. Quando i giudei volevano ucciderlo perché si faceva uguale a Dio, Egli non ha mai dato ad intendere che in ciò questi si fossero sbagliati; non ha mai detto niente per non farlo credere, anzi ha sempre detto e fatto, in tal senso, il contrario.

Inoltre, gli apostoli e i discepoli, nella Chiesa primitiva, invocavano Gesù giorno e notte; cosa questa che, per di più, Cristo stesso aveva comandato loro di fare. Dio ci ordina di invocare solo Lui e di non avere altri dèi oltre a Lui o di fronte a Lui: Esodo 20:3; Deut 5:7.

Ora se Gesù non fosse Dio e se, invece, fosse un dio inferiore invocato oltre al Dio vero, questa risulterebbe una grossa contraddizione della Parola di Dio. Ciò andrebbe contro l’ordine del primo comandamento.

Come mai, dunque, gli apostoli e i discepoli avrebbero ‘disubbidito’ così assiduamente al primo comandamento (per non parlare che sarebbe stato Gesù stesso ad aver ordinato loro di fare così)se Gesù non è il Dio Yahweh?

Gesù medesimo, se, per l’appunto, non fosse Dio, quando i giudei volevano ucciderlo, perché si era fatto uguale a Dio (Giov. 5:17-18), per calmare loro ed evitare il probabile linciaggio, avrebbe potuto chiarire l’equivoco, dire chiaramente che loro stavano sbagliando nel pensare di Lui che Egli volesse “farsi uguale a Dio” e che non era affatto così; certamente gli avrebbe tranquillizzati, ma non agì, invece, così, perché Egli era veramente Dio e non poteva negare la sua divinità.

Inoltre, se non fosse Dio, tacendo davanti a tale accusa, avrebbe realmente bestemmiato e offeso Dio, perché avrebbe sottratto a Dio la sua gloria e se ne sarebbe indebitamente appropriato. Ma Gesù tacque. Egli si definì, in modo assai preciso, come il Figlio di Dio Padre; ciò basterebbe da sé per riconoscere la sua Deità, infatti i giudei, molte volte volevano ucciderlo per tale affermazione, perché avevano inteso che così dicendo si faceva uguale a Dio, si faceva Dio. Leggere: Giov. 5:17-18; Giov. 19:7; Matt. 26:63-66.

Se Egli si fosse definito un semplice profeta, o meglio, un angelo incarnatosi, i giudei non si sarebbero infuriati, non avrebbero detto che bestemmiava, tutt’al più avrebbero detto che era un pazzo. Gesù non si definì un figlio di Dio, ma il Figlio di Dio; la Scrittura ce lo presenta come l’unigenito Figlio di Dio. Questo è un appellativo esclusivo di Gesù e non è in assoluto un appellativo generico (Giov. 1:18).

Nel N.T. la Chiesa viene chiamata Chiesa di Dio, ma altre volte viene chiamata Chiesa di Cristo, a prova del fatto che è la stessa cosa. In Atti 20:28, poi, è chiaramente detto: “…per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue”; Dio (Gesù) ha ‘acquistata’ la Chiesa col suo sangue. Leggere anche Matteo 16:18.

Dio Padre rivolgendosi (come riconoscono anche i Testimoni di Geova) al suo Figliolo Gesù (ma anche allo Spirito Santo) dice a Lui: Genesi 1:26-27 “…<Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza…>” (v. 26); poi c’è il commento: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (v. 27).

Ordunque, prima al v. 26 si parla della creazione dell’uomo con un verbo al plurale (che mostra la pluralità in Dio) e con degli aggettivi possessivi al plurale, poi, appare al v. 27 il verbo al singolare, come pure l’aggettivo possessivo: v. 26 “a nostra immagine”, v. 26 “conforme alla nostra somiglianza” v. 27 “a sua immagine”; v. 26 “Facciamo” v. 27 “creò l’uomo”, v. 27 “lo creò”, v. 27 “li creò”.

È chiaro che Dio è talmente unito in sé, nella sua pluralità, che può essere presentato al singolare e al plurale nello stesso tempo. Ecco ciò che ha portato molti alla confusione, come nel caso dei Testimoni di Geova; Dio, è vero, moltissime volte è presentato al singolare, ma ciò perché nella sua unità plurima è così unito da potersi definire, senza errore, ‘Dio Unico’.

In Giudici 6:11-24, al v. 11 è detto che l’Angelo di Yahweh apparve a Gedeone e si sedette sotto il terebinto d’Ofra. In questo verso si evidenzia che l’Angelo di Yahweh è apparentemente distinto da Yahweh, ma ai versi 14,15,16,17,18 e 19 lo stesso Angelo è chiamato Yahweh ed Egli parla come tale. Al v. 20 è chiamato di nuovo col nome: l’Angelo di Yahweh.

Il fatto che nel N.T. si usino indifferentemente le locuzioni “lo Spirito di Dio”, e “lo Spirito di Cristo” implica la Deità di Gesù Cristo in modo chiaro.

Gesù viene denominato come il Signore, come il Salvatore; potrebbero essere questi attributi di un angelo? Egli viene chiamato il ‘Salvatore’ e il ‘Signore’, come avviene per il Padre suo. Solo Dio è Signore sopra ogni cosa, e solo Dio è il Salvatore delle sue creature, non può esserlo un angelo che è esso stesso una sua creatura.

Dio viene chiamato ‘Signore’ e ‘Salvatore’: Tito 1:3; Salmo 3:8; Isaia 45:21-22; 1Timoteo 2:3; 1 Timoteo 4:10; ecc.. Gesù viene denominato ugualmente con tali termini: Tito 1:4; Tito 2:13; Tito 3:6; Efesini 5:23; 2 Pietro 1:1; 2 Pietro 1:11; 2 Pietro 2:20; 2 Pietro 3:18.

Gesù, nella Sacra Scrittura, è chiamato “il Signore dei signori”, e questa sarebbe una bestemmia, se Egli non fosse Dio. Gesù è il “RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI” (Ap. 19:16); come si potrebbe definire con tali attributi un angelo, una creatura del Signore?

Dio è il “Primo e l’Ultimo e il Vivente”: Isaia 48:12; Isaia 44.6; lo è anche Gesù: Ap. 1:17-18; Ap.22:12-13; Giov. 8:24, 28. Allora, o vi sono ‘due Primi e due Ultimi’ differenti nella divinità tra loro, e ciò è impossibile, poiché Dio afferma di essere il solo ‘Primo e Ultimo’, o Essi sono, perl’appunto, identici nella divinità.

Gesù può fare similmente le cose che fa il Padre: Giov. 5:18-19,21.

Gesù ha il potere di giudicare o salvare: Giov. 5:22-27; Atti 10:42; 2 Corinzi 5:10; 2 Timoteo 4:1; Matt. 25:31-34,41,46; può un angelo avere tale autorità e potenza?

Dio solo è Colui che conosce e scruta i cuori (Salmo 7:9), similmente Gesù ha lo stesso potere (Ap. 2:23). Come mai se Gesù non è Dio, i discepoli lo adorano, visto che si adora solo Dio (Matt. 28:9-10; Matt. 28:16-17; Luca 24:50-53)?

Se fosse solo un angelo, si sarebbe opposto a ciò come fece l’angelo descritto in Ap.19:9-10; Ap. 22:8-9 (che, inoltre, non fu neanche chiamato Dio da Giovanni, ma solo adorato), (vedere pure l’adorazione dei magi a Gesù in Matt. 2:11).

Può un angelo perdonare i peccati degli uomini (Luca 7:47-50; Luca 5:20-24; Matt. 9:1-6; Marco 2:3-11)?

Inoltre, quando Gesù dice di essere UNO con il Padre, non vuole intendere che entrambi sono letteralmente una sola Persona, ma che sono UNO nell’amore, nella divina natura, essenza e sostanza, infatti, poi, chiede al Padre che coloro che credono nel suo nome siano Uno, come Gesù è UNO con il Padre (Giov. 17:11,21-23); è chiaro che i credenti non potranno mai essere letteralmente una sola persona con Dio, come non lo è neanche Gesù con il Padre nel senso stretto del termine, ma saranno Uno con Dio nell’unità e nell’amore perfetto (v. 23) come Gesù è con il Padre UNO.

Gesù possiede gli attributi divini: onnipresenza (Matt.18:20), onniscienza (Giov. 2:24-25; Giov. 11:11-14), onnipotenza (Ap. 22:12; Matt. 28:18).

Il nome di Gesù vuol dire: ‘Dio salva’, il nome Emmanuele: ‘Dio con noi’ (Isaia 7:14; Matt.1:23).

Il termine: ‘SIGNORE’ con caratteri maiuscoletto, nella traduzione Nuova Riveduta della società biblica di Ginevra (per chi ha una Bibbia evangelica), sta per il nome di Dio: ‘Yahweh’.

Gesù viene anche chiamato svariate volte ‘Dio’: 1 Giov. 5:20; 2 Pietro 1:1; Tito 2:13; Romani 9:5; Ebrei 1:8-9; Salmo 45:6-7; Giov. 1:1-3; Filippesi 2:5-7; Giov. 20:28; Isaia 9:5-6; Colossesi 2:9.

Gesù è uguale a Dio nella divinità: Zaccaria 13:7.

Solo Dio può essere adorato; Gesù viene adorato dagli angeli: Ebrei 1:6; Ap. 5:11-14.

Gesù dice chiaramente che Lui deve essere adorato come si adora il Padre: Giov. 5:23; Gesù viene adorato e glorificato: Ap. 1:6; 2 Pietro 3:18; Filippesi 2:9-11; confrontare questi passi con Neemia 9:6.

Gesù è anche il Creatore (un angelo non lo è): Colossesi 1:16-17; Ebrei 1:2-3; Giov. 1:3-10; confrontare con Neemia 9:6; tutte le cose invisibili e visibili sono state create da Lui e per mezzo di Lui, quindi anche gli angeli.

Una creatura, un angelo non può creare niente dal nulla, non può dal nulla chiamare all’esistenza alcunché. Gesù creò le cose visibili e quelle invisibili, quindi anche gli angeli. Egli, quindi, non può a sua volta essere un angelo. Nel Nome suo, inoltre, si scacciano i demòni, e si compiono grandi e numerosi segni e prodigi. Oltretutto, nel suo Nome si crede, per ricevere la salvezza. Questi possono sembrare attributi di un angelo?

Inoltre, chi vede Gesù ha visto il Padre (Giov. 14:7-11); il Padre è in Gesù, e Gesù è nel Padre; Essi sono UNO nell’essenza, nella sostanza e nella natura.

Se ciò non bastasse, leggiamo Ebrei 2:5: “Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del quale parliamo”, quindi non è ad un angelo che Dio Padre ha sottoposto il mondo; Gesù, allora, al quale Dio Padre ha sottoposto il “mondo futuro”, non può essere un angelo.

Matt. 9:1-6; Luca 5:20-24; Marco 2:3-11; Gesù ha il potere di rimettere i peccati degli uomini; chi può avere tale autorità se non Dio solo? Può un angelo avere tale potere e tale autorità che appartengono, invece, solo a Dio?

Il Salvatore di Gerusalemme si presenterà allo stesso tempo come Dio, come l’Angelo dell’Eterno, ed il rappresentante della Casa di Davide (Zaccaria 12:8). E, ancora, Yahweh dice: “...essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito” Zaccaria 12:10; confrontare con Ap.1:7.

Gesù è stato generato dal Padre, sin dall’eternità; da Lui sono state fatte tutte le cose: Colossesi 1:15-17. Egli è il Creatore: Giov. 1:3.

***

Seconda parte

La Persona dello Spirito Santo

Il termine ‘consolatore’ o ‘paracleto’ significa ‘avvocato’ come tradotto in 1 Giovanni 2:1.

Il ‘paracleto’ (avvocato) non era però un avvocato di professione, difatti nella cultura di quei tempi non esistevano gli avvocati come professionisti, ma un amico che compariva in una causa, per conto di un altro in modo gratuito, agiva come suo intercessore o assistente.

Il N.T. dà a questa parola un significato più importante, più ampio, intendendo con essa, riguardo allo Spirito Santo, uno che vivifica, fortifica, santifica e dà franchezza ai credenti. Gesù chiama lo Spirito Santo “un altro consolatore”: Giov. 14:16.

Lo Spirito Santo sarebbe stato un altro Consolatore, proprio come Gesù fu, con i discepoli, un Consolatore sempre pronto a rispondere a tutte le loro necessità.

Lo Spirito Santo è chiamato anche Spirito dell’Eterno, del Signore, del Padre, di Gesù, Spirito di verità, di fede, di sapienza, di grazia, di gloria, di forza, ma tutti questi aggettivi si riferiscono, però, sempre alla stessa Persona dello Spirito Santo, al Consolatore.

Quell’unico Spirito ha molti nomi, semplicemente perché nel corso della storia umana, Egli ha operato e continua ad operare secondo vari ministeri. Lo Spirito Santo non è semplicemente una potenza o un’espressione figurata dell’energia divina, come sostengono gli antitrinitari.

La Scrittura gli attribuisce una Personalità distinta come fa per il Padre e per il Figlio. Egli è dotato di pensiero, di conoscenza, di parola e di volontà. Ci si può comportare con Lui come con una persona: mentirgli, tentarlo, resistergli, rattristarlo, oltraggiarlo. Inoltre, Egli insegna, convince, guida, ode, parla, annuncia.

Ecco lo studio che propongo secondo quanto dice la Sacra Scrittura:

1 Corinzi 12:11: “ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole” (a conferma che ha una ‘Volontà’, ossia che è una ‘Persona’).

Atti 13:2: “… lo Spirito Santo disse:<Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati>”.

Atti 16:6-7: “Poi attraversarono la Frigia e la regione della Galazia, perché lo Spirito Santo vietò loro di annunziare la parola in Asia; e giunti ai confini della Misia, cercarono di andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro.

Matteo 28:19: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Giov. 14:16-17: “e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché dimora con voi, e sarà in voi”.

Atti 15:28: “Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie”.

Giov. 14:25-26: “Vi ho dette queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”.

Giov. 15:26: “… egli testimonierà di me” (lo Spirito, il Consolatore, testimonierà di Gesù).

Giov. 16:7: “…non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò”.

Giov. 16:8: “Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio”.

Giov. 16:13-15: “quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà”.

Atti 8:29: “Lo Spirito disse a Filippo: <Avvicinati, e raggiungi quel carro>”.

Atti 10:19-20: “Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: <ecco tre uomini che ti cercano. Alzati dunque, scendi, e va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io>”.

Efesini 4:30: “Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione”.

Galati 4:6: “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: <Abbà, Padre>”.

2 Pietro 1:21: “infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”.

Ap. 2:7; c. 2:11; c. 2:17; c. 2:29; c. 3:6; c. 3:13; c. 3:22; “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”.

2 Corinzi 13:13: “La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (accenno alle tre Persone divine nella pluralità di Dio).

Lo Spirito Santo non è uno Spirito senza una propria Personalità: Giov. 14:26; Giov. 14:16-17; Giov. 15:26; Giov. 16:7-8. Si osservi la somiglianza tra quanto scritto in Giov. 8:38; Giov. 12:49-50; e Giov. 17:8 e ciò che viene detto riguardo alla Persona dello Spirito Santo in Giov. 16:13-15.

Come Gesù disse tutto quello che aveva udito dal Padre, e fece tutte le cose che il Padre gli aveva comandate, così lo Spirito Santo avrebbe detto e fatto tutte le cose che avrebbe udite dal Padre e dal Figlio. Tutto ciò si può dire di uno Spirito senza personalità o solo di un Essere che ha una propria personalità (Atti 8:29; Atti 10:19-20)?

La Persona dello Spirito Santo è anch’Essa onnipotente, onnisciente, onnipresente ed eterna: 1 Corinzi 2:10-13; 1 Corinzi 12:7-11; Ebrei 9:14. La Sacra Scrittura, attribuendo vari nomi allo Spirito Santo, descrive e sottolinea diversi aspetti della sua natura, della sua opera e del suo ministero. Egli è chiamato Spirito di Dio, Spirito di Cristo, del Padre, il Consolatore, lo Spirito Santo, lo Spirito della Grazia, della vita, lo Spirito di adozione, ecc..

Nessuna influenza impersonale potrebbe compiere atti come: insegnare, intercedere, operare miracoli, nominare i vari predicatori, guidare, predicare, rivelare le cose profonde di Dio, ecc..

Quando si dice: ‘ripieni di Spirito Santo’, si vuol semplicemente dire: ripieni della potenza effusa e della grazia della Persona dello Spirito Santo. ‘Il battesimo dello o nello Spirito Santo’ significa, invece, essere immersi dalla o nella soprannaturale potenza gloriosa dello Spirito Santo, ricevere il suggello, la consacrazione potente e santificante, effusa dalla Persona dello Spirito Santo. Il ministero di Gesù sulla terra era ed è quello di redimere, quello della Persona dello Spirito Santo è di santificare con potenza e grazia.

Alcuni negano che lo Spirito Santo (il Consolatore) sia una Persona, perché nella Bibbia non viene esplicitamente detto che Egli abbia un corpo o una forma personale. La personalità e la corporeità (la possessione di un corpo) vanno distinte; la personalità presuppone intelligenza, sensibilità e volontà e non richiede necessariamente un corpo. Ricordiamo come in Giov. 1:14-18 Gesù viene astrattamente presentato come la Parola di Dio, che si incarna nella figura di un uomo sulla terra; se Egli non si fosse incarnato in un corpo e non avesse descritto fondamentali particolari della sua Persona, forse sarebbe difficile credere che la ‘Parola’ avesse in sé una propria personalità, cosa questa che di fatto, invece, ha (Leggere il passo di Giov. 1:1-4 e confrontarlo con il c. 1:14-18, sempre del vangelo di Giovanni).

Tutto ciò non deve creare confusione nemmeno per quel che concerne la Persona dello Spirito Santo, perché questi pur non essendo stato presentato, dalla Sacra Scrittura, con una forma particolare e con un corpo, ciò non dimostra assolutamente che Egli non sia una Persona distinta nel seno dell’unico vero Dio.

I vari passi della Scrittura testimoniano della sua personalità, della sua volontà, del suo insegnamento, della sua guida, ecc.. Lo Spirito Santo fu chiamato da Gesù: “un altro consolatore”, perché invisibilmente sarebbe stato per i discepoli ciò che Gesù era stato visibilmente nel suo ministero fisico sulla terra.

L’uomo deve il suo essere alle ‘due Mani di Dio’, cioè alla Parola (Giov. 1:1-3) e allo Spirito Santo (Giobbe 33:4), perché a questi furono indirizzate le parole: “Facciamo l’uomo…”.

Lo scopo dell’incarnazione di Gesù fu quello di rivelare il Padre; la missione del Consolatore è quella di rivelare il Figlio. Come Cristo è Paracleto in cielo, così lo Spirito Santo è Paracleto in terra. Lo Spirito Santo è la terza Persona della Trinità; per la sua potenza l’universo è stato creato. Egli aleggiava sulla faccia delle acque e partecipò alla gloria della creazione (Genesi 1:2; Salmo 33:6; Salmo 104:30; Giobbe 33:4).

Ad ogni modo, il ‘mistero’ della natura di Dio e, quindi, della Trinità è un qualcosa che sino al tempo dovuto rimane incompleto alla conoscenza dell’uomo. Noi possiamo solo discernere quanto detto nelle Sacre Scritture, senza nulla aggiungere e senza nulla togliere.

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Conclusioni sulla Trinità.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono onnipotenti, onniscienti e onnipresenti in equal modo, essendo uguali nella stessa essenza, sostanza e natura, ma, in rapporto all’autorità, la Scrittura ci presenta moltissime volte il Padre come Colui che ne ha in maggior misura (1 Corinzi 15:24-28; Giov. 14:28), difatti è Gesù che è sceso per incarnarsi, non il Padre, è Gesù che viene ad obbedire al Padre, non il contrario, è lo Spirito Santo che viene mandato nel mondo, come Consolatore, nel nome del Padre e del Figlio, non il Padre in nome dello Spirito Santo e del Figlio, ecc..

Il Padre non è dal Figlio, ma il Figlio è dal Padre, riguardo all’autorità. Il Padre e il Figlio non sono dallo Spirito Santo, ma lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio, riguardo all’autorità.

Gesù fu generato dal Padre, e lo Spirito Santo procedette dal Padre e dal Figlio, infatti è il Padre che genera il Figlio e non il contrario, lo Spirito Santo è proceduto dal Padre e dal Figlio e non il contrario. Il Padre nessuno lo ha generato.

Se non ci fosse il rapporto e la causa naturale nella Trinità, nei riguardi della maggiore autorità del Padre, ci sarebbe, in questo, un agire, come dire, ‘incomprensibile’, perché se tutti e tre fossero da se stessi nel mondo spirituale avrebbero uguale autorità fra loro, invece vediamo come il Padre ha autorità sul Figlio e sullo Spirito Santo. Tale autorità, invece, diviene comprensibile, in quanto viene in modo naturale, perché conseguenza del fatto di essere Colui (il Padre) che ha generato la pluralità di Persone in se stesso.

Il Padre non è stato mai solitario nel regno spirituale; da quando Egli è anche Gesù e lo Spirito Santo sono. Questi sono l’unico e vero Dio Yahweh. Egli (il Padre) sin dall’eternità generò, nel suo seno, la pluralità divina. Ecco perché sia il Padre, sia Gesù che lo Spirito Santo sono Yahweh, Dio Unico e Vero, Unico nell’essenza, nella sostanza e nella natura, ma distinto in tre Persone.

Nel Padre vi è l’origine e il principio della pluralità divina. Con questo non si vuole dire che Gesù e lo Spirito Santo non siano eterni, tutt’altro, questi sono stati generati nel seno del Padre da quando Egli è, dall’eternità. Il Padre ha generato dall’eternità il Figlio, e il Padre e il Figlio hanno generato dall’eternità lo Spirito Santo. Tutto questo è accaduto senza un inizio, in quanto nel mondo spirituale un ‘inizio’ non vi è.

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Per altri articoli sul tema clicca sulla pagina: Fede.

N.B. Stefano Ligorio è anche autore di alcuni libri di Aforismi, Riflessioni e Poesie: ‘Aforismi e Riflessioni’‘AFORISMI (raccolta) di Stefano Ligorio’‘POESIE (raccolta) di Stefano Ligorio’‘RIFLESSIONI (raccolta) di Stefano Ligorio’.

Stefano Ligorio

2 pensieri riguardo “Riflessioni – La divinità del Signore Gesù Cristo – La Trinità.

  1. Caro Ligorio, io non sono un credente ma so (da mistica oggettiva, che studio da circa 50 anni) che quando l’uomo, spinto dalla seduzione di Lucifero, ha incominciato a scivolare verso il regno di Satana, detto anche Arimane o Belial (per intenderci: la differenza tra queste due entità spirituali è che Lucifero non vuole morire, mentre Satana non vuole risorgere), avendo peccato contro il Padre o contro il “volere divino”, e non potendo più restare perciò in Dio, il Regno (mondo spirituale) gli ha concesso la GRAZIA di poter disporre di un possente “antidoto” (“io ho vinto il mondo”): un antidoto (il Dio che è nell’uomo) che agisce sul piano vitale-fisico, ma che, per poter agire anche sull’attività interiore, attende che l’uomo stesso trovi il coraggio di “assumerlo”, e di tradurre così la sua potenza in atto (“chiedete e vi sarà dato”, “bussate e vi sarà aperto”). Quindi delle due l’una: o l’evoluzione umana sarà un’evoluzione libera, vale a dire cosciente e volontaria, o non sarà un’evoluzione. Solo quando apparisse negli occhi dei cattolici la gioia di essere dei redenti, cioè di essere liberi, potrei credere che sono cristiani ma per ora così non è. Sono ben in pochi a conoscere il Cristo. Il cristianesimo infatti non è solo fede in Dio ma anche fede nell’uomo, cioè nella possibilità di portare alla luce il divino nell’uomo. E ciò dovrebbe servire a capire, là, dove ce ne fosse ancora bisogno, che il cristianesimo (il Cristo in noi) non va predicato, bensì realizzato e testimoniato. Ciao, buona notte.

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    1. Ciao Nereo Villa, grazie per il tuo intervento.
      Preciso che, seppur cristiano, non sono un ‘cattolico’ e che, anzi, molti dei miei scritti, sul tema ‘Fede’, sono indirizzati a far conoscere le innumerevoli menzogne della Chiesa Cattolica Romana, in quanto proprio al contenuto, secondo le Sacre Scritture, dell’evangelo, opera una, storicamente potenziata, immane violenza,
      Sono d’accordo con te sul fatto che a ‘conoscere’ il Cristo siano davvero in pochi, e anche su tanto altro, ma non posso concordare (fermo restando l’ampia stima e il rispetto sincero che ho per te) su alcuni punti, verso cui, per delicatezza, decido di risponderti (avendo ben inteso la tua oltremodo intelligenza e rilevante perspicacia) riportando una mia poesia dal titolo ‘La salvezza vien dall’alto‘: “Oh tu che dall’oscura prigione me chiamasti e io pur uscir non volevo, in quanto non v’era in me lo desiderio della libertà vera. Eppur giammai disperar più potrei, perché con un solo dir vigor dato mi fu. Chi mai desiderar cotanto può se non, dall’alto, attirato? A te solo, dunque, l’anima mia porge lo grazie, perché a te sol debbo lo desiderio mio per te”.
      Inoltre, sempre in tal senso, trovo utile riportare un link a un mio recente articolo dal nome: ‘Salvezza e Sovranità di Dio‘.
      Ti prego di leggerli entrambi.
      Grazie per il tuo interesse.
      A presto.
      Buona notte anche a te.

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