Riflessioni – Chiesa Cattolica Romana (Parte IV) – Il culto alla Madonna (‘Madre di Dio’).

Ad oggi non mi ritengo un credente (non ancora almeno…), tuttavia si è ritenuto necessario, per amor di ‘verità’, denunciare come sia stato, nei secoli, falsato, da parte della Chiesa Cattolica Romana, il messaggio evangelico contenuto nelle Sacre Scritture.
*Articolo tratto dal contenuto di miei vecchi scritti (ovvero di oltre vent’anni fa) qui, semplicemente, ricopiato nella parte di interesse.
N.B. I passi biblici riportati nel seguente studio (nel caso non sia indicato diversamente) sono presi dalla traduzione biblica Nuova Riveduta (società biblica di Ginevra). La parola con carattere maiuscoletto: ‘SIGNORE’, nella traduzione biblica Nuova Riveduta, viene usata per indicare il termine ebraico: ‘Yahweh’ (nome di Dio); la parola con carattere normale: ‘Signore’ è, invece, la traduzione letterale del termine ebraico: ‘Adhonai’. Laddove ricorre ‘Adhonai Yahweh’ è riportato (sempre nella versione Nuova Riveduta) con l’espressione ‘il Signore, DIO’ (per evitare la ripetizione).
A Maria la Chiesa Cattolica Romana tributa un culto di ‘Iperdulia’, ovvero di speciale venerazione che in pratica equivale ad una vera e propria adorazione come quella resa a Dio. Maria (o la Madonna per i cattolici) ha un posto di preminenza nel movimento cattolico.
Nel rosario, per esempio, la proporzione stabilita è di un Padre Nostro per ogni dieci Ave Maria. Frasi del genere: ‘Santa Madre di Dio’, ‘Stella Mattutina’, ‘Porta del cielo’, ‘Regina dell’Universo’, ‘Regina degli angeli’, ‘Madre Santissima’, ecc., ideate da Papi, da vescovi e preti nelle varie epoche risuonano spesso nell’ambito religioso cattolico.
A questo proposito vorrei farvi leggere, giusto per darvi un’idea di quanto c’è stato e c’è attorno alla figura di Maria, alcune citazioni prese dall’opera ‘Le glorie di Maria’ di Alfonso Maria dei Liquori vescovo di S. Agata dei Goti, proclamato santo dal 1839 e dottore della Chiesa dal 1871: “Allorché ricorriamo a questa divina Madre, non solamente dobbiamo star sicuri della sua protezione, ma alle volte saremo più presto esauditi e salvati con il ricorrere a Maria, invocando il suo santo nome, che invocando il nome di Gesù nostro Salvatore”; “Quelli che si impiegano nel pubblicare le glorie di Maria sono sicuri del paradiso”; “Tutte le grazie si dispensano solo per mano di Maria”; “Maria è la Regina di misericordia, perché ella apre i tesori della misericordia di Dio a chi vuole, quando vuole e come vuole, sì che non vi è peccatore, per incallito che sia, il quale si perda, se Maria lo protegge”, “Maria è il principio, il mezzo ed il fine della nostra felicità”; “Chi non ricorre a Maria non si salverà”; “Ogni bene, ogni aiuto, ogni grazia che gli uomini han ricevuto e riceveranno da Dio sino alla fine del mondo, tutto è venuto e verrà loro grazie all’intercessione e per mezzo di Maria”; “Per essere salvati, basta invocare questa divina madre”; “Niuno può entrare in cielo se non passa per Maria, la quale ne è la porta”; “Tutti gli uomini, passati, presenti, e futuri devono considerare Maria come il mezzo e l’arca della salvezza di tutti i secoli”; “Solo di Maria può dirsi che abbia avuto questa sorte: che non solamente che ella sia stata sottomessa alla volontà di Dio, ma anche Dio si sia assoggettato alla di lei volontà”; “Ai comandi di Maria, tutti ubbidiscono, anche Dio”; “Voi (Maria) avete dato a me (Gesù) l’essere umano, io darò a voi l’essere Dio, cioè l’onnipotenza con cui possiate aiutare e salvare chi volete”.
Inutile ogni commento.
Quello che è utile sapere è che i vari messaggi e le varie apparizioni mariane approvano e confermano tali affermazioni e, anzi, li incentivano sempre più. Questa, nella migliori delle ‘ipotesi’ è opera dell’ignoranza umana.
Frasi del genere sono simili al pensiero e agli scritti di moltissimi ‘dottori della Chiesa Cattolica’ e a quelli di molti teologi ed ecclesiastici contemporanei.
(Contro la preghiera del rosario: Matt. 6:7. L’origine del rosario, ovvero di uno strumento ‘conta preghiere’ fu certamente importato, introdotto e diffuso dai crociati che l’avevano visto in uso tra i musulmani, religiosi pagani, anche se ad incentivarlo, inizialmente, nella Chiesa, come un uso importante, fu Pietro l’eremita nell’anno 1090).
Nell’anno 1954 Papa Pio XII proclama Maria ‘Regina del Mondo’.
Nell’anno 1964 Papa Paolo VI proclama Maria ‘Madre della Chiesa’.
L’origine della corona del rosario, introdotta ufficialmente da Pietro l’eremita nell’anno 1090, è da cercarsi nelle varie espressioni di pietà popolare pagane musulmane, via via diffusesi poi nel cristianesimo pagano, dando origine ad una particolare devozione a Maria che nel tempo diede vita all’ideazione dell’odierno rosario.
Il contare le preghiere è pratica pagana ed è severamente condannata, nelle Sacre Scritture, dal Cristo. Le Sacre Scritture dichiarano, ripetutamente, la necessità di dover pregare col cuore, con spontaneità e con sincerità, non, ‘meccanicamente’, come per una ‘recita’ professando un numero infinito di parole memorizzate e sempre uguali fra loro (Matt. 6:5-13).
Dopo il Concilio di Efeso (431 d.C.) il culto verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione, devozione e in preghiere; ebbe, come dire, uno slancio.
Mentre prima era qualcosa di disorganizzato e senza un vero e proprio culto, al Concilio avvenne la regolamentazione di tutto quanto riguardava la natura di Maria e il culto come ‘Madre di Dio’, e fu l’inizio di quanto oggi si vede.
La tradizione del rosario trovò il suo successo alla fine del XV secolo ad opera del predicatore Bretone Alain de la Roche. I teologi cattolici (e non solo) dichiarano che Gesù non vuole che la maternità di Maria passi inosservata; essa (la maternità di Maria) deve esprimersi in atti di venerazione e di pubblico culto.
Il culto verso la figura di Maria nasce, prima ancora della regolamentazione ufficiale nel Concilio di Efeso del 431, verso il IV secolo come segno di pietà popolare, ma in modo molto disorganizzato e controverso. I teologi cattolici dichiarano che il culto reso alla Madonna (‘Iperdulia’) e ai santi (‘Dulia’) non offende Dio perché ad Egli si rende un culto assoluto (‘Latria’), mentre agli altri viene reso solo onore e venerazione.
La realtà è un’altra, basti vedere quanto accade oggi nei riguardi della Madonna e dei più svariati ‘santi’ defunti cattolici. Nel XIV secolo le devozioni a Maria si moltiplicano e facilmente degenerano in credenze popolari nutrite di miracoli e prodigi, sconfinanti nella superstizione e nel sentimentalismo.
I riformatori chiedono ai cattolici (durante la Riforma) di cercare di ritornare all’essenziale, al Cristo solo, e alla sola Scrittura Sacra. La controreazione cattolica invece fa si che la Madonna diventi oggetto di un culto ancora più esagerato; infatti, nasce il movimento mariano dei tempi moderni, con un immenso flusso di pubblicazioni, fondazioni e devozioni.
Nel secolo XIX si moltiplicano in Europa le apparizioni della Madonna provocando ‘conversioni’ di massa.
Ma come nasce il culto popolare a Maria come Madre di Dio e le conseguenti dottrine mariane?
C’è infatti una differenza enorme fra il modo in cui Dio presenta Maria nelle Sacre Scritture, in cui la descrivono i testimoni suoi contemporanei che l’hanno conosciuta e il modo di quelli che tanti secoli dopo fino ad oggi pretendono di conoscerla.
Penso che sia evidente che coloro i quali vivono con una persona la conoscano meglio di quelli che secoli dopo ne vorranno parlare. Credo che sia decisivo ciò che Gesù e i suoi discepoli ci dicono di Maria (e in generale la Sacra Scrittura riguardo alla proibizione di venerare una creatura, di invocare le anime dei defunti, di prostrarsi davanti a immagini e statue) e non quello che ne hanno detto gli altri secoli più tardi. Si ribadisce che, secondo le Sacre Scritture, non c’è altro intercessore fra Dio e gli uomini al di fuori di Cristo Gesù (1 Timoteo 2:5) e che solo nel suo nome ed invocando solo Lui si possa avere la salvezza (Atti 4:12).
Cercheremo adesso di spiegare com’è nato il culto a Maria nel cristianesimo paganizzato di ‘massa’.
Oltre al processo di gnosi in seno al cristianesimo e a quello del sincretismo che fuse il cristianesimo gnosticizzato, con la religione pagana (leggere la mia Riflessione: ‘Chiesa Cattolica Romana (parte I) – Tradizione della Chiesa Cattolica o Sacra Scrittura?’), il culto mariano praticato nella Chiesa Cattolica ha le sue origini nei culti pagani anteriori al cristianesimo.
Esso (il culto mariano) non ha nulla a che vedere con la reale figura di Maria madre di Gesù del N.T.. Il Concilio di Efeso, condannando le dottrine del vescovo Nestorio, aveva dichiarato: ‘Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo’.
Da questa definizione i teologi trassero la conseguenza: se Gesù è vero Dio allora Maria è ‘Madre di Dio’. Quest’ultima affermazione, poggiando su un ragionamento filosofico ma non biblico, spalancò le porte alla fantasia religiosa e a un fanatismo mariano, sulla scia dei culti pagani delle Dee-Madri.
I romani avevano un culto speciale per la Dea Diana, simbolo della verginità, venerata come Dea e regina del cielo. I greci avevano invece la Dea Artemide, simbolo anch’essa della verginità e che aveva dato vita al mito di Diana per i romani. Potremmo dire che la Dea Diana e la Dea Artemide sono la stessa cosa.
Per capire meglio quanto si sta per dire leggere il capitolo 19 di Atti, nel quale si nota come ad Efeso (dove Maria fu proclamata ‘Madre di Dio’) gli uomini erano legati a questa figura di Dea-Madre in modo morboso. Questa tradizione pagana era diffusa non solo ad Efeso, ma in tutti i territori romani, greci e babilonesi.
La Dea Diana dei romani e la Dea Artemide dei greci erano associate e, in qualche modo, traevano origine entrambe, dal mito della Dea Semiramide dei babilonesi. In pratica, queste tre Dee riportavano di diverso solo il nome, ma gli aggettivi e gli attributi ad esse tributati erano pressoché gli stessi. Ad esempio, sia la Dea Diana che la Dea Artemide venivano ovunque chiamate ‘Madre di Dio’, ‘Madre del cielo’, ‘Regina del cielo’, ‘Onnipotente cui tutto è sottoposto’.
In molti paesi la Dea-Madre era la divinità più importante; era quella che genera, e per tanto era oggetto di un culto speciale. Paolo capì che la gente di Efeso era schiava di quella ‘Dea potente’ e che non potevano essere facilmente liberati.
Dovendo partire per la Macedonia, l’apostolo lasciò ad Efeso, Timoteo, perché curasse la piccola comunità cristiana, ma l’opposizione contro il cristianesimo era molto forte.
Ad Efeso, dopo questi fatti elencati nel capitolo 19 di Atti, convissero ancora anche se nettamente separati cristianesimo e paganesimo, finché gli Imperatori romani, Teodosio e Graziano dichiararono nel 380 con l’Editto di Tessalonica il cristianesimo religione di Stato (questo fu un altro evento decisivo che provocò l’introduzione in massa dei pagani nelle allora piccole comunità cristiane, che finì per paganizzare e romanizzare il movimento cristiano di ‘massa’ e che portò anche al culto verso la figura di Maria), proibendo nello stesso tempo tutti i culti pagani.
Leggiamo ora Atti 19:27-28,34: “…ma che anche il tempio della grande dea Diana non conti più, e che sia perfino privata della sua maestà colei che tutta l’Asia e il mondo adorano…<Grande è la Diana degli Efesini!>…<Grande è la Diana degli Efesini!>”; c. 19:35-36: “Allora il segretario calmata la folla, disse: <Uomini di Efeso, c’è forse qualcuno che non sappia che la città degli Efesini è la custode del tempio della grande Diana e della sua immagine caduta dal cielo? Queste cose sono incontestabili…>”.
Per quegli efesini, ma non solo, che fino a quel momento erano rimasti fedeli alle loro tradizioni pagane ed alla fede nella Dea Diana (o Artemide), si presentavano ora dei momenti difficili. Essi dovevano sottomettersi ad un Dio-Padre, sebbene nel loro cuore restassero fedeli a una Dea-Madre, Diana o Artemide.
Ma appena cinquant’anni più tardi dall’Editto di Tessalonica, del 380, nel 431 il Concilio di Efeso portò ad una svolta decisiva. È fuori di dubbio che già con Costantino e prima ancora, a causa dello gnosticismo, vi era stata una sorta di mescolanza fra il cristianesimo autentico e le tradizioni e filosofie pagane che finì poi nel processo finale del sincretismo (è nel periodo di paganizzazione e romanizzazione del cristianesimo di ‘massa’, e con il processo iniziale dello gnosticismo che si ultimò con il sincretismo, che vediamo prender vita gli esponenti cattolici che hanno fatto la storia della dottrina cattolica, suscitati e partoriti in tali periodi e sempre più in seguito da processi pagani fortemente acuti che nel tempo si sono definitivamente cronicizzati).
Ma il fare del cristianesimo una religione di Stato diede una svolta e uno slancio inaudito al paganesimo in seno alla cristianità di ‘massa’. È vero che la venerazione di Diana o Artemide con l’Editto di Tessalonica non fu più autorizzata, ma la Chiesa cristiana di ‘massa’ statalizzata diede a Maria il titolo di ‘Madre di Dio’ proprio ad Efeso nel 431 (mentre fino a quel momento era stata designata ufficialmente solo come madre di Gesù), e si cominciò a venerarla come tale. In tal modo ella veniva disonorata e ridotta al rango di una Dea, cosa che lei, proprio secondo le Sacre Scritture, non era e non avrebbe mai voluto essere.
Ora gli efesini, ma non solo, avevano di nuovo la loro Dea, un surrogato di Artemide e di Diana. In quel periodo un gran numero di pagani era entrato (erano stati costretti a motivo della persecuzioni nei loro confronti) a far parte delle comunità cristiane, portandovi nel segreto del loro cuore le credenze nelle divinità pagane.
Maria ora diveniva ‘Madre di Dio’ e ‘Regina del cielo’ come lo era stato in precedenza Diana (o Artemide). La proclamazione del dogma di Maria, come ‘Madre di Dio’, fu accolta ad Efeso con grandi esplosioni di Giubilo popolare, e il vecchio culto pagano, divenuto cattolico, si è protratto fino ai giorni nostri.
Paolo scrisse due lettere a Timoteo che si trovava ad Efeso, e in esse lo esortava a rimanere fedele alla Parola di Dio; ciò che hanno fatto molti veri cristiani fedeli alla Parola di Dio, che al tempo dell’uscita di tale dogma si opposero, dichiarando che era una cosa abominevole e che avrebbe ostacolato la vera conversione. Gli uomini non avrebbero trovato la salvezza poiché si sarebbero trovati asserviti all’antica Dea-Madre che aveva cambiato solo il nome, da pagano, a un nome cristiano.
Paolo aveva scritto a Timoteo (1 Timoteo 2:5-7) che l’unico intercessore (mediatore) fra Dio e gli uomini è Cristo Gesù. E in un’altra lettera Paolo dichiara (Galati 1:6-10) l’anatema per chi proclama un vangelo, una dottrina, un insegnamento diverso da quello autentico, perfino se fosse un angelo dal cielo a promuoverlo.
In Atti 4:12 gli apostoli Pietro e Giovanni sono concordi nel dire che non c’è intercessore al di fuori di Gesù Cristo e che non c’è altro nome dato agli uomini, per mezzo del quale si può essere salvati. Maria è un esempio di fede, non è lecito però rivolgerle preghiere, invocazioni, venerarla e considerarla la ‘Regina del cielo’, ‘Madre di Dio’; invece di onorarla, cosi facendo, si offenderebbe la sua memoria e si offenderebbe gravemente Dio, perché rappresenta idolatria. Anche nel giudaismo antico si hanno esempi di depravazione spirituale da parte degli israeliti riguardo al culto della Dea-Madre, della Regina del cielo (leggere, ad esempio, Geremia 7:18-19; Geremia 44:16-18 . Maria è madre della natura umana di Gesù, non di quella divina.
Cosa penserebbe Gesù oggi riguardo alla venerazione (‘Iperdulia), al culto e ad ogni altra forma di devozione che c’è verso la figura di Maria, o come dicono i cattolici ‘Madonna’?
Leggendo i vangeli ci si rende conto quale fosse l’idea di Gesù riguardo a Maria che egli designava come madre della sua natura umana e non di quella divina, ovvero, non ha mai detto nulla riguardo alla figura di Maria come se dovesse essere presentata o considerata Madre di Dio, secondo l’ideologia cattolica, ma, invece, mette nero su bianco come ella fosse semplicemente colei che aveva ospitato nel proprio grembo, non certo per opera sua, ma unicamente per opera dello Spirito Santo, il Figlio Eterno di Dio Padre.
Maria fu Madre a tutti gli effetti dell’uomo Gesù, che ella concepì, ma riguardo alla natura divina di Cristo (Dio incarnato)ella rivestì semplicemente il ruolo, o per meglio dire, fu un canale attraverso il quale l’Iddio Gesù poté venire nella natura di uomo sulla terra.
È chiaro che per attuare questo suo disegno divino, ovvero far sì che Egli potesse incarnarsi nella natura di uomo e venire nel mondo, doveva usare un canale umano (Maria).
Dio doveva, per potersi incarnare nella natura di uomo sulla terra oltre ad entrare divinamente nel grembo di Maria, ‘assoggettarsi’ alle leggi della natura e prendere un corpo umano attraverso un processo naturale umano comune, diverso solo per il concepimento verginale di Maria.
Come Dio si servì di Abraamo per attuare il suo patto divino, di Mosè per dare le sue leggi al suo popolo, e in generale si servì e si serve dei suoi servitori, taluni rivestendoli come profeti, taluni come guaritori, altri come evangelizzatori, ecc., di Maria, Dio si servì per poter assumere la natura di uomo sulla terra. Le aggiunte ideologiche cattoliche, e non solo, alla figura di Maria sono menzogna, filosofia, misticismo e paganesimo.
Maria era una serva di Dio, come lo erano e lo sono tutti gli altri suoi fedeli servitori.
Fare di Maria una divinità, con tanto di onore, gloria e venerazione (a Maria viene reso un culto speciale superiore a quello reso agli altri santi venerati, chiamato ‘Iperdulia’, mentre il culto ai santi viene chiamato ‘Dulia’), non solo offenderebbe gravemente Dio, ma ella stessa ne risulterebbe offesa, conoscendo bene che ogni forma di culto va reso solo a Dio (Luca 4:8), ovveroa Colui il quale ha creato ogni cosa. Secondo le Sacre scritture, per l’appunto, il vero credente, deve servire con adorazione, lode e ogni sorta di ringraziamenti, unicamente, Colui che lo ha creato e che ha il potere assoluto di salvarlo. Matt. 1:18-24; Luca 1:34-35; la divina Persona di Gesù entrò nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo.
Ella diede alla luce Gesù uomo, la sua natura umana, ma quella divina era preesistente e poté trovarsi nel grembo di Maria unicamente per opera dello Spirito Santo.
Fu la divina Persona di Gesù, la potenza dello Spirito Santo e del Padre a mettere in atto il meccanismo della gravidanza di Maria nella sua verginità. Ella in quanto donna, creatura, è madre del Gesù vero uomo, non del Gesù vero Dio, Creatore di ogni cosa. Gesù, nella sua natura incarnata di uomo, aveva un’anima, uno spirito e un corpo, ma aveva anche la natura e l’essenza divina; ovvero la Persona Spirituale Onnipotente del Gesù celeste s’incarnò in un corpo umano che aveva lo spirito e l’anima comune a tutti gli uomini sulla terra, e che però furono distinti dalla Divinità.
La Parola di Dio si era incarnata in un corpo umano dal quale era distinta. Maria è madre della natura umana di Gesù che comprende l’anima, lo spirito e il corpo, ma non dell’Essere divino. Secondo le Sacre Scritture: il Gesù divino ha solo un Padre (il Padre Altissimo), Colui che lo ha dall’eternità generato nel suo seno; Egli non ha una ‘Madre’, ma ha solo un Padre celeste; Maria, inoltre, che è una creatura, è stata ella stessa creata da Gesù. Il Gesù Dio è figlio unicamente del Dio Padre Altissimo.
Il Gesù uomo è figlio di Maria. Gesù Dio non ha un Padre e una Madre, ma solo un Padre, e solo da Lui è stato eternamente generato. La verginità di Maria è servita ad un tempo per dimostrare l’opera miracolosa del parto, ma anche la figliolanza e la natura divina e non carnale del Gesù Dio incarnato.
Matt. 1:18,20: “…si trovò incinta per opera dello Spirito Santo…..perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo”; Luca 1:35: “L’angelo le rispose: <Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio>”.
Il Padre di Gesù Dio è uno solo (Colui che lo ha generato dall’eternità), l’ Iddio Padre Onnipotente. Per il resto, come è detto in Marco 3:31-35, in Luca 8:19-21, e in Matt. 12:46-50 chiunque nella fede e in forma spirituale può, come meglio crede, sentirsi madre, sorella o fratello nei confronti della persona umana di Gesù (sembra che, nella circostanza dei versetti appena citati, Gesù fosse con i suoi discepoli in una casa; sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle quando vennero per incontrarlo aspettavano di fuori: Matt. 12:46-47; Marco 3:31-32 ).
Luca 11:27-28; tutti coloro che mettono in pratica la volontà di Dio sono beati e la loro beatitudine e il loro privilegio è maggiore della semplice maternità di Maria nei confronti dell’uomo Gesù, se non fosse però che anche ella fu credente e mise in pratica la volontà di Dio. Gesù, nel passo di Luca appena citato, vuole affermare che Maria non è più beata degli altri, per il semplice fatto che è stata sua madre, ma beati sono tutti coloro che praticano la volontà di Dio in modo efficiente.
Il Gesù Dio (la Persona divina Gesù) è Colui che assieme al Padre e allo Spirito Santo (eterni e preesistenti) ha creato ogni cosa; come può Maria essere madre della divinità di Gesù? Ella riguardo alla divinità di Gesù figura solo come ‘madre adottiva’, come del resto Giuseppe figura come ‘padre adottivo’ sia per la divinità di Gesù, ma anche (a differenza di Maria) per quella umana, della quale invece Maria è madre a tutti gli effetti. Rimasi sconcertato in una occasione quando, da parte di uno studioso cattolico, mi fu detto che Maria, in ogni caso, solo per il fatto di essere stata prescelta per concepire Gesù, fosse davanti a Dio la figura umana superiore e rivestita di maestà più di ogni altra creatura.
In pratica, mi fu fatto figurativamente un esempio del genere: una scala con dei gradini, sull’ultimo gradino c’era Dio, subito dopo veniva la Madonna, San Giuseppe e in seguito tutti gli altri angeli e santi. Si spiega perché i cattolici si volgono verso Maria in modo particolare, perché la ritengono dopo Dio ‘la mediatrice per eccellenza’ superiore a ogni altro ‘santo intercessore’. Dietro a tutto ciò, chiunque abbia una vera conoscenza biblica, può riscontrare con estrema facilità la natura carnale e pagana di tali ideologie.
Gesù prevedendo che ciò sarebbe accaduto fece in modo che Maria non fosse mai presa in considerazione più del dovuto (Matt. 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 8:19-21; Giov. 2:3-7; Luca 11:27-28), e a chi si rivolse a Lui ponendo un’enfasi non biblica riguardo alla persona di Maria, Egli rispose: “Mentr’egli diceva queste cose, dalla folla una donna alzò la voce e gli disse:<Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!>. Ma egli disse:< Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!>” (Luca 11:27-28).
Comprendiamo il messaggio di Gesù di quest’ultimo passo e proviamo a pensare cosa risponderebbe Egli oggi nei confronti di coloro che certamente non si limitano solamente a quanto accade nel passo, ma rivolgono a Maria infinite preghiere (rosari, ecc.), la invocano pur essendo ella defunta, la venerano e ne sono infinitamente devoti.
Ad aumentare il culto verso Maria vi sono le numerose apparizioni di quest’ultimo secolo; tutto ciò non solo ha alimentato nuove e controverse forme di pietà popolare, ma ne ha stabilizzato, in modo più forte, il culto in generale nei riguardi della persona di Maria.
A tal riguardo, in Galati 1:6-10, Paolo dichiara che quand’anche scendesse un angelo dal cielo e portasse un insegnamento, una dottrina, o rivelazioni estranee ed opposte all’insegnamento delle Sacre Scritture sia anatema. In pratica, la ‘Madonna’ nelle sue varie apparizioni ha detto e dichiarato tantissime cose estranee e opposte al messaggio biblico, quindi, non può trattarsi di un messaggero o inviato di Dio.
Di conseguenza, tutto ciò, invece di rafforzare il culto avrebbe dovuto far verificare il contrario. Del resto chi è lontano dalla verità non può, con le sole proprie ‘forze’, comprendere i segni e gli avvenimenti discernendo quelli ‘divini’ da quelli non ‘divini’.
Nella Sacra Scrittura è con forza affermato che non vi è un altro nome all’infuori del nome di Gesù, per il quale si possa essere salvati; di conseguenza l’invocazione della Madonna risulta vana, inutile e provocatoria nei confronti di Dio e dell’opera salvifica di Cristo Gesù (Atti 4:12). Nella Sacra Scrittura è chiaramente detto che è proibito invocare i morti, esserne devoti, porgere loro preghiere e venerarli; ciò, oltre ad essere offensivo riguardo a Dio, risulta essere certamente un culto che non porta ad alcun minimo beneficio; anzi! Lev. 19:31; Lev. 20:6; Isaia 8:19-20.
La Scrittura, inoltre, dichiara, in modo molto chiaro e preciso, di non venerare gli angeli e alcun’altra creatura e quindi anche Maria: Colossesi 2:18-19; Ap. 22:8-9; c. 19:9-10. È proibito non solo venerare le creature, ma peggio ancora farlo attraverso loro immagini e sculture: Deut. 5:8-10; Esodo 20:4-6. La Sacra Scrittura indica Gesù Cristo come l’unico intercessore, mediatore fra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5-7).
Questo principio di ispirazione divina viene contraddetto dall’ideologia cattolica (e non solo) come lo si vede nel codice del Catechismo cattolico, dove Maria viene indicata come ‘la mediatrice per eccellenza’. A dirla tutta, la Chiesa Cattolica, ritiene come intercessori e mediatori tutti i suoi ‘santi’ morti canonizzati e gli angeli.
Anche in questo studio abbiamo visto come, molto dell’insegnamento e delle dottrine cattoliche, siano opposte all’insegnamento contenuto nelle Sacre Scritture. Maria è chiaramente una santa che è vissuta in umiltà e fedeltà al Signore; è un esempio per tutti come lo sono tanti altri santi morti (attenzione, con la parola ‘santi’, in questo caso, non si intendono però ‘i santi’ del culto cattolico in generale, a parte molti di quelli dell’epoca apostolica e della Chiesa primitiva, ritenuti giustamente santi dalla medesima Chiesa) di ogni epoca che sono vissuti con fedeltà vera al comandamento del Signore.
I testi citati: Matt. 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 8:19-21; Luca 11:27-28, Giov. 2:3-7 mostrano che il Signore ha sempre vigilato affinché gli uomini (e anche Maria stessa) non attribuissero alla figura della madre di Gesù un rango più elevato degli altri, né una parte nel suo ministero.
In Giov. 2:1-12, alle nozze di Cana, Maria vede con gioia che Gesù si manifesta come Messia e crede alla sua missione. Cristo si oppone con rispetto, ma con fermezza, all’intervento inopportuno di sua madre; v. 4: “Gesù le disse: <Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta>”.
Le fa comprendere che ella non deve entrare in rapporto col suo ministero esclusivo di Messia e Salvatore. Come figlio le mostra rispetto, come Messia, Salvatore e Dio la mette sullo stesso piano dei suoi discepoli, poiché Maria, come chiunque altro, aveva bisogno della salvezza offerta da Cristo. “L’ora mia non è ancora venuta” (Giov. 2:4; Giov. 2:11).
Questa frase di Gesù sta a significare che non era ancora venuto il momento in cui Gesù doveva compiere il primo miracolo ufficiale, e Maria sua madre, a differenza di come interpretano i teologi cattolici, non doveva avere alcuna parte nel suo esclusivo ministero di Messia: “Che c’è fra me e te, o donna?”.
Per capire ulteriormente il distacco che Gesù voleva intendere quando parlò così a Maria, riguardo al suo ministero esclusivo di Messia e di Salvatore nel c. 2:4 di Giovanni, è bene leggere: Marco 5:7-8 “e a gran voce disse: <Che c’è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi>. Gesù, infatti, gli diceva: <Spirito immondo, esci da quest’uomo!>”. Il “che c’è fra me e te” nel c. 2:4 di Giovanni vuol rendere chiaro come Gesù ponesse Maria, riguardo al suo ministero di Salvatore, sullo stesso piano dei suoi discepoli.
Egli ripeté che il legame spirituale, che lo univa ai discepoli, aveva più valore di qualsiasi legame carnale: Matt. 12:50 “ Poiché chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre”. Il “che c’è fra me e te”, dà ad intendere come per Gesù, il rapporto di Salvatore e Messia nei confronti di sua madre non era più elevato di quello con i suoi discepoli; ella, pur essendo la madre della sua natura umana, aveva bisogno come tutti di essere salvata tramite il ministero di Gesù Cristo.
Maria occupa un posto unico nella storia del cristianesimo come madre del Messia, del Gesù uomo (Luca 1:48: “…Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”), perché ha avuto l’onore di essere la madre della natura umana di Gesù, il canale attraverso il quale, il divino Gesù preesistente è entrato nel mondo (attraverso il grembo materno di Maria) per opera dello Spirito Santo.
La ‘donna’ di Apocalisse cap. 12.
Molti teologi cattolici vedono, stoltamente, nella ‘donna’ di Ap. c. 12 la figura di Maria elevata al rango di ‘Regina del cielo’. Altri teologi cattolici pensano che la ‘donna’, del passo in questione, figuri la Chiesa, altri ancora l’una e l’altra cosa, in maniera sovrapposta.
È del tutto evidente che c’è un bel po’ di incertezza e confusione in ambito cattolico, e non solo, riguardo all’interpretazione del passo che stiamo per trattare a proposito della ‘donna’.
La ‘donna’, ivi menzionata, rappresenta, invece, l’antico popolo di Dio, Israele. La ragione per cui Israele (la ‘donna’) è perseguitato dal dragone è che esso ha dato al mondo la testimonianza di Dio (le Sacre Scritture) e il Salvatore (Cristo Gesù).
D’altro canto, Israele, numerosissime volte nelle Sacre Scritture, viene presentato e figurato come una ‘donna’ (a volte fedele, a volte infedele), ciò avviene anche per descrivere e presentare spesso gli altri popoli della storia biblica.
Cito gli esempi che ritengo più rilevanti: Galati 4:21-26 “…Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre…”; Osea 2:16-19: “…dice il SIGNORE, <che tu mi chiamerai: Marito mio…>”; Geremia 31:22: “Fino a quando te ne andrai vagabonda, figlia infedele? Poiché il SIGNORE crea una cosa nuova sulla terra: la donna che corteggia l’uomo”; Isaia 54:5-6: “Poiché il tuo creatore è il tuo sposo…Poiché il SIGNORE ti richiama come una donna abbandonata, il cui spirito è afflitto, come la sposa della giovinezza..”; Isaia 50:1: “..Dov’è la lettera di divorzio di vostra madre, con cui io l’ho ripudiata?… per i vostri misfatti vostra madre è stata ripudiata”; Osea 2:2: “Contestate vostra madre, contestatela! perché lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito!..”; Osea 2:19: “Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità…”; Michea 4:10: “Soffri e gemi, figlia di Sion, come donna che partorisce, perché ora uscirai dalla città, abiterai per i campi, e andrai fino a Babilonia…”; Geremia 4:31: “Odo infatti dei gridi come di donna che è nei dolori; un’angoscia come quella di donna che è nel suo primo parto; è la voce della figlia di Sion…”; Geremia 46:11: “Sali a Galaad, prendi del balsamo, o vergine, figlia d’Egitto!..”; Isaia 47:1: “Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia di Babilonia..”; Geremia 18:13: “..La vergine, d’Israele ha fatto una cosa orribile, enorme”; Geremia 31:4: “Io ti ricostruirò e tu sarai ricostruita, vergine d’Israele..”; Isaia 1:8: “La figlia di Sion è rimasta ….come una città assediata”; Sofonia 3:14: “Prorompi in grida di gioia, o figlia di Sion. Alza grida di esultanza, o Israele…”; 2 Re 19:21: “..La vergine figlia di Sion ti disprezza, si fa beffe di te; la figlia di Gerusalemme scrolla il capo dietro a te”; Zaccaria 9:9: “Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme…”; Lamentazioni 4:22: “Il castigo della tua iniquità è finito, o figlia di Sion!…”; Osea 2:2-7; Ezechiele c. 16; Ezechiele c. 23; Amos 5:2; Isaia 22:4; c. 23:12; c. 37:22; c. 47:7-9; c. 52:1-2; c. 62:11-12; Geremia 4:11; c. 8:19-22; c. 13:21; c. 14:17; c. 22:23; c. 46:24; Lament. 1:1,6; c. 1:15; c. 2:1-18; c. 3:48.
Dopo aver visto come tantissimi profeti presentano molteplici volte Israele come una ‘donna’, non dovrebbe più sorprendere il fatto che la ‘donna’ di Ap. c. 12 sia Israele. Tra l’altro, lo stesso veggente Giovanni, nella sua composizione del libro dell’Apocalisse, presenta il popolo infedele di Dio ugualmente come una ‘donna’ (la ‘meretrice’, la ‘prostituta’).
È chiaro che, nel parlare della grande tribolazione, il veggente descrive, da una parte, l’Israele di Dio (c. 12) sotto le vesti di una ‘donna’ comune ai profeti, da un’altra parte (c. 17-18) l’infedele popolo sotto le vesti di una ‘donna’ meretrice, prostituta, che è adultera nei confronti di Dio.
Nel parlare di Babilonia la grande (la ‘donna prostituta’), trattando il periodo della tribolazione prima del Regno di Dio e del giudizio finale, Giovanni spreca due capitoli interi (c. 17-18) nel descriverla, e vuoi che non abbia dedicato un solo capitolo al popolo fedele di Dio, l’Israele vero (la ‘donna’ del c.12)?
La meretrice (Babilonia la grande)è anch’essa presentata come una ‘donna’, la stessa cosa avviene anche per l’Israele fedele (c. 12). Si ha, come un parallelismo, da una parte la ‘donna’ del c. 12 (l’Israele vero, fedele), dall’altra parte la ‘donna’ infedele, la ‘prostituta’ (c. l7-18), la ‘meretrice’ (“BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA”: c. 17:5).
Ma leggiamo i versi più interessanti riguardo alla ‘donna’ meretrice: c. 17:3-6 “…e vidi una donna seduta sopra una bestia… La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle…. E vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù”; c. 17:18: “La donna che hai vista è la grande città che domina sui re della terra”; c. 18:7-10: “Datele tormento e afflizione nella stessa misura in cui ha glorificato se stessa e vissuto nel lusso. Poiché dice in cuor suo: <Io sono regina, non sono vedova e non vedrò mai lutto!>…I re della terra, che fornicavano e vivevano in lascivie con lei, quando vedranno il fumo del suo incendio piangeranno e faranno cordoglio per lei. Spaventati dai suoi tormenti se ne staranno lontani e diranno: <Ahi! Ahi! Babilonia, la grande città, la potente città! Il tuo giudizio è venuto in un momento!>”.
Babilonia la grande, nel passo dell’Apocalisse in questione, è chiaramente la figura del popolo infedele di Dio, sotto tutti gli aspetti.
Nel c. 12:1 si descrive la futura gloria celeste d’Israele (la ‘donna’), mentre nel c. 17:4 si vede come la ‘donna’ meretrice (Babilonia la grande) abbia una gloria ricevuta dall’uomo e non da Dio e al c. 18:7 si legge come verrà punita nella stessa misura in cui si è autoglorificata. Babilonia la grande al c. 17 rappresenta la falsa religione mondiale (che ovviamente raggrupperà tutte le più importanti ideologie religiose menzognere), mentre al c. 18 rappresenta il potere commerciale e politico mondiale, senza scrupoli, del mondo globale di quel tempo.
Nel c. 12 dell’Apocalisse viene, poi, detto che la ‘donna’ fugge nel deserto per 1260 giorni (l’ultima e tremenda fase della grande tribolazione, infatti, essa, secondo il testo apocalittico, dovrebbe durare, completamente, sette anni), subisce un attacco dal serpente che non è un attacco spirituale, ma fisico sulla terra, ed, infine, è nutrita sempre per quei 1260 giorni (tre anni e mezzo) nel deserto.
È fin troppo chiaro che la ‘donna’, in questione, non può essere, in alcun modo, Maria; che ci andrebbe a fare nel deserto, rifugiata, per 1260 giorni? Per quale motivo e come dovrebbe essere nutrita Maria e quali attacchi terrestri Satana potrebbe e dovrebbe attuare contro di lei? Se parla di Maria, sembrerebbe strano che Satana perseguiti un’anima che è in cielo con Dio, tanto da costringerla a fuggire (come se Dio lasciasse che le anime sante dei defunti, che vanno in paradiso, possano essere perseguitate da Satana anche in cielo).
Vediamo nel c. 12:15-16: “Il serpente gettò acqua dalla sua bocca, come un fiume dietro alla donna, per farla travolgere dalla corrente. Ma la terra soccorse la donna: aprì la bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla sua bocca”.
Quest’acqua, come un fiume contro la ‘donna’, figura alcuni popoli che aizzati dal serpente attaccheranno Israele che quasi miracolosamente resterà illeso, forse per aiuto di nazioni amiche o per eventi soprannaturali, oppure tutte e due le cose insieme.
Ap. 17:15: “…<Le acque che hai viste e sulle quali siede la prostituta, sono popoli, moltitudini, nazioni e lingue>”; Salmo 18:16-19: “Egli tese dall’alto la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque. Mi liberò dal mio potente nemico, da quelli che mi odiavano, perch’eran più forti di me…”; Isaia 17:13: “Le nazioni rumoreggiano, come rumoreggiano le grandi acque. Ma egli le minaccia, ed esse fuggono lontano”; Geremia 47:2-4: “Così parla il SIGNORE: <Ecco, delle acque salgono dal settentrione; formano un torrente che straripa; esse inondano il paese e tutto ciò che contiene, …perché giunge il giorno in cui tutti i Filistei saranno devastati…”; Isaia 60:5: “Allora guarderai e sarai raggiante… poiché l’abbondanza del mare si volgerà verso di te, la ricchezza delle nazioni verrà a te”; Isaia 8:7-8: “ecco, il SIGNORE sta per far salire su di loro le potenti e grandi acque del fiume, cioè il re d’Assiria e tutta la sua gloria…”; Salmo 46:3-6: “se le acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano… Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la terra si scioglie”.
Diventa chiaro come al v. 15-16 si parli di un attacco terrestre verso il popolo d’Israele e non verso Maria che è in cielo con Dio, con gli angeli e gli altri santi. Come già detto all’inizio dell’argomentazione, che stiamo trattando, alcuni teologi cattolici pensano che nel c. 12 si presenti la figura di Maria, ma anche della Chiesa in maniera sovrapposta; ovvero in un tempo Maria, in un altro tempo la Chiesa perseguitata.
Dal v. 1 al v. 5 la ‘donna’ figurerebbe Maria, dal v. 6 in poi, invece, la Chiesa perseguitata dal serpente. Questo mutamento è assai artificioso ed ignobile; riguardo ad Israele (ed alla Chiesa) si parlerebbe solo della persecuzione (e non della gloria futura), mentre il v. 1, che parla, invece, della futura gloria celeste, del regale premio del popolo di Dio, rappresenterebbe solo la gloria di Maria come ‘Madre di Dio’. Il v. 1 dice: “Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo”.
Il rivestimento del sole e la luna sotto i piedi indicano la gloria celeste futura del popolo di Dio; la corona sul capo della ‘donna’ rappresenta il titolo regale d’Israele (Ezechiele 16:12); le dodici stelle rappresentano le dodici tribù d’Israele (è chiaro che nella figurazione dell’Israele regale, sotto le vesti di una ‘donna’, la Chiesa vi faccia parte, d’altronde,l’Israelespirituale è il popolo credente di Dio per mezzo di Cristo Gesù, di ogni nazione e parte del mondo. Gesù stesso disse che ‘Giudeo’ non era chi lo era secondo la carne, ma chiunque avrebbe fatto la volontà di Dio).
A mio avviso il capitolo 12 si divide, invece, in una visione nel cielo dell’Israele vero (la ‘donna’), Chiesa inclusa, che figura la gloria futura del popolo di Dio, e in una visione terrena che figura la persecuzione letterale sulla terra del popolo ebreo (Israele: Ap. 12:13-16) e in un secondo momento anche della Chiesa vivente sulla terra (Ap. 12:17).
Non c’è un mutamento di soggetto, ma solo un mutamento di proiezione profetica nei riguardi d’Israele; si passa da una visione nel cielo a una visione sulla terra, infatti, la ‘donna’ fugge nel deserto e viene perseguitata sulla terra; è chiaro, quindi, che la visione dal cielo (v. 1) si è spostata sulla terra (v. 6,13-16).
C’è da chiedersi (tra le altre cose) perché debba avvenire un mutamento di soggetto, vale a dire perché la ‘donna’ dovrebbe indicare Maria, in un primo momento, e, solo dopo, indicare Israele (o come secondo alcuni teologi cattolici la Chiesa)?
Sin dai tempi antichi a Israele era stata promessa la gloria celeste, rappresentata nel v. 1 del c. 12 di Apocalisse. Qui invece se crediamo che al v. 1 si descrivi Maria e la sua gloria, riguardo ad Israele viene menzionato, almeno non in questa visione, solo persecuzione e non la speranza finale della gloria. Leggendo il c. 12, per intero, si comprende bene come la ‘donna’ glorificata è anche quella che partorisce ed è anche quella che viene perseguitata sulla terra dal serpente; quando e come dovrebbe avvenire il mutamento da Maria a Israele (o la Chiesa)?
Al v. 1 il veggente descrive una visione celeste della gloria futura d’Israele (e della Chiesa), più avanti descrive una visione sulla terra riguardo alla stessa ‘donna’ descrivendo, invece, la tribolazione e la persecuzione che l’Israele ancora sulla terra (e in seguito anche la Chiesa) dovrà subire prima che venga il giorno della coronazione e della gloria completa.
A portare molti teologi cattolici a credere che la ‘donna’ di Ap. c. 12 sia Maria sta il fatto che questa ‘donna’ (v. 2) viene presentata, nella visione, come incinta e partoriente un figlio maschio, il quale deve reggere tutte le nazioni con una verga di ferro (v. 5).
Bisogna, innanzitutto, dire che qualsiasi interpretazione si voglia dare alla figura del figlio partorito, sarebbe molto strano, se credessimo che la ‘donna’ fosse Maria, il fatto che al figlio (che quindi sarebbe Gesù) non vengano dedicati elementi di gloria (v. 2-5), almeno simili a quelli dedicati secondo molti teologi cattolici a Maria nel v. 1. Invece, del figlio viene detto solo che reggerà tutte le nazioni con una verga di ferro, mentre Maria da sola verrebbe presentata con immensa gloria e regalità celeste (v. 1).
Parlando del ‘figlio maschio’, pur ritenendo sufficientemente valida la tesi di molti studiosi evangelici (ma non troppo perché presenta i suoi problemi)che questi figuri Gesù, che venne dal popolo d’Israele (dalla ‘donna’), ovvero che, in pratica, venne partorito nel mondo da esso; bisogna dire, comunque, che vi sono alcune tesi forse più attendibili, ma non è l’occasione adatta per discuterle, ci vorrebbero troppe parole per renderle chiare ed accettabili.
Lo scopo di questo studio è un altro, ovvero far venire alla luce l’identità vera della ‘donna’ di Ap. 12. Ad ogni modo quel che c’è di certo è che la ‘donna’ in questione non è Maria; si noti anche il fatto che dopo che il figlio è stato partorito e rapito verso Dio (v. 5) e dopo che Michele e i suoi angeli combattono contro Satana e i suoi angeli (v. 7-9), al v. 13 è scritto: “Quando il dragone si vide precipitato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figlio maschio”; al v. 14: “Ma alla donna furono date le due ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto, nel suo luogo, dov’è nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontana dalla presenza del serpente”.
(I 1260 giorni del v. 6 sono la stessa cosa di, un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, inoltre, lo sono anche quando si parla di 42 mesi: Ap. 13:5; il calendario ebraico era di 360 giorni l’anno, perché usavano il calendario lunare anziché quello solare, quindi ogni mese era di 30 giorni; 42 mesi fanno esattamente 1260 giorni o tre anni e mezzo; come vedete le date profetiche riguardo a quest’avvenimento sono precise e concordano tra loro).
È chiaro che Satana perseguita la stessa ‘donna’ che aveva partorito il ‘figlio maschio’ e questa stessa ‘donna’, e non un’altra, si rifugia per 1260 giorni nel deserto. È evidente che non c’è alcun mutamento di soggetto; come potrebbe Maria essere perseguitata da Satana, essendo oggi in cielo con Dio? E perché dovrebbe rifugiarsi ed essere nutrita nel deserto? Il passo dice chiaramente che è la stessa ‘donna’ che ha partorito che si rifugia nel deserto; perché i teologi cattolici qui mutano la figura di Maria in quella della Chiesa? Perché sarebbe impossibile far passare per vero, che al tempo della grande tribolazione (la quale, dunque, sarebbe un evento futuro…), Maria debba, in qualche modo, scappare, rifugiarsi, essere nutrita nel deserto, ed essere anche attaccata (v. 15-16) da un esercito di uomini terrestri, essendo, invece, un’anima che sta in cielo che aspetta, come le altre anime salvate, la resurrezione corporale. Voi avete visto un mutamento di soggetto nello scritto di questo passo ispirato? Qui si parla sempre della ‘donna’ Israele e mai di Maria.
È utile sapere che non bisogna seguire il concetto di consecuzione, o non, degli eventi col solo criterio dei capitoli e dei versetti numerati, perché questi furono aggiunti dopo dall’uomo, ed è facile pensare che la loro collocazione, spesso, non essendo ispirata, possa ostacolare la consecuzione dovuta agli eventi rivelati e che, quasi mai, sono utili a spiegare o facilitare tale apprendimento riguardo agli eventi, tuttavia, questo metodo è assai utile per trovare i passi e i versi desiderati con facilità, ma, al di là di tale scopo, non bisogna utilizzarlo.
Giovanni scrisse l’Apocalisse (o rivelazione di Gesù)come si scrive una comune lettera, senza mettere capitoli o versetti numerati, quindi, sarebbe utile a tutti usare un criterio più elevato riguardo ai passi (in questo caso dell’Apocalisse), identificando la consecuzione o non, degli eventi, senza tener conto dei capitoli o versetti numerati. Durante gli ultimi tre anni e mezzo (o 1260 giorni, o un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, o 42 mesi) della grande tribolazione la ‘donna’ (Israele), che ormai non sarà più una nazione nel senso di uno Stato come lo è oggi, dopo aver avuto un attacco da parte del serpente (il dragone), fugge e trova un riparo nel deserto, dove viene nutrita malgrado le sanzioni ordinate dall’Anticristo: Ap. 12:6; c. 12:14.
Durante l’attacco del serpente (che simbolicamente sta a significare che popoli nemici si raduneranno per attaccare lo Stato d’Israele, il quale soccombendo, a causa di tale attacco, non rimarrà altro che un popolo disperso che fuggirà nel deserto: Matt. 24:15-22; Marco 13:14-20), la stessa terra prende le difese della ‘donna’: Ap. 12:14-16 (forse nazioni amiche o eventi soprannaturali, o entrambi, aiuteranno il popolo ebreo e questi, in qualche modo, avrà il tempo di fuggire nel deserto, nel quale sarà protetto dai nemici).
Durante il regno dell’Anticristo è probabile che gli ebrei trovino un rifugio in Transgiordania e fin nel deserto della Siria. Infatti, Daniele spiega che l’Anticristo entrerà in Palestina per schiacciare i giudei ma “Edom, Moab e la parte principale dei figli di Ammon” scamperanno dalle sue mani: Daniele 11:41. I fuggitivi (Matt. 24:15-22; Marco 13:14-20; Isaia 26:20-21; Gioele 3:14-16; Sofonia 2:1-3) che si nasconderanno in quei territori, troveranno scampo e nutrimento per il resto della tribolazione.
A questo punto Satana (il ‘serpente’) non potendo più far niente alla ‘donna’ fuggita (il popolo ebreo che mediante la predicazione dei due testimoni: c. 11:1-14, e dei 144.000: c. 7:1-8, almeno in parte, si è convertito a Cristo, prima dell’attacco allo Stato d’Israele) che sarà dispersa nel deserto, sempre nelle vesti dell’Anticristo, si scaglia contro il ‘rimanente’ fedele: v.1 7 (gli individui e non la nazione), coloro che sono ancora nel paese e che non sono fuggiti nel deserto quando è scoppiato l’attacco tremendo verso il popolo d’Israele, a metà periodo della tribolazione: Matt. 24:15-22, Marco 13:14-20 (la tribolazione durerà sette anni, a metà di questo periodo, ciò dovrebbe avvenire e durare per tre anni e mezzo circa, ovvero 1260 giorni, 42 mesi); in più e soprattutto non risparmierà assolutamente (v. 17)“…quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù…”, ovvero i cristiani, di ogni nazione e parte del mondo, che si saranno convertiti al Salvatore dopo il rapimento della Chiesa che avverrà poco tempo prima dell’inizio della tribolazione che durerà sette anni.
Questi verranno tremendamente perseguitati, torturati e uccisi dal regime dittatoriale omicida dell’Anticristo, poco tempo dopo l’attacco degli eserciti sferrato alla nazione d’Israele e per i restanti tre anni e mezzo della tribolazione. È chiaro che mentre al v. 1, parlando della gloria futura d’Israele nel Regno di Dio, è implicita anche la figurazione della Chiesa, nelle fasi successive vediamo come riguardo alla persecuzione, da parte del serpente, alla ‘donna’, che ha partorito, sia da identificare, in un primo momento, precisamente solo il popolo ebreo, mentre i credenti cristiani perseguitati, di ogni razza e parte del mondo, compaiono solo nel v. 17, quando l’Anticristo, non potendo quasi più far niente contro la ‘donna’ (il popolo ebreo rifugiato nel deserto), rivolge la sua tremenda attenzione sul mondo cristiano in generale, applicando normative omicida contro di esso.
Ad ogni modo non si pretende con certezza di aver descritto gli eventi futuri, nelle Sacre Scritture narrati, con dettagliata precisione, in quanto Dio solo può sapere, nei dettagli, cosa accadrà. Qui ho voluto solo rendere chiara l’identificazione della ‘donna’ con Israele (e con l’Israele futuro e la sua gloria comprendente anche la Chiesa: v. 1); comprenderete che elencare ulteriori particolari, mi avrebbe distolto dallo scopo iniziale che era quello di detronizzare il culto verso la ‘Madonna’. Si dovrebbe scrivere un intero libro esclusivamente per il c. 12 di Apocalisse per poterne trattare gli eventi in modo consecutivo e completo. (Ap. 12:4; la caduta della terza parte delle stelle del cielo sulla terra potrebbe significare che il potere di Satana si estende sia nei cieli sia sulla terra o anche, come è più probabile, la caduta dei suoi angeli assieme a lui sulla terra, a causa della perdita della battaglia nel cielo con Michele e i suoi angeli che avverrà in quel tempo e in modo spirituale, invisibile e soprannaturale: Ap. 12:7-9.
Dopo tale avvenimento Satana e i suoi angeli non potranno avere più accesso in cielo, come invece avviene ancora oggi: Ap. 12:10-12; Giobbe 1:6-7; c. 2:1-2, ma saranno sconfinati, in modo definitivo, sulla terra ed è per questo che il loro potere di azione sul mondo, secondo le Sacre Scritture, aumenterà). Secondo le Sacre Scritture, sembra che l’Anticristo debba governare a livello mondiale in modo globale per sette anni (Daniele 9:27; ‘settimana’ di anni), ma a metà di quei sette anni dopo che avrà regnato per tre anni e mezzo e si sarà prodigato efficientemente (ma falsamente)per promuovere la pace mondiale (anche se non mancheranno, tuttavia, casi sporadici di guerre nel mondo, in qualche modo, in questo primo periodo della tribolazione, ci riuscirà quasi ad un livello globale), si rivelerà (dopo quei primi tre anni e mezzo) drasticamente per quello che egli, in realtà, è; si rivelerà come un tremendo distruttore e omicida (e ciò sarà in concomitanza con il potere datogli dal dragone: Ap. 13:2-5,7) e vi saranno guerre devastanti nel mondo intero per tutto il resto degli ultimi tre anni e mezzo.
Probabilmente all’inizio dei sette anni stipulerà trattati di pace con e fra molte nazioni, promuovendo la diplomazia pacifista. Infatti, in Daniele 9:27 è detto che in mezzo alla settimana (sette anni) quindi dopo tre anni e mezzo e per i restanti tre anni e mezzo (vedere: Ap. 13:5; 42 mesi = tre anni e mezzo), l’invasore, l’Anticristo, farà cessare sacrifici e offerta (probabilmente egli stesso prima ne promuoverà la restaurazione a Gerusalemme, assieme alla ricostruzione del tempio) oltre a rompere i trattati di pace, che prima avrà stipulato, e commetterà le cose più abominevoli mai accadute sulla terra; ucciderà i veri cristiani e coloro che gli saranno avversari nei suoi scopi: Ap.13:7. Sarà in quel tempo che molti ebrei convertiti, e non, fuggiranno nel deserto e troveranno scampo (la ‘donna’ che fugge); molti altri invece, i convertiti a Cristo di ogni nazione e contrari al regime dell’Anticristo, troveranno la morte, ma il loro premio sarà grande: Ap. 20:4-6, essi regneranno con Cristo sulla terra, assieme alla Chiesa rapita e ai morti resuscitati di ogni tempo, e in seguito tutti i credenti vivranno su una nuova terra (che avrà un nuovo cielo e non ci sarà più il mare), nella Gerusalemme celeste davanti alla presenza di Dio.
La progenie della donna di Genesi 3:15.
Un altro passo che i teologi cattolici prendono per sostenere, non si riesce a capire in che modo, la dottrina del culto a Maria è Genesi 3:15: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno”.
Il passo dice che la progenie (Gesù Cristo)della ‘donna’ schiaccerà il capo del serpente, ovvero lo vincerà del tutto (questo è avvenuto spiritualmente sulla croce e concretamente avverrà, secondo le Sacre Scritture, al giudizio finale quando Satana e i suoi verranno eternamente rinchiusi nell’inferno); il serpente, d’altra parte, ha ferito questa progenie (Gesù Cristo) al calcagno, ovvero disegnò e attuò la morte di Gesù, con la quale, poi, lo stesso serpente è stato sconfitto. Come si fa qui in questo passo a vedere la figura di Maria, o addirittura Maria, come ‘Madre di Dio’, col suo culto secondo l’ideologia cattolica? Qui, al contrario, si profetizza la venuta di Gesù che avrebbe sconfitto Satana (con la sua morte espiatoria sulla croce). Perché fare di questo passo un qualcosa che indichi, ad esempio, Maria come ‘Madre di Dio’ o il culto da renderle? Voi vedete qualcosa di tutto ciò in questo passo?
Molte volte, tanto per citare un esempio, mi è capitato di vedere immaginette e statuette della Madonna con un serpente alla loro base, la cui testa era schiacciata dai piedi, appunto, della Madonna. Tutto ciò è offensivo nei riguardi di Gesù e della sua opera salvifica. È Gesù che ha schiacciato la testa al serpente, con la sua morte sulla croce.
In più Egli se ha potuto, spiritualmente, vincere definitivamente Satana, è perché Egli stesso è Dio; la gloria per la salvezza dal peccato, secondo le Sacre Scritture, va solo al Signore, Colui che per grazia, ha annientato il potere del peccato e la pena che esso comportava per i suoi figlioli. Come si può pensare che una creatura (Maria),per quanto umile e santa possa essere stata, abbia potuto avere tale potenza per poter far questo, quando, dalla Bibbia, invece, emerge chiaramente e ripetutamente che la salvezza viene solo da Dio, per mezzo del suo unigenito Figliuolo, Cristo Gesù?
Altri passi della Bibbia presi dai teologi cattolici.
I teologi cattolici prendono anche questi versi, che sto per citare, per appoggiare le loro inique dottrine, riguardo al culto da rendere a Maria e al titolo di ‘Madre di Dio’ che al suo nome impongono.
Giov. 19:25-27; vedendo il dolore di Maria, sua madre, Gesù volle onorarla e la consegnò alle cure dell’apostolo che egli amava (Giovanni); ciò avvenne perché i suoi fratelli carnali, vivevano in Galilea: Matt. 13:53-58; Matt. 6:1-6 (avevano la residenza lì), anche perché, inoltre, con molta probabilità non erano ancora credenti (infatti, vediamo che probabilmente, solo dopo la resurrezione, essi credettero al ministero di Gesù: Giov. 7:3-9; Atti 1:14), in più, perché non era improbabile che fossero già sposati (1 Corinzi 9:5) e quindi, tirando le somme, non potevano, appieno curarsi di Maria, loro madre, forse neanche confortarla con il giusto spirito da credente, come Giovanni, invece, avrebbe fatto. E, infatti, vediamo che da quel momento il discepolo la prese in casa sua. Anche qui nulla che confermi minimamente le dottrine mariane cattoliche.
Proseguiamo:
Luca 1:42; le parole dette ad alta voce da Elisabetta: Luca 1:42 “… Benedetta sei tu fra le donne…”, danno l’idea di come a Maria era stato dato un onore più grande che a tutte le altre donne. Maria, ispirata (Luca 1:46-55) dalla circostanza in atto, intonò un cantico per lodare Dio, innanzi tutto, per il favore speciale che le aveva concesso (v. 48-49).
Ella consapevole che la nascita del suo figlio Gesù, sarebbe stato qualcosa di grande e potente disse: “… Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatto il Potente. Santo è il suo nome”.
I teologi cattolici fanno di questi versetti un qualcosa di rivelatore al culto che deve essere reso a Maria come ‘Madre di Dio’. Il fatto che Elisabetta abbia detto: “Benedetta sei tu tra le donne” e che Maria abbia detto riguardo a sé “Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”, non significa di certo che a Maria si deve offrire un culto o che ella stessa voleva essere venerata. Se leggiamo: Giudici 5:24 “Benedetta sia fra le donne Iael, moglie di Eber, il Cheneo! Fra le donne che stanno sotto le tende, sia benedetta”, vediamo come da Debora, nel suo cantico con Barac, figlio di Abinoam (v. 1), per una donna di nome Iael, viene usata la stessa terminologia nello spessore che usò Elisabetta nei confronti di Maria, tutto questo senza che si dovesse intendere, in alcun modo, una forma di venerazione da rendere a Iael.
Abraamo in Genesi 17:4-5: “Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni”, viene designato come padre di una moltitudine di nazioni, per non parlare delle benedizioni rivolte a Davide, a Mosè e a tanti altri. Benedizioni e onori dati a personaggi che hanno adempiuto fedelmente il loro mandato divino e che non hanno nulla a che vedere con il doverli venerare.
Maria ha avuto un onore particolare, perché è stata la madre di Gesù Salvatore; Mosè perché è stato il legislatore; Abraamo perché è stato il padre da cui discende il popolo di Dio (quello ebreo nella carne, e tutti i cristiani rigenerati di ogni razza e nazione, anche ebrei, nello spirito); Davide il re, perché è stato colui al quale fu promesso un trono eterno; da lui doveva discendere il vero Re ed Eterno Cristo Gesù. Ognuno ha adempiuto fedelmente ai comandi di Dio, per cui sono beati nella storia umana e sono esempi di fede in modo perenne. Beati sono tutti coloro che mettono in pratica la volontà di Dio, con umiltà ed amore (Matt. 5:3-11) e non solo Maria e altri pochi (Luca 11:17-28). La Sacra Scrittura dice che il popolo d’Israele dell’età avvenire sarà beato: “Tutte le nazioni vi proclameranno beati…” Malachia 3:12.
Maria ha indubbiamente avuto il privilegio di concepire e partorire Cristo Gesù; ma beati sono tutti (e non solo pochi) coloro che fanno la volontà di Dio. Essi sono santi perché vengono santificati dall’opera di Cristo Gesù in loro. Maria è beata non solo perché concepì e partorì Gesù, ma soprattutto perché credette e praticò la volontà di Dio con un servizio sincero ed umile.
Maria disse: v. 48-49 “perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatto il Potente. Santo è il suo nome”. Ella affermando che, da quel momento in poi, tutte le generazioni l’avrebbero chiamata beata, non voleva accreditarsi un titolo di maestosità (cosa che, tra l’altro, sarebbe stato estraneo alla sua natura piena di umiltà: v. 48), ma volle semplicemente dire che a causa del suo privilegio (dal suo grembo sarebbe uscito il Salvatore), il suo nome sarebbe rimasto nelle menti e ricordato di generazione in generazione, e se vogliamo anche a causa della sua fede nel compimento dell’opera divina in lei e della sua umiltà di servizio (v. 45,48), esempio di fede per ogni cristiano che vuole davvero seguire l’Iddio. Maria sarebbe rimasta nei ricordi di tutti i credenti, a causa del suo ruolo importante e decisivo avuto nella storia della cristianità. Il suo nome sarebbe stato ricordato generazioni avvenire.
In altre parole, secondo la Sacra Scrittura, si può affermare che Maria è beata e santa, ma tali sono anche tutti i veri credenti che operano secondo la Parola di Dio. Maria però, come del resto altri personaggi biblici importanti per la loro opera svolta (Mosè, Abraamo, Davide, ecc.), rimane, in modo incisivo, nei ricordi della storia dell’umanità cristiana e nelle nostre menti a causa del ruolo decisivo e importante da lei avuto, appunto, nella storia umana e cristiana.
Non è lecito però innalzarla agli onori degli altari, come se fosse una Dea Madre (‘Madre di Dio’); Dio, secondo le Sacre Scritture, ha in abominio simili cose. Maria, stessa, se fosse ancora viva, non avrebbe, assolutamente, potuto accettare quanto avviene in ambito cattolico (e quant’altri) riguardo al suo nome.
Riguardo poi al fatto che Elisabetta dica a Maria, in Luca 1:43: “Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?”, qui non viene detto che Maria è ‘Madre di Dio’ nel senso cattolico, ma madre di Gesù, il bambino che doveva nascere, il Messia aspettato. Le intenzioni di Elisabetta non furono quelle di chiamare Maria, ‘Madre di Dio’ (infatti non lo fece, ella non avrebbe mai detto che Dio è figlio di Maria o che Maria è ‘Madre di Dio’.
Ella non disse: ‘Madre di Dio’, ma: “madre del mio Signore”, madre del Messia uomo), perché ella stessa, benché fu ripiena di Spirito Santo (v. 41), non poté comprendere la perfetta realtà che Gesù non sarebbe stato soltanto il Messia uomo, ma nello stesso tempo anche l’Iddio incarnato. Questo venne rivelato più tardi durante il ministero di Gesù che iniziò all’età di trent’anni. Benché alcune profezie antiche lo rivelavano anche come tale rimanevano ancora celate per tale aspetto.
Perfino Maria non poté capire, prima del ministero di Gesù, che egli fosse l’Iddio incarnato, altrimenti, non sarebbe più potuta essere sua ‘madre’; sin da bambino Gesù sarebbe stato continuamente adorato da lei e i rapporti madre e figlio non sarebbero potuti coesistere. Questo lo si capisce anche dalla storia del Gesù dodicenne che va al tempio e vi rimane all’insaputa dei genitori, Maria dopo averlo cercato e trovato gli dice: “Quando i genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: <Figlio mio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo, stando in gran pena>. Ed egli disse loro:< Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?>. Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro”, Luca 2:48-50.
Appare evidente come Maria non avesse la piena concezione della realtà divina del figlio Gesù; del resto come poteva sapere che Egli era Dio? Ciò avvenne gradualmente da quando Gesù, all’età di trent’anni, iniziò il suo ministero di predicazione e di Messia. In conclusione, come avrebbe dovuto Elisabetta chiamare Maria per non lasciare sviare i teologi cattolici? Cosa doveva dire per traviare dei pagani di fatto? Del resto, sempre in Luca vediamo come perfino Giuseppe viene identificato come il padre di Gesù; che si dovrebbe forse dire, che egli era il ‘Padre di Dio’? No di certo! Luca 2:33,41,48: “Il padre e la madre di Gesù… I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme… Quando i suoi genitori lo videro… Ecco tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena”. Per Elisabetta fu come voler dire: “Come mai mi è dato che la madre del Messia mio Signore venga da me?”.
Maria non è la ‘Madre di Dio’, nel senso cattolico, perché ha dato a Cristo la natura umana e non la divina. I passi: Matt. 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 8:19-21; Luca 11:27-28 chiariscono, con evidenza, come gli uomini non debbano attribuire alla figura della madre di Gesù un rango più elevato degli altri; né una parte nel suo ministero esclusivo: Giov. 2:3-4.
I fratelli di Gesù.
Al punto 411 del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “ … Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunciata nel <protovangelo>, la Madre di Cristo, Maria, come <nuova Eva>. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia di peccato originale e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato”.
Al punto 508 si legge: “…fin dal primo istante del suo concepimento, è interamente preservata da ogni macchia del peccato originale, ed è rimasta immune da ogni peccato personale durante tutta la sua vita”.
L’8 dicembre, del 1854, Papa Pio IX proclamò Maria Immacolata Concezione, dichiarando come dogma di fede la Concezione Immacolata di Maria, ovvero il privilegio esclusivo di Maria di essere stata, sin dal primo istante del suo concepimento, in vista dei meriti di Cristo Gesù, preservata immune da ogni macchia del peccato originale, e anche l’impossibilità da parte di Maria dell’essere stata esposta anche a peccati veniali, ovvero ella non avrebbe mai commesso alcun tipo di peccato. (Questo è falso perché la Sacra Scrittura insegna che tutti sono peccatori, solo il Gesù uomo non lo fu).
Si dichiara, inoltre, che Maria concepì Gesù nella verginità (e questo è vero perché dichiarato nella Sacra Scrittura) e che rimase tale per tutta la sua vita (questo è falso). La Scrittura insegna chiaramente che l’unico ad essere stato concepito con immacolata concezione fu solo Gesù che mai peccò. Maria, in realtà, dopo il concepimento verginale di Gesù, ebbe dei figli e delle figlie, quindi è impossibile darle il titolo di Vergine Perpetua, come anche di Immacolata Concezione.
Matt. 1:18: “…Maria sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”.
Luca 2:7: “ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito…”.
Matt. 1:25: “e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù”.
La Bibbia dimostra chiaramente che Gesù aveva fratelli e sorelle carnali, ne specifica i nomi (solo dei fratelli) e ne descrive le circostanze; è impossibile affermare il contrario.
Riporto i passi della Bibbia nei quali si parla dei fratelli e delle sorelle carnali di Gesù:
Marco 6:1-4: “Poi partì di là e andò nel suo paese e i suoi discepoli lo seguirono… <…Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?> E si scandalizzavano a causa di lui”.
Matt. 13:53-58: “…Recatosi nella sua patria…< …Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? …>”.
(Si noti bene, in questo passo, che Gesù torna nel suo paese, e che erano persone del luogo a indicare per nome i suoi fratelli carnali; se non fossero suoi fratelli, l’evangelista avrebbe indicato il nome del loro padre o il grado di parentela, infatti, la Scrittura, spessissimo, quando cita, per la prima volta, dei nomi di personaggi, indica la loro appartenenza, la tribù o la famiglia, o il padre, o la madre, o il fratello, o la sorella).
1 Corinzi 9:5: “Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?” (Un’altra testimonianza, sui fratelli di Gesù, da parte di Paolo).
Matt. 12:46-50: “Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. Ed uno gli disse: <Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti>”; Marco 3:31-35; Luca 8:19-21.
Per quelli che equivocano sul termine ‘fratello’, dicendo che andrebbe letto ‘cugino’ (se gli evangelisti avessero voluto indicare i cugini di Gesù, anziché i fratelli carnali, avrebbero certamente indicato a quale famiglia appartenevano, specialmente nell’elencazione fatta in Marco 6:1-4; Matt. 13:53-58; inoltre, vedremo, più avanti, che molti altri scrittori ispirati parlano dei fratelli e delle sorelle di Gesù senza mai porre un accenno all’appartenenza di questi a un’altra famiglia che non fosse quella di Gesù) è da notare anche che, nei tre passi citati, a rendere ancora più evidente il fatto, che si tratti di fratelli e di sorelle carnali di Gesù e non di cugini, è proprio l’ultima risposta che diede Gesù: “Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre” (Matt. 12:50); “Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre” (Marco 3:35); “Ma egli rispose loro: <Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica>” (Luca 8:21). L’annuncio che viene fatto a Gesù è: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano” (Marco 3:32). A ciò Gesù risponde: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” (Marco 3:33), e poi aggiunge, girando lo sguardo verso i suoi discepoli: “..Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre” (Marco 3:34-35).
Se dovessimo credere che la parola ‘fratello’ sta in realtà per ‘cugino’ (ciò è impossibile), vediamo cosa, praticamente, avrebbe risposto Gesù all’uomo che gli annunciò l’arrivo di sua madre, dei suoi fratelli e delle sue sorelle; in pratica avrebbe detto: “Chi è mia madre e chi sono i miei cugini?”, “Ecco mia madre e i miei cugini”, “Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è cugino, cugina e madre”. È chiaro che un tale discorso non regge; Gesù ha realmente voluto indicare i suoi discepoli come fratelli e sorelle (nel senso spirituale) e non come cugini e cugine. Per rispondere con tali parole e tale significato, il motivo è, essenzialmente che, colui che annunciò l’arrivo di questi, non voleva dire altro che la madre, i fratelli e le sorelle di Gesù lo cercavano per vederlo. Così Gesù ripiegò tali titoli carnali (madre, fratello e sorella) in senso spirituale sui suoi discepoli. Sarebbe, poi, alquanto strano che sia l’uomo, che annunciò, sia Gesù avessero usato allo stesso modo i due termini cugini e cugine, quando sappiamo bene che il termine cugini di per sé racchiude già molto bene il senso dei due sessi; cioè, perché dire cugini e cugine quando con il termine cugini si ha già una completezza di significato sia del sesso femminile che maschile?
Inutile dire che, comunque li si vogliano mettere, questi termini nel passo stonano fortemente. Proviamo a tradurre un passo secondo il pensiero cattolico: Marco 3:31-35 “…<Ecco tua madre, i tuoi cugini e le tue cugine là fuori che ti cercano>. Egli rispose: <Chi è mia madre e chi sono i miei cugini?> Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: <Ecco mia madre e i miei cugini! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio mi è cugino, cugina e madre>”.
Questi, invece, erano fratelli e sorelle carnali di Gesù, ma Egli chiarisce che, comunque sia, chiunque avrà fatto la volontà del Padre suo celeste, gli è fratello, sorella e madre, per cui non la carne, ma lo Spirito e la fede avrebbero definito i veri fratelli e sorelle di Gesù (chiaramente in senso spirituale). Come predetto, alcuni teologi cattolici sostengono che nelle parole: ‘fratelli’ e ‘sorelle’ vi sia da vedere (non si sa come in realtà) i termini ‘cugini’ e ‘cugine’, dicendo che nell’ebraico, lingua che scarseggiava di terminologie e parole indicative precise, il termine ‘fratello’ o ‘sorella’ poteva indicare a volte anche una parentela più larga, come cugino, nipote, ecc. (e ciò non è falso), ma questi teologi dimenticano, con malizia, che il N.T. (dove si parla dei fratelli e delle sorelle di Gesù) è stato scritto in greco, lingua che, a differenza della lingua ebraica, non scarseggia di termini e nomi.
Questa lingua (la greca) ha per il termine ‘fratello’ il corrispettivo termine greco ‘adelphos’ e per ‘cugino’ il termine ‘anepsios’, quindi, non vi è alcun motivo per il quale gli scrittori del N.T. abbiano voluto tutti usare il termine greco ‘adelphos’ (fratello), anziché ‘anepsios’ (cugino) se erano cugini di Gesù e non fratelli e sorelle. Ci sono termini usati nel N.T., che vedremo più avanti, i quali indicano con estrema precisione anche i gradi di parentela più larga. Nella lingua usata per i testi sacri del N.T. (il greco antico), la parola italiana ‘fratello’ si traduce, come già detto ‘adelphos’, mentre la parola cugino ‘anepsios’; gli evangelisti e gli scrittori ispirati, parlando di questi (dei fratelli e delle sorelle di Gesù), usarono sempre la parola greca ‘adelphos’ (fratello); come mai, se erano cugini, anziché fratelli carnali, non usarono la parola greca ‘anepsios’ (cugino)?
Come mai tutti gli scrittori del N.T., tutti gli evangelisti, se questi non erano fratelli carnali di Gesù, dico: come mai usarono tutti la parola greca ‘adelphos’ (fratello)?
Com’è possibile che scrittori per di più ispirati che spesso hanno scritto i loro testi a distanza l’uno dall’altro nel tempo, a distanza l’uno dall’altro nel luogo, dico: com’è possibile che tutti questi siano stati concordi nel decifrare e definire tali personaggi della famiglia di Gesù con il termine ‘fratelli’, ‘sorelle’, anziché ‘cugini’?
Escludendo la folle idea che questi possano essersi messi d’accordo tra loro, per un motivo occulto nell’usare sempre lo stesso termine che, al contrario, doveva indicarne un altro, diviene, invece, assai chiaro che se ciò è avvenuto è esclusivamente per il semplice fatto che tutti gli scrittori ispirati, quando parlavano di questi personaggi, erano ben a conoscenza che questi erano, realmente, fratelli e sorelle carnali di Gesù, altrimenti non si potrebbe spiegare, in alcun modo, come mai tutti siano stati concordi nell’usare sempre i termini ‘fratello’ e ‘sorella’, senza che alcuno abbia mai voluto usare il termine più appropriato ‘cugino’ (anepsios).
Gli abitanti di Nazaret erano sorpresi di vedere una tale differenza tra Gesù, il figlio del falegname, e i suoi fratelli e le sue sorelle, precisamente, perché erano della stessa famiglia: Marco 6:2-3; Matt. 13:54-57.
Matteo ci dice che Giuseppe: “…prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio (il suo figlio primogenito: Luca 2:7) e gli pose nome Gesù” (Matt. 1:24-25). Questo significa che Giuseppe, dopo che Maria ebbe partorito Gesù, ‘conobbe’ sua moglie, ovvero ebbe rapporti coniugali con lei. Notate come non ci sia scritto che lui non la ‘conobbe’ mai, ma solo che non la ‘conobbe’ fino ad un tempo preciso, e cioè fino a che non partorì Gesù. Per cui dopo il parto verginale di Maria, Giuseppe ‘conobbe’ sua moglie.
Luca dice: “ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito” (Luca 2:7), per cui se Gesù fosse stato il suo unico figlio, sarebbe stato chiamato il suo unigenito e non il suo primogenito, oppure, Luca avrebbe dovuto, semplicemente, scrivere: “ed ella diede alla luce suo figlio”.
Del resto, perché Maria sarebbe dovuta rimanere vergine per tutta la vita? Lei era sposata legalmente con Giuseppe, suo marito, chi o che cosa doveva vietarle di avere rapporti coniugali con il suo coniuge? Vediamo che Maria era fidanzata e promessa sposa a Giuseppe già da tempo prima del messaggio dell’angelo riguardo al concepimento verginale di Gesù (Luca 1:26-27).
D’altro canto è ovvio che se Maria e Giuseppe avevano deciso di unirsi in matrimonio (Matt. 1:18; Luca 1:26-27) è palese che ciò avrebbe comportato anche i rapporti coniugali; è alquanto stolto credere (soprattutto dopo quanto abbiamo visto e vedremo) che Giuseppe e Maria abbiano voluto sposarsi volendo privarsi nel matrimonio dei rapporti coniugali; insomma ciò non avrebbe avuto molto senso. L’angelo Gabriele le disse che lei avrebbe concepito e partorito il Figlio di Dio, per la potenza dell’Altissimo; nella sua verginità ella avrebbe concepito e partorito Gesù per opera dello Spirito Santo, e tutto ciò come segno manifesto che l’opera che doveva avvenire era opera di Dio e non dell’uomo, ma dopo aver partorito Gesù nulla vietava a Maria di avere una vita coniugale completa con suo marito Giuseppe.
Nessun ordinamento era stato dato dall’angelo, da parte di Dio, riguardo al non avere rapporti coniugali con Giuseppe, dopo aver partorito Gesù. Ella doveva rimanere vergine finché la nascita di Gesù fosse avvenuta e ciò per dar gloria e rendere nota la potenza dell’Altissimo che si era manifestata in lei.
Del resto Giuseppe, suo marito, non avendo impedimenti di alcunché, avrà certamente richiesto a Maria, sua moglie, dopo il compimento della nascita di Gesù, una vita matrimoniale completa anche sotto l’aspetto dei rapporti coniugali.
Come abbiamo già detto, molti teologi cattolici pensano che questi fratelli e sorelle, elencati nella Bibbia, siano, invece, cugini di Gesù, anche se il termine ‘cugini’ non viene mai impiegato nei loro confronti, benché la parola greca, che sta precisamente ad indicare il termine ‘cugino’ (‘anepsios’), faccia parte del vocabolario del N.T.. Leggere ad esempio: Colossesi 4:10 “…Marco, il cugino di Barnaba (… se viene da voi, accoglietelo)”.
Anche la parola parente è molto presente nel N.T.: Marco 6:4 “…se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua”; Luca 1:36: “Ecco Elisabetta, tua parente …”; Luca 1:58: “I suoi vicini e i parenti udirono che il Signore le aveva usato grande misericordia…”; Giov. 18:26: “Uno dei suoi servi, del sommo sacerdote, parente di quello …”; Atti 10:24: “….Cornelio li stava aspettando e aveva chiamato i suoi parenti e i suoi amici intimi”.
È strano che i fratelli carnali di Gesù non siano mai stati chiamati ‘cugini’ se davvero lo erano, visto che, come abbiamo notato, non solo il termine ‘cugino’ (‘anepsios’) viene usato nel N.T., e quindi adoperato dagli scrittori ispirati, ma quello che è fondamentale e determinante, lo ribadisco, è che nella lingua greca, i termini ‘cugino’ (‘anepsios’) e ‘fratello’ (‘adelphos’) non mancano per nulla.
Come potrebbe essere possibile, inoltre, che proprio Paolo che usò nella sua lettera ai Colossesi 4:10: “…Marco il cugino di Barnaba…”, il termine ‘cugino’ (‘anepsios’) per esprimere il grado di parentela di Marco con Barnaba, nei riguardi dei fratelli del Signore nella sua prima lettera ai Corinzi 9:5: “Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?”, abbia, invece, potuto usare il termine ‘fratello’ (‘adelphos’), anziché ‘cugino’ (‘anepsios’), se questi erano cugini del Signore e non fratelli carnali? Perché non usò in questo passo lo stesso termine ‘cugino’ che aveva usato per esprimere il grado di parentela di Marco con Barnaba, ma usò invece il termine ‘fratelli’, se questi erano, invece, i cugini del Signore?
Quindi, se questi erano cugini o parenti più alla larga di Gesù, perché si sono usate sempre le parole ‘fratelli’ e ‘sorelle’, anziché quelle più adatte? Evidentemente, perché tali erano, come abbiamo, in molti modi, avuto occasione di verificare.
Se, come credono la maggior parte dei teologi cattolici odierni, questi erano figli di una sorella di Maria, madre di Gesù, o di una sua cugina, perché non vengono impiegati i termini più precisi di ‘figli della sorella o cugini’, come avviene, ad esempio in Atti 23:16: “Ma il figlio della sorella di Paolo”? Leggere anche: Colossesi 4:10. Tanta precisione in questo passo e una confusione di ordine di gradi in tanti altri?
È da aggiungere che tutti e quattro gli evangelisti, scrittori ispirati (senza contare gli scrittori ispirati dell’epistole), per un ‘caso di pura coincidenza’ (lo dico con ironia), parlando di questi personaggi li designano tutti con i termini di ‘fratelli’ e ‘sorelle’; nessuno si sognò di designarli con i termini di ‘cugini’ e ‘cugine’, o come figli di qualcun altro. Simile coincidenza non è possibile; gli scrittori ispirati scrissero in tempi diversi l’uno dall’altro i propri scritti (e non scopiazzarono a vicenda le loro narrazioni); quello che scrissero, a detta anche dei teologi cattolici, fu ispirato dallo Spirito Santo e realmente indicativo della biografia storica di Cristo Gesù: Luca 1:1-4.
Perché nessuno designò questi con un altro termine? Perché gli stessi evangelisti altrove nei loro vangeli, e gli scrittori dell’epistole usano i termini ‘parente’, ‘cugino”’ mentre con ‘quei tali’ concordano tutti, serenamente, a designarli come fratelli e sorelle carnali di Gesù? Perché parlando di Maria, madre di Gesù e dei fratelli e sorelle di Lui, non viene mai data alcuna indicazione che non si trattassero dei figlioli di Maria?
Eppure non è nello stile degli scrittori ispirati e degli evangelisti essere poco precisi nei riguardi dei dettagli biografici legati alla Persona di Gesù, durante il suo ministero. Come mai nemmeno una sola volta in un passo qualunque del N.T. questi vengono designati con i termini di ‘cugini’ e ‘cugine’? Nemmeno una sola volta!
Perché tanti scrittori ispirati furono portati a designarli sempre con i termini ‘fratelli’ e ‘sorelle’? Evidentemente perché tali erano. Leggere questi altri passi: Galati 1:18-19 “Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello del Signore” (la Scrittura ci dimostra che i fratelli di Gesù credettero in Lui completamente solo dopo la sua resurrezione; Paolo qui testimonia della presenza del fratello di Gesù di nome Giacomo, proprio quel Giacomo di Matt. 13:55-56; Marco 6:3-4). Giov. 2:12: “Dopo questo, scese a Capernaum egli con sua madre, con i suoi fratelli e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giorni” (quelli che sostengono che i fratelli di Gesù sono, invece, i suoi discepoli, hanno torto, perché l’evangelista li cita contemporaneamente, ponendo una differenza fra loro, molto chiara). Giov. 7:3-5,10: “Perciò i suoi fratelli gli dissero: <Parti di qua e và in Giudea, affinché i tuoi discepoli..>.. Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui….Ma quando i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora vi salì anche lui….” (altra differenziazione tra i fratelli di Gesù e i discepoli). Atti 1:14: “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù e con i fratelli di lui” (dopo la resurrezione di Cristo anche i suoi fratelli credettero in lui, infatti li troviamo radunati, assieme con gli apostoli, nella circostanza raccontata in questo passo).
Le parole ‘fratelli’ e ‘sorelle’ non possono nemmeno essere intese come fratelli e sorelle in senso spirituale, o come discepoli; oltre ai punti già visionati possiamo dire che Gesù certamente (vedere ad esempio: Marco 3:31-35) alle parole indirizzategli: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle, là fuori che ti cercano”, se esse fossero da intendersi come fratelli e sorelle spirituali di Gesù, non avrebbe dovuto rispondere: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”, perché colui che aveva parlato, in tale senso, non avrebbe sbagliato usando tali termini se questi fossero stati dei fratelli e delle sorelle spirituali di Gesù, ma Egli rispose girando lo sguardo sui discepoli che gli sedevano attorno: “Chiunque avrà fatto la volontà di Dio mi è fratello, sorella e madre”. Se questi fossero stati fratelli e sorelle spirituali e non carnali, Gesù non avrebbe dovuto ribadire il concetto di chi fossero i veri fratelli e sorelle spirituali, essendo, appunto, questi già rientranti nel suo concetto ideologico-spirituale.
In Giov. 7:5 viene detto: “Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui”, quindi non possono essere né discepoli, né fratelli spirituali perché è implicito che se questi fossero stati tali, avrebbero dovuto, certamente, credere in Lui, per poter essere definiti fratelli spirituali.
Il passo, invece, ci dice che “..neppure i suoi fratelli credevano in lui”; oltre al fatto che il passo dica, chiaramente, che questi non credevano nel ministero di Gesù e, quindi, non potevano essere suoi fratelli o discepoli spirituali, si può intendere bene il messaggio del verso 5, in questione, con la parola ‘neppure’ che vuole fare intendere un qualcosa, in qualche modo, di ‘incredibile’ a credersi, appunto: nemmeno i fratelli carnali di Gesù (che avrebbero dovuto essere i primi a credere in Lui), credevano in Lui.
Questi erano, certamente, fratelli carnali di Gesù, i quali, probabilmente, per il fatto che erano cresciuti insieme e avevano condiviso la fanciullezza e l’adolescenza, stentavano un po’ a credere che il loro fratello carnale Gesù potesse essere il Messia tanto aspettato. In pratica, sembrava loro un po’ inverosimile, ma in seguito, però, ebbero modo di ricredersi: 1 Corinzi 9:5; Atti 1:14. Rimane anche il fatto che essi seguivano sempre Maria, ne condividevano la vita, i viaggi: Luca 8:19-20; Marco 3:31-32; Matt. 12:46-47; Giov. 2:12; Atti 1:14, ecc.; azioni queste che giustificano ulteriormente la figliolanza con Maria.
Se erano cugini, anziché seguire sempre Maria, potevano stare con i loro genitori e parenti; se erano fratelli spirituali e non carnali di Gesù, potevano seguire direttamente Gesù, anziché stare sempre dietro a Maria. Che avrebbero dovuto avere a che fare con Maria per stare sempre con lei, se erano dei discepoli o fratelli spirituali di Gesù?
Se fossero tali, non dovevano, proprio a motivo di questo, seguire esclusivamente Gesù, come facevano i suoi discepoli? Matt. 13:53-58; Marco 6:1-6; Giacomo, Simone, Giuda e Giuseppe (o Iose o Giosè), fratelli di Gesù, e le sue sorelle, appaiono in modo evidente in questi passi come fratelli e sorelle carnali di Gesù anziché spirituali: “Non è questo il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli… E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose? E si scandalizzavano a causa di lui” Matt.13:55-57.
Questi non sono, in alcun modo, fratelli e sorelle spirituali di Gesù, ma sono individui che sono cresciuti con Gesù, e nel suo stesso paese Nazaret; sono appunto fratelli e sorelle di carne. Non possono nemmeno essere i suoi cugini, perché dopo aver citato il padre e la madre, la gente di Nazaret non avrebbe usato un collegamento prettamente logico nell’elencare i nomi dei suoi cugini: Matt. 13:55-56; Marco 6:3. Giacomo, fratello del Signore, non può essere identificato nell’apostolo Giacomo, figlio d’Alfeo, né nell’apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo, fratello dell’apostolo Giovanni. Giacomo figlio di Zebedeo fu ucciso da Erode Agrippa I probabilmente nel 44 d.C. (Atti 12:1-2), ma il Giacomo, fratello del Signore (egli fu conduttore della Chiesa di Gerusalemme: Galati 2:9; Atti 12:17; c. 15:13) continua a comparire sulla scena (leggere il v. 2 di Atti c. 12: “…Giacomo, fratello di Giovanni”).
D’altro canto, Giacomo figlio d’Alfeo (come anche Giacomo di Zebedeo) era fra gli apostoli: Matt. 10:2-4; Luca 6:12-16, perché dire allora: “Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui?” Giov. 7:5. Galati 1:18-19: “Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; e non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo il fratello del Signore”.
I fratelli e le sorelle di Gesù non possono essere né gli apostoli, né i discepoli di Gesù, si osservi la differenziazione che si fa in 1 Corinzi 9:5; Atti 1:12-14; Giov. 2:12. I fratelli e le sorelle di Gesù vengono elencati in modo separato dai discepoli e dagli apostoli. È, oltremodo, chiaro (leggere: Matt. 13:53-58) come i fratelli e le sorelle carnali di Gesù appaiono in modo concreto e reale. Notare in che modo preciso viene fatta l’analisi familiare di Gesù dalla gente di Nazaret (prima il padre, poi la madre, poi i suoi fratelli e sorelle), si inizia col dire: “Non è questo il figlio del falegname?” (quindi si parla di Giuseppe), poi: “Sua madre non si chiama Maria?” (quindi si passa a elencare Maria sua madre), poi: “e i sui fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi?” (quindi infine si passa ad elencare i suoi fratelli e sorelle carnali). Perché interrompere l’ordine familiare, inserendo qui i cugini o procugini di Gesù?
Egli era tornato a Nazaret, il paese in cui viveva ed era cresciuto, dopo un certo tempo che aveva iniziato a predicare; la gente del posto che lo conosceva bene, perché lo aveva visto crescere fin dalla sua infanzia, si stupiva che al suo ritorno Egli fosse così cambiato (Gesù aveva iniziato il suo ministero di Messia all’età di circa trent’anni) e scandalizzati non riuscivano a conciliare il Gesù che avevano sempre conosciuto nella famiglia di Giuseppe e di Maria, suoi genitori, con i suoi fratelli e sorelle, con il Gesù che predicava con tanta sapienza e operava opere potenti. Non riuscivano a comprendere, insomma, un tale cambiamento in potenza e sapienza.
Quando si parla dei fratelli di Gesù, insieme ad essi, si parla sempre di Maria, senza mai dare la minima indicazione che non si trattasse dei suoi figlioli: Luca 8:19; Giov. 2:12; Matt. 12:46; Marco 3:31; Atti 1:14. Molti altri teologi cattolici, invece, pensano che i fratelli e le sorelle di Gesù, in questione, possano essere prole di un matrimonio precedente di Giuseppe. Questi sforzi di alterare, a tutti i costi, quanto la Sacra Scrittura, in realtà, dice sono conseguenza del desiderio di provare la verginità perpetua di Maria.
Ricordiamo che Cristo in Luca 2:7 viene chiamato “il figlio primogenito” di Maria. All’epoca, nella quale scriveva Luca, Gesù era stato il maggiore e non il figlio unico di Maria. Il passo di Matt. 1:25 lascia intendere che, dopo la nascita di Gesù, Maria divenne realmente la moglie a tutti gli effetti di Giuseppe. Ad ogni modo, lo scrittore poteva, ad esempio, non scrivere ‘primogenito’, ma semplicemente: ‘unigenito’, ‘unico figlio’, ‘suo figlio’; se inserì tale precisazione, un motivo ci sarà stato certamente. Perché, poi allora, i fratelli e le sorelle di Gesù, in questione, non vengono mai, semplicemente, descritti come figli di Giuseppe marito di Maria? C’è da dire anche che se ciò fosse stato scritto (cosa mai avvenuta), non proverebbe comunque che questi non potessero essere anche figli di Maria. Nulla è detto in questi termini, anzi è sempre detto il contrario.
Anche se nella Bibbia vi fosse stato scritto che Giuseppe fosse stato già sposato (e ciò in assoluto non avviene), ciò non escluderebbe, comunque, che alcuni di tali figli (o finanche tutti) potessero essere stati anche figli di Maria e gli altri frutto solo del matrimonio precedente di Giuseppe. Se tutti questi fratelli e sorelle di Gesù (Matt. 13:55-57; Marco 6:1-6) fossero frutto di un matrimonio precedente a quello con Maria, per il quale Giuseppe sarebbe rimasto vedovo, apparirebbe abbastanza strano il fatto che egli non gli avesse portati con sé a Betlemme per la registrazione, ma nulla è detto al riguardo: Luca 2:1-7; Luca 2:16-17. In Matt. 2:13-15 è detto che Giuseppe, il quale era ancora in Giudea, dovette con il bambino (Gesù) e sua madre, a causa di Erode, fuggire in Egitto, finché il tiranno non morì; nessuna traccia di altri figli di Giuseppe; per tutto quel tempo chi avrebbe dovuto custodirli? “…Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggì in Egitto….Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto…”. In Matt. 2:19-23 l’angelo dice: “…Alzati prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele…Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele..”.
È chiaro che tali figli sono nati solo dopo a Giuseppe e proprio da Maria, sua moglie; perché confondere e manipolare quanto la Scrittura dice in modo chiaro? Matt. 1:25; Luca 2:7. Luca parla di un’iscrizione ufficiale su un registro che ogni uomo doveva compiere per la sua famiglia e per lui, secondo le sue origini primitive. Normalmente era sufficiente la presenza del capo famiglia per la registrazione della situazione familiare e patrimoniale (Luca 2:1-7), ma Giuseppe, prevedendo che Maria avrebbe partorito in quel tempo, decise di portarla con sé, non era però necessario che lei andasse insieme.
Non vi è alcuna notizia che Giuseppe abbia iscritto nel registro alcun altro nome se non quello suo e di Maria: Luca 2:5 “per farsi registrare con Maria sua sposa, che era incinta”. Se avesse avuto dei figli da un altro matrimonio avrebbe dovuto iscrivere nel registro i loro nomi, essendo egli il loro padre e loro i suoi discendenti, e viste le circostanze come minimo portarli con sé sia a Betlemme che in Egitto poi (Luca 2:1-7; c. 2:16-17; Matteo 2:13-15; c. 2:19-23).
Ad avvalorare quanto dice la Bibbia, riguardo ai fratelli e alle sorelle di Gesù c’è questa scoperta archeologica da parte della ‘BIBLICAL ARCHAEOLOGY REVIEW’, la quale, anni addietro, in una conferenza stampa a Washington, comunicò: “un’urna funebre, scoperta di recente in Israele, potrebbe essere la più antica traccia archeologica dell’esistenza di Gesù. La tomba di origine calcarea è lunga 50 cm circa, risalibile all’anno 63 d.C. e avrebbe contenuto le ossa di Giacomo fratello di Cristo Gesù (che tra l’altro fu conduttore della Chiesa di Gerusalemme).Una scritta incisa sul coperchio recita, infatti: <Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù>. Lo stile della scrittura e il fatto che urne del genere venissero utilizzate dagli ebrei solo tra il 20 e il 70 d.C. hanno aiutato la datazione. Uno storico ebreo del primo secolo d.C. ha poi tramandato che il fratello di Gesù, il cosiddetto Cristo, che si chiamava Giacomo fu lapidato come eretico nell’anno 62 d.C., e se le sue ossa fossero state poste in un’urna ciò sarebbe avvenuto per tradizione proprio un anno dopo”. Matt. 13:53-57; Marco 6:1-6. Di questa notizia ne ha parlato anche il programma ‘Enigma’ andato in onda sulla rete RAI3 il 13 Dicembre 2002, Televisione Italiana ore 20:50.
Il dogma cattolico dell’ascensione di Maria.
Al punto 966 del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “<Infine, l’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte>. L’assunzione della santa Vergine è una singolare partecipazione alla risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della risurrezione degli altri cristiani”.
Al punto 974 si legge: “La santissima Vergine Maria, dopo aver terminato il corso della sua vita terrena, fu elevata, corpo e anima, alla gloria del cielo, dove già partecipa alla gloria della resurrezione del suo Figlio, anticipando la risurrezione di tutte le membra del suo corpo”.
Il 1° Novembre del 1950 Papa Pio XII proclamò il dogma dell’Assunzione di Maria al cielo col corpo glorificato.
Pio XII nel dogma affermò: “Maria, la Madre di Dio immacolata e sempre vergine dopo essere giunta al termine della sua vita terrena è stata elevata in anima e corpo alla gloria celeste”.
La ‘Bolla’ non esplicita le modalità del trapasso di Maria, ovvero non spiega se ella sia stata rapita da viva e assunta in cielo con l’anima e il corpo glorificato, oppure se sia prima morta, poi resuscitata e successivamente rapita in cielo col corpo glorificato. Tutto ciò è assolutamente un’invenzione filosofico-umana che ha le sue basi nelle tradizioni e pietà popolari. Nulla di biblico.
Il dogma di Pio XII, così com’è stato da lui composto, ha dato modo di prendere in considerazione da parte cattolica tutte e due le tesi (rapita da viva, o morta e poi resuscitata e rapita in cielo).
Parliamo della prima tesi: se Maria fosse veramente stata rapita in cielo senza passare dalla morte fisica, essendo un avvenimento eccezionale, non ne avrebbero parlato con clamore gli apostoli e i discepoli nelle loro epistole del N.T.? Invece, nulla è detto a riguardo, anzi Maria, da Atti 1:14 in poi, non viene più citata negli Scritti Sacri. Anche se Elia ed Enoc furono rapiti al cielo, non v’è motivo di pensare che a Maria sia toccata simile sorte. Riguardo ad Elia ed Enoc, la Scrittura ci parla del loro rapimento, ma riguardo a Maria non dice niente. Perché promuovere una dottrina senza alcun fondamento scritturale di alcun tipo? Ad ogni modo, né Elia, né Enoc ebbero, nel loro rapimento al cielo, il corpo glorificato.
Parlando di tale corpo (che sarà un corpo incorruttibile ed immortale), collegandomi con la seconda tesi, la Sacra Scrittura insegna che esso verrà donato a tutte le anime dei credenti al momento della resurrezione dei giusti. Maria non può aver preceduto tutti gli altri credenti. Paolo indica in maniera precisa qual è l’ordine delle resurrezioni: 1 Corinzi 15:23 “ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo (compreso Maria),alla sua venuta”; 1 Corinzi 15:51-55: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo trasformati….”; 1 Tessalonicesi 4:13-18: “…Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima resusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria…..”.
Perché promulgare il dogma dell’Assunzione di Maria in cielo col corpo glorificato, quando la Scrittura Sacra rivela che la resurrezione avverrà in un unico momento per tutti i credenti? La Chiesa Cattolica crede che Maria abbia avuto un privilegio particolare ed esclusivo a tale riguardo, ma le Sacre Scritture non solo non dicono nulla a riguardo, ma spiegano l’ordine delle resurrezioni in modo chiaro e in netto contrasto con la tesi cattolica inventata riguardo all’assunzione di Maria col corpo glorificato e incorruttibile in cielo.
Attenzione: la resurrezione corporale, di cui si sta parlando e di cui parla Paolo, non va confusa con i casi di resurrezione biblici (ad esempio quella Lazzaro); quelle sono resurrezioni in cui l’anima del defunto ritorna a vivere nel suo corpo mortale (riprende vita il corpo che si aveva prima di morire; qui si parla, invece, della resurrezione generale delle anime dei credenti che entreranno in possesso di un nuovo corpo, di un corpo glorioso, immortale e incorruttibile). In conclusione, Maria non può aver preceduto gli altri credenti nella resurrezione col corpo glorificato; ciò, secondo le Sacre Scritture, avverrà, per tutti, alla venuta di Gesù.
I messaggi della Madonna.
Messaggi della Madonna presi dalle riviste ‘Messaggi carismatici cattolici’ (Editrice: Edizioni Segno):
1) Messaggio della Madonna a Raymundo Lopes, 25-07-2000 (Anno III n° 25), pag. 29: “È urgente e necessario che il corpo clericale della Chiesa promuova una consacrazione del mondo al Mio Cuore Immacolato. Consacrate l’America al Mio Cuore Immacolato”. (Di ogni messaggio, senza che ne venga intaccato in nulla il senso e il contenuto delle parole in essi espresse, ne verrà riportato solo la parte ritenuta importante per questo studio, il quale riguarderà l’attendibilità o meno, secondo le Sacre Scritture, di queste apparizioni come provenienti o no da Dio).
2) Mess. della Madonna, 11-08-2000 (Anno II n° 22), pag. 22: “Io, Io la Madre del Cielo Mi rivolgo a voi, piccoli cari, che Mi avete dato il cuore ed ogni anelito dell’Anima”.
3) Mess. di Gesù, 18-04-2000 (Anno II n° 22), pag. 25: “..ricordatevi che ci sono sempre Io con voi e con Me c’è la Mia e vostra Santa Madre Nutrice, che vi nutre con il latte del Suo stesso Cuore per essere ancora parafulmini della cristianità”.
4) Mess. della Madonna (Anno III n° 25), copertina: “SONO COLEI CHE SONO NELLA TRINITÀ DIVINA. SONO LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE”. (Le parole di questi messaggi, che hanno uno o più caratteri maiuscoletto, sono riportate così come sono state scritte in questi libri).
Dal libro: ‘La Madonna ci viene a trovare’, messaggi dati a Riccardo Giuseppini (Editrice: Edizioni Segno):
1) Mess. della Madonna del 25-02-93: “Pregate il Santo Rosario per cancellare le paure dei vostri figli”.
2) Mess. della Madonna del 15-03-93: “In verità vi dico: Un domani camminerete con me per le vie del Paradiso”.
3) Mess. della Madonna del 25-04-93: “Anche stasera pregate con devozione il Santo Rosario. Anche se sarete pochi per via del tempo, avrà sempre un grande effetto in Cielo… Oggi vengo a voi come Madre del Buon Consiglio. Il consiglio che vi dò è quello di seguire le direttive del signor Vescovo. Anche lui è stato illuminato da Me”.
4) Mess. della Madonna del 14-05-93: “Suonerete a festa perché molti guariranno. Suonerete a festa perché tutto il paese si consacrerà a Maria SS. Incoronata. Questo prometto e questo manterrò! Non dubitate. Come vostra Mamma di Fatima vi bacio, vi accarezzo dolcemente il cuore, o figli miei laboriosi. Grazie per tutto quello che fate per me”.
5) Mess. della Madonna del 7-07-93: “Vi invio la forza per portare la pesante Croce, vi invio la pace per essere sereni anche nel dolore e vi invio la consolazione che Maria, la vostra Mamma, non vi abbandona, ma è sempre vicina a voi, pronta ad aiutarvi nei momenti di disperazione. Grandi grazie si attueranno questa sera grazie alla recita del Santo Rosario. Vi benedico dal mio Sacro Cuore”.
6) Mess. di Gesù del 20-08-93: “Quando pregate, abbandonatevi a Me, al Padre e alla Santa Madre Maria”. (Leggere cosa dice, invece, Gesù in Matt. 12:46-50; Luca 11:27-28).
7) Mess. della Madonna del 20-09-93: “Soltanto venendo a Me potete trovare la luce. Potete trovare la pace…Decidetevi subito quest’oggi a consacrarvi a Me, ed Io vi sosterrò nella lotta contro il potere delle tenebre…Decidetevi! Venite a Me! Lo grido forte! Ora o mai più!…Vi amo e piango per voi che fate piangere! Maria Santissima Regina della Luce”.
8) Mess. della Madonna del 28-09-93: “Io lo comando nel Santissimo Nome di Gesù! Io lo comando nel nome della Vergine Maria!”. (Leggere cosa è detto, invece, in Giov. 14:13-14; c.15:16; c. 16:23-24).
9) Mess. della Madonna del 7-10-93: “Anch’Io ho il rosario in mano e mentre prego guardo con amore ognuno di voi…Ho pietà soprattutto per gli indemòniati”.
10) Mess. della Madonna del 28-10-93: “E l’ora del trapasso non vi spaventi, perché Io sono Maria, la Porta del Cielo! Amen!”. (Leggere quanto, invece, è detto in Giov. 10:9).
11) Mess. della Madonna del 08-12-93: “È apparso, infatti nel cielo, un enorme cuore: il Cuore Immacolato di Maria, dove voglio che vi rifugiate e dove voglio che racchiudiate le vostre speranze e tutte le vostre creature. Una grande ‘M’ è apparsa. Questa è la sigla di Maria, regina del cielo e della terra…Io sono l’Immacolata dello Spirito Santo. Alleluja!”.
12) Mess. della Madonna del 02-01-94: “Le profezie si avvereranno e molte anime verranno a me. In quanto a voi, io, la Vergine Maria, sono già in possesso dei vostri cuori per le opere di bene che seminate ovunque. Peccherete, sì! Ma mai, dico mai, il Maligno potrà impadronirsi delle vostre anime perché voi già siete con me. Allora nulla vi spaventi. Io vi amo”.
13) Mess. della Madonna del 20-01-94: “La grande ‘M’ luminosa che hai visto Riccardo, è la ‘M’ che ho impresso nel cuore di ognuno di voi; è il marchio indelebile della Vergine Immacolata che, ogni qualvolta viene invocata, riesce a schiacciare la testa del serpente che rantola, agonizza, perché imminente è la sua fine. Accanto alla ‘M’ hai visto la mia figura, Riccardo. Questo per dirti che io sono sempre vicina a coloro che portano la mia sigla nel loro cuore”.
14) Mess. della Madonna del 20-02-94: “Queste preghiere arrivano alla Vergine Maria ed Io le posso presentare al Padre con infinito Amore”.
15) Mess. di Gesù del 01-04-94: “Allora, pochi attimi prima di quest’ora attuale, Io, appeso alla Croce, soffrivo in maniera terribile. Si univano al mio dolore: mia Madre, la SS. Vergine Maria, alcune donne e molti miserabili della città”. (Leggere quanto dice, invece, Gesù in Matt. 12:46-50).
16) Mess. della Madonna del 20-04-94: “Pace a voi, o figli! La Vergine della Salvezza è in mezzo a voi! Gloria a Dio nell’alto dei Cieli!…Grazie per aver risposto alla mia chiamata, Io sono la Regina dell’Amore. Vi abbraccio tutti, o figli cari, e vi amo. Guardo la piccola, qua alla tua sinistra: ungetela con l’Olio Santo della Vergine Maria”.
17) Mess. della Madonna del 20-06-94: “Nuove guerre scoppieranno se voi non vi convertirete tutti quanti al Mio Sacro Cuore. Questo fu l’avviso di Fatima e questo è l’avviso che oggi la Madre Santa vi offre. Io vi dò speranza, vi dò forza e anche la fede, se voi me la chiedete, ma ho bisogno di preghiere da presentare al Padre per lenire i dolori del mondo”.
18) Mess. della Madonna del 20-09-94: “Vattene, Satana, maestro d’inganni! Lascia questa figlia che non ti appartiene! Ti ordino di lasciarla! Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Non ribellarti a Maria, la Vergine del Cielo!”.
19) Mess. della Madonna del 20-09-94: “Egli è forte (il Maligno) e non vuole lasciare le sue prede, ma per chi confida in Me, Io prometto la liberazione…Siate vicini alla Vergine Maria! Accostatevi al mio Sacro Manto!…Il mio amore vi accosterà al mio Sacro Cuore! A nulla potranno le trappole del Maligno! Io ho già vinto per l’Autorità del Divino!”.
20) Mess. della Madonna del 20-01-95: “Abbracciatemi forte e incoraggiate la Mamma Celeste, che vi supplica preghiere piangendo…I miei profeti si riveleranno con segni evidenti. Io sradicherò tutte le radici di Satana e il mio Cuore Immacolato trionferà”.
21) Mess. della Madonna del 20-02-95: “Le mie immagini, per i credenti, versano sangue e lacrime. Non ci sono delle mie immagini che sorridono, ma piangono”.
22) Mess. della Madonna del 20-03-96: “In verità vi dico: mio FIGLIO ha vinto sulle legioni del male, mai riuscirà (Satana) a prendere un’anima che con fede viene incontro alla sua MAMMA CELESTE”.
23) Mess. della Madonna del 20-09-96: “Vengo con le mani giunte e con la corona del Rosario Santo per insegnarvi a pregare…Salite sino al Calvario, senza paura, la Vergine della Salvezza vi tenderà la mano per darvi la ricompensa eterna…Non appoggiatevi alla politica, ma logorate il Santo Rosario…Non lasciatevi lusingare dal male, in verità voi già siete con Me”.
24) Mess. della Madonna del 20-11-96: “Ho dovuto sempre tribolare per divulgare la mia parola, che è parola di amore, ma alla fine sapete che Maria vince la sua lotta contro il dominio delle tenebre”.
Dal libro: ‘I messaggi della Regina della Pace’, Medjugorje (Editrice SHALOM):
1) Mess. della Madonna, pag. 73 e pag. 132: “Vengo a convertire e a riconciliare tutto il mondo!”.
2) Mess. della Madonna, pag. 99: “La Gospa (la Madonna) dice che dobbiamo pregare il rosario ogni giorno!” (Parla la veggente).
3) Mess. della Madonna, pag. 130 e pag. 131: “Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me; e pregasse il più possibile! Che inoltre digiunasse il mercoledì e il venerdì; che recitasse ogni giorno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi”.
4) Mess. della Madonna, pag. 140: “In qualunque luogo io vada ed è con me pure mio Figlio, là mi raggiunge anche satana”.
5) Mess. della Madonna, pag. 142: “Satana si è impossessato di una parte del mio progetto e vuole farlo suo. Pregate affinché non abbia successo”.
6) Mess. della Madonna, pag. 149: “Io sono con voi e vi proteggo nonostante satana desideri distruggere i miei progetti e fermare i desideri che il Padre celeste vuole realizzare qui”.
7) Mess. della Madonna, pag. 155 e pag.156: “Satana è forte, e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per quelli che stanno sotto il suo influsso, perché si salvino”.
8) Mess. della Madonna, pag. 156: “Cari figli, armatevi contro satana e sconfiggetelo con il rosario in mano. La corona del rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per satana che appartenete a me”. “Con il rosario vincerete tutti i mali che satana intende infliggere ora alla Chiesa Cattolica”. “Cari figli, voi dimenticate che io da voi attendo i sacrifici per aiutarvi e per allontanare satana da voi”. (Sempre nella pag. 156 si afferma che la Madonna abbia detto, in occasione di alcune sue apparizioni a Fatima e a Lourdes, che il ‘santo rosario’ è un’arma particolarmente efficace per combattere il Maligno).
9) Mess. della Madonna, pag. 192: “Ed ora in quest’ultimo periodo, molti chiedono dei messaggi solo per curiosità, e non per Fede e per devozione verso mio Figlio e verso di Me”.
10) Mess. della Madonna, pag. 193: “Cari figli ve l’ho già detto che vi ho scelti in modo particolare, così come siete. Io sono la Madonna che vi ama tutti. In ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, perché Io vi amo anche quando siete lontani da me e da mio Figlio”.
11) Mess. della Madonna, pag. 197 e pag. 199: “Vorrei che la gente…ogni giorno recitasse almeno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi”. “Chiedo alle famiglie della parrocchia di recitare il Rosario in famiglia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
12) Mess. della Madonna, pag. 203 e pag. 204: (Giovedì 20 Dicembre 1984) “Desidero che ogni membro della famiglia abbia un fiore accanto al Presepio, perché Gesù possa venire e vedere il vostro abbandono a Lui”.
13) Mess. della Madonna, pag. 209: (Domenica 24 Marzo 1985, Vigilia dell’Annunciazione) “Desidero che viviate la mia festa nel vostro intimo”.
14) Mess. della Madonna, pag. 213: “In questi giorni abbandonatevi completamente a me”.
15) Mess. della Madonna, pag. 215: “Cari figli, vi esorto ad invitare tutti alla preghiera del Rosario. Con il Rosario vincerete tutti gli ostacoli che Satana in questo momento vuole procurare alla Chiesa cattolica. Voi tutti, sacerdoti, recitate il Rosario, date spazio al Rosario. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
16) Mess. della Madonna, pag. 216 e pag. 217: “Cari figli, oggi v’invito a collocare nelle vostre case numerosi oggetti sacri; ogni persona porti addosso qualche oggetto benedetto. Benedite tutti gli oggetti; così Satana vi tenterà di meno, perché avrete la necessaria armatura contro di lui”. “Pregate perché ciò non avvenga, poiché, Io vi voglio per me per potervi donare a Dio”. “Cari figli, rivestitevi dell’armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano”.
17) Mess. della Madonna, pag. 221: “Io vi amo tutti in modo uguale, e desidero che tutti lavoriate”.
18) Mess. della Madonna, pag. 222 e pag. 224: “Sono madre, e pur provando dolore per chiunque si allontana dalla strada giusta, perdono volentieri e sono contenta per ogni figlio che ritorna a me”. “Abbandonate i vostri cuori a me”.
19) Mess. della Madonna, pag. 226 e pag. 227: “Cari figli, non permettete che Satana si impadronisca dei vostri cuori, così da diventare la sua immagine anziché la mia. V’invito a pregare, perché possiate diventare testimoni della mia presenza”.
20) Mess. della Madonna, pag. 227: “Spetta a voi per primi (ai parrocchiani), accogliere i messaggi, e poi agli altri. Voi ne sarete responsabili davanti a me e davanti a mio Figlio Gesù”.
21) Mess. della Madonna, pag. 229: “Senza amore non potete accettare né me né mio Figlio”.
22) Mess. della Madonna, pag. 230: “Cari figli, abbandonatevi totalmente a me, perché Io possa guidarvi pienamente”.
23) Mess. della Madonna, pag. 231 e pag. 232: “Cari figli, oggi v’invito ad offrirmi il vostro cuore, perché Io possa cambiarlo e farlo simile al mio cuore. Voi mi domandate, cari figli, perché non potete soddisfare le mie richieste; voi non potete, perché non mi avete dato il vostro cuore perché io lo cambi…V’invito a fare tutto quello che vi dico; così sarò con voi”.
24) Mess. della Madonna, pag. 233: “Cari figli v’invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia…Desidero insegnarvi a pregare”.
25) Mess. della Madonna, pag. 235: “Cari figli oggi v’invito a riflettere perché io sono da tanto tempo con voi. Io Sono la Mediatrice tra voi e Dio”. (Leggere quanto è detto, invece, in 1Timoteo 2:5-7; Atti 4:12).
26) Mess. della Madonna, pag. 242: “Cari figli, anche oggi v’invito a consacrare la vostra vita a me con amore, così che io possa guidarvi con amore”.
27) Mess. della Madonna, pag. 243: “Perciò, cari figli, pregate e abbandonatevi a me totalmente”.
28) Mess. della Madonna, pag. 258: “Figlioli voi siete miei: Io vi amo e desidero che vi abbandoniate a me, perché vi possa condurre a Dio…Pregate perché comprendiate che siete miei”.
29) Mess. della Madonna, pag. 264: “Io sono con voi e veglio incessantemente su ogni cuore che si dona a me”.
30) Mess. della Madonna, pag. 270: “Cari figli, Io sono con voi anche se non ne siete coscienti. Desidero proteggervi da tutto ciò che Satana vi offre e attraverso cui vi vuole distruggere”.
31) Mess. della Madonna, pag. 274: “Io sono con voi ed intercedo per voi presso Dio. Pregate perché Satana desidera distruggere i miei progetti di pace”.
32) Mess. della Madonna, pag. 275: “Dio mi ha, mandato tra voi per aiutarvi. Se volete, afferrate il Rosario; solo il Rosario può fare i miracoli nel mondo e nella vostra vita”.
33) Mess. della Madonna, pag. 284: “Io sono con voi ed intercedo per voi presso Dio, perché Lui vi protegga; mi sono, però, necessarie, le vostre preghiere ed il vostro sì”.
34) Mess. della Madonna, pag. 286: “Quando vengono le prove e i problemi, allora dite: ‘Dio, Mamma, dove siete?’, Io aspetto solo che voi mi diate il vostro sì per porgerlo a Gesù”.
35) Mess. della Madonna, pag. 288: “Io sono con voi anche in questi giorni inquieti, nei quali Satana vuole distruggere tutto quello che Io e mio Figlio Gesù stiamo costruendo”.
36) Mess. della Madonna, pag. 290: “Cari figli che la tenerezza del mio piccolo Gesù vi accompagni sempre”.
37) Mess. della Madonna, pag. 291 e pag. 292: “Io sono con voi e vi guido verso un nuovo tempo, tempo che Dio vi dà come una grazia per conoscerLo ancora di più”. “Io sono con voi e vi metto tutti sotto il mio manto”.
38) Mess. della Madonna, pag. 295: “Io desidero che la vostra vita sia legata a me. Sono vostra Madre e non voglio, cari figlioli, che Satana vi distolga”.
39) Mess. della Madonna, pag. 297 e pag. 298: “Cari figli, oggi gioisco con il piccolo Gesù e desidero che la gioia di Gesù entri in ogni cuore. Figlioli, con il messaggio Io vi dono, assieme al mio Figlio Gesù, la benedizione, perché in ogni cuore regni la pace. Io vi amo, figlioli e v’invito tutti ad avvicinarvi a me attraverso la preghiera”.
40) Mess. della Madonna, pag. 300: “Io sono vostra Madre, vi amo tutti ugualmente ed intercedo per voi presso Dio”.
41) Mess. della Madonna, pag. 300 e pag. 301: “Vi amo e desidero condurvi tutti con me in Paradiso. Ma se non pregate e se non siete umili ed obbedienti ai messaggi che vi dò, non posso aiutarvi”.
42) Mess. della Madonna, pag. 306: “Io vi sono vicina e v’invito a venire tutti, figlioli, tra le mie braccia, per aiutarvi; ma voi non volete, e così Satana vi tenta; e anche nelle cose più piccole la vostra Fede viene meno”.
43) Mess. della Madonna, pag. 307 e pag. 308: “Io vi sono vicina, figlioli, ed intercedo davanti all’Altissimo per ognuno di voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna”.
44) Mess. della Madonna, pag. 321: “Invito tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose a recitare il Rosario ed a insegnare agli altri a pregare. Figlioli, il Rosario mi è particolarmente caro; attraverso esso, voi mi aprite il vostro cuore, ed Io posso aiutarvi”.
45) Mess. della Madonna, pag. 329: “Che la santa confessione sia per voi il primo passo della conversione”.
46) Mess. della Madonna, pag. 334 e pag. 335: “Desidero che il mio cuore e il cuore di Gesù e il vostro cuore si fondano in un unico cuore di amore e di pace”. “Perciò figlioli pregate in questo tempo specialmente perché nei vostri cuori nasca il piccolo Gesù, creatore della pace. Soltanto attraverso la preghiera voi potete diventare i miei apostoli della pace in questo mondo senza pace”.
47) Mess. della Madonna, pag. 336: (sabato 25 Dicembre 1999) “Figlioli, oggi in modo speciale, assieme a Gesù Bambino che tengo fra le braccia, io vi do la possibilità di decidervi per la pace…Perciò mettete il neonato Gesù Bambino al primo posto nella vostra vita ed egli vi condurrà sulla via della salvezza”.
Questi messaggi sono solo una parte delle migliaia di affermazioni fatte dalla ‘Madonna’ a Medjugorje, Fatima, Lourdes, ecc.. Si ha, attraverso la lettura di tali messaggi, una figura di Dio e di Gesù molto diversa da quella della Bibbia, dei vangeli e di tutto il N.T. e del messaggio biblico in generale. Tutto ciò non può venire dallo stesso Dio delle Sacre Scritture, Egli rimane sempre uguale nel Carattere e nella Personalità e nella volontà che i suoi comandamenti vengano pienamente rispettati e ‘vissuti’ (vedere il secondo comandamento biblico).
Si noti come, con molta astuzia e finezza, le parole di tali messaggi sembrano apparentemente non voler annullare la supremazia di Dio, ma ahimè, un buon studioso e vero credente di Dio si accorgerà come tutto ciò abbia e si prefigga un grande e diverso scopo.
Questo scopo segue però un ordine graduale, cioè parla nella verità per lanciare la menzogna, o parla nella menzogna pur lanciando qualche verità. Questo designa furbizia e astuzia, le quali, a detta delle Sacre Scritture, sarebbero doti primarie del nemico di Dio, ovvero il Maligno.
Matt. 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 8:19-21; Luca 11:27-28; Giov. 2:3-4; come si potrebbero mai conciliare questi passi della Bibbia con i messaggi della Madonna e di ‘Gesù’, qui trascritti, dati e rivelati alla Chiesa Cattolica? È inutile alcun commento, perché colui che conosce bene le Sacre Scritture saprà trarre le giuste conseguenze e considerazioni.
Credo che, in genere, si possa dire che molte delle apparizioni e delle rivelazioni, nel mondo, della Madonna siano frutto di vere e proprie invenzioni umane (per le altre, che non rientrino in questa categoria causale, non si può non tener conto, per chi crede ovviamente, secondo quanto descritto dalle Sacre Scritture, di un’eventuale ‘forza’ ingannatrice del Maligno).
Leggere anche i passi: Giov. 3:15-16; c. 6:35; c. 6:40; c. 6:47; c. 7:37-39; c. 14:6; c. 14:13-14; c. 15:16; c. 16:23-24; Atti 4:12; c. 10:25-26; c. 16:31; Colossesi 2:18-19; Matt. 4:10; Luca 4:8; Ap. 19:9-10; c. 22:8-9; Isaia 8:19-20; c. 43:11; c. 45:21-22; Osea 13:4; 1 Timoteo 2:5-7; Ebrei 7:24-25; Galati 1:6-9; Esodo 20:3-6; Deut. 5:7-10; Lev. 19:31; c. 20:6.
A rendere poi certo che moltissime di tali apparizioni mariane siano il mero frutto della menzogna dell’uomo c’è il fatto che la ‘Madonna’ quando appare, ad esempio, in territori popolati da gente di colore (ad esempio, quelli dell’Africa centrale), viene identificata, quasi sempre, con la carnagione di colore nero e vestita di abiti secondo i costumi del posto, quando appare in territori popolati dai bianchi (Italia, Francia, ecc.), viene individuata con la carnagione bianca e vestita di abiti sempre secondo i costumi locali, quando, invece, appare in territori con carnagione olivastra (ad esempio, Africa settentrionale ed Orientale), ella viene identificata spesso con la carnagione olivastra e sempre secondo i costumi e la cultura del posto.
Questo dovrebbe aiutare, almeno i più accorti, a capire come, probabilmente, molte delle apparizioni della Madonna, nel mondo, siano solo opera della menzogna dell’uomo, il quale quando afferma di averla osservata in apparizione, nell’ingenuità, ma anche nella malizia (la quale ha dei ‘limiti’, individuabili, nell’operare…), si attiene spessissimo agli usi e costumi del proprio luogo. Maria, essendo nata nei territori giudei, era di carnagione olivastra e non potrebbe apparire in tutto il mondo conformandosi agli usi, alla cultura e ai costumi dei vari posti, cambiando di tanto in tanto il colore della sua pelle, da bianca a nera, a olivastra, ecc..
È consueto, inoltre, vedere che, oltre alla carnagione, ai vestiti, ecc., vi sono anche differenze nei lineamenti, contorni e profili facciali, strettamente collegabili alle caratteristiche fisiche della razza del territorio in cui si ritiene che ella sia apparsa.
Galati 1:6-9 (riporto il v. 8): “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema”.
È chiaro che i messaggi attribuiti a Maria non sono altro che messaggi provenienti da altro e non, certamente, dal Dio delle Sacre Scritture (1 Re 22:19-23; 2 Cronache 18:17-22; Deut. 13:1-4), i quali contraddicono enormemente il contenuto della Parola di Dio.
Analizziamo quanto è scritto in Galati: qualunque apparizione angelica (o qualunque uomo che professi un vangelo o un insegnamento che non porti esclusivamente le verità di Gesù) è da ritenere anatema, se porta delle verità non bibliche, non divine; in pratica, se contraddice quanto dice la Parola di Dio.
È chiaro che riguardo alle apparizioni mariane, per quanto detto finora, siamo di fronte a messaggi e rivelazioni menzognere e, conseguentemente, da non tenere minimamente in considerazione. Attenti, però, che qui non si sta dicendo, per niente, che alcune rivelazioni date e alcune apparizioni mariane non si siano verificate realmente o non possano verificarsi: la potenza di Satana, a detta delle Sacre Scritture, agisce anche in questo senso, ma gli avvertimenti divini, in tal senso, non sono minimamente mancati (li legga, ad esempio, in Deut. 13:1-4; Matt. 24:24; 2 Tessalonicesi 2:9-12; 2 Cronache 18:17-22; 1 Re 22:19-23; Ap. 13:13-14; Ap. 19:20; Geremia 23:16, 21-22, 25, 30-32).
I veri credenti non dovrebbero limitarsi a identificare come divine o non queste o altre rivelazioni, messaggi e quant’altro, semplicemente per il fatto che in alcune occasioni talune cose rivelate possano essersi realmente verificate, e ritenere non provenienti da Dio solo quelle che non si verificano.
Gli stolti credono, infatti, che se tali cose si compiono come profetizzate, debbano provenire assolutamente da Dio. Questo è vero in parte: il modo più completo e giusto per verificare se tali segni e messaggi vengono da Dio, oppure no, è porre la Parola di Dio come pietra di paragone. Se tali messaggi e segni rientrano nella verità biblica, secondo certi profili, e le loro parole profetiche si avverano, allora tali cose, e quant’altro, provengono da Dio. Se tali segni annunciati si avverano, ma non sono conformi alla volontà di Dio, secondo alcuni o molti profili, allora, secondo la Sacra Scrittura, provengono dal Maligno. Se tali segni non si avverano e, inoltre, non sono conformi alla Parola di Dio, è evidente che in questi casi ci può essere sia la mano del Maligno sia anche la menzogna dell’uomo: Geremia 23:16,21-22,25,30-32.
Molti credono, e fanno bene, che il Maligno non conosca il futuro, al di là di quanto sia stato rivelato, e può essere a conoscenza di ‘tutti’, nelle Sacre Scritture. A motivo di questo essi credono che qualunque profezia, segno annunciato da uomini, da apparizioni angeliche, mariane e di ‘santi’ defunti, se si avvera deve, per forza di cose, provenire da Dio, in quanto il Maligno non potrebbe mai aver rivelato uno specifico evento futuro reale e vero, perché egli non ha tale potere che, invece, ha solo Dio. Tuttavia, secondo le Sacre Scritture, si rileva che il Maligno ha la possibilità, concessagli da Dio, di chiedergli di provare gli uomini in svariati modi.
Vediamo, ad esempio, in Giobbe 1:6-22; c. 2:1-10 come il Maligno avesse chiesto a Dio di poter provare Giobbe con dei grandi mali. Dio glielo permise, non concedendogli, però, di stendere la mano sulla vita di Giobbe per farlo morire. Se il Maligno avesse voluto, avendo avuto la concessione da Dio di poter attuare i suoi cattivi disegni sulla persona di Giobbe, sulla sua famiglia, sui suoi servi e sul suo bestiame, egli conoscendo, nello specifico, quali cose tremende dovevano accadere nella vita di Giobbe, perché egli stesso doveva causarle, avrebbe potuto investire un uomo della sua ispirazione (oppure apparire come ‘angelo di luce’), e questi avrebbe potuto profetizzare tale avvenimenti, i quali poi sarebbero accaduti, grazie solo, non ad una potenza conoscitiva diretta, nello specifico, del Maligno degli eventi futuri, ma alla concessione resa da Dio di poter mettere in atto tali eventi; egli poi, per mezzo della profezia o di apparizioni, avrebbe potuto, semplicemente, per suoi scopi ingannatori, farli conoscere, investendo un uomo della sua ispirazione, oppure apparendo come ‘angelo di luce’. 2 Corinzi 11:14-15: “Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori, si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere”. Leggere anche: 2 Cronache 18:17-22; 1 Re 22:19-23; 2 Tessalonicesi 2:9-12; Deut.13:1-4.
La Bibbia esorta, continuamente, a pregare e invocare Iddio soltanto. Maria non disse mai di indirizzare a lei le preghiere dei credenti.
Potete provare, voi teologi cattolici, che si possano fare immagini, statue di Maria, e che Chiese e santuari possano ad essa essere dedicati?
Che Maria abbia mai domandato di pregarla, di venerarla e quant’altro (Luca 11:27-28; Esodo 20:3-5; Lev. 26:1; Deut. 5:7-9)?
Il pregarla, l’invocarla e il celebrare delle feste in suo onore è un insulto alla sua memoria, ed ella sarebbe la prima a protestare. Maria è la donna più privilegiata che troviamo menzionata nella Bibbia, ed è, debitamente, rispettata e onorata da tutti i veri cristiani, ma invocarla, pregarla, venerarla, prostrarsi davanti a delle immagini e statue, che la rappresentano, è, secondo le Sacre Scritture, abominevole per Dio.
Se Gesù avesse voluto, come accade in ambito cattolico e non solo, che Maria dovesse essere venerata, invocata, chiamata ‘Madre di Dio’, ‘Regina del cielo’, ‘Regina degli angeli’, non avrebbe in talune occasioni parlato così: Luca 11:27-28; Matt. 12:46-50; Luca 8:19-21; Marco 3:31-35; Giov. 2:3-4.
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