‘Jerusalem Post’: “Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati…”.
Prendendo spunto da un articolo, del 23 luglio 2021, dal titolo “Malati gravi in ospedale, più della metà sono vaccinati. Allarme da Israele”, pubblicato su iltempo.it, e che ha origine da un articolo pubblicato sul ‘Jerusalem Post’, ho deciso di redigere questo articolo.
Nell’articolo, in oggetto, del ‘Jerusalem Post’ si leggeva: “Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati. Inoltre, secondo i ricercatori dell’Università ebraica di Gerusalemme, circa il 90% dei nuovi contagi sopra i 50 anni sono vaccinati con due dosi”.
Questi dati riportati dal ‘Jerusalem Post’ confermano se non altro il fatto che gli odierni vaccini anti covid-19 non hanno quella efficacia tale non solo per impedire i contagi (e la conseguente contagiosità) nei vaccinati (anche con doppia dose): “…circa il 90% dei nuovi contagi sopra i 50 anni sono vaccinati con due dosi…”, ma soprattutto che in molti casi non evita (ai vaccinati anche con doppia dose) le gravi complicanze tali da poter richiedere un ricovero ospedaliero: “Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati…”.
Altra e più delicata cosa sono le percentuali, nel summenzionato articolo, dichiarate, in quanto nel valutarle non si dovrà mancare di porre in essere una meticolosa analisi di tipo matematico e statistico incrociando ulteriori dati nell’articolo non rilevati o, comunque, non rilevabili.
In Israele circa l’85% della popolazione adulta è vaccinata e, dunque, solo il 15% circa non lo è.
Analizziamo, dunque -per motivi di tempo, solo in forma semplicistica e, dunque, non in maniera perfettamente meticolosa-, le percentuali in oggetto da un punto di vista meramente generico:
partendo dalla su esposta percentuale dell’85% (circa) di popolazione adulta vaccinata in Israele e dell’ivi 15% (circa) non vaccinata possiamo affermare statisticamente (ovviamente, e come predetto, in forma generica) che su un campione di 1000 adulti 850 sono vaccinati (con una o due dosi) e 150 non sono vaccinati.
Supponiamo di dover analizzare la casistica di 100 pazienti contagiati dal covid-19 e che abbiano avuto gravi complicanze (tali da poter richiedere un ricovero ospedaliero), secondo le summenzionate percentuali (“Al momento circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni sono stati vaccinati…”), dunque, tra i 100 contagiati n. 60 saranno vaccinati e n. 40 saranno non vaccinati, dato questo che andrebbe incrociato con l’ulteriore dato relativo al fatto che i vaccinati (con una o due dosi) sono 850 (sul nostro campione di 1000) e i non vaccinati sono 150 (sempre sul nostro campione di 1000), per cui la percentuale da rilevare è del 7,06% (circa) di vaccinati contagiati -con gravi complicazioni- e del 26,67% (circa) di non vaccinati contagiati -con gravi complicazioni-.
Ciò significa, in tutta evidenza, che anche i vaccinati, seppur abbiano ricevuto la ‘doppia’ dose, possono:
-in misura, certamente, solo di poco inferiore (ai non vaccinati), contrarre l’infezione Sars-CoV-2 (si pensi che, al contrario del dato qui analizzato -60% vaccinati e 40% non vaccinati- dei contagiati con gravi complicazioni, i pazienti contagiati, senza rilevarne percentualmente le eventuali gravi complicazioni -90% vaccinati e 10% non vaccinati, su un campione di ultracinquantenni- sarebbero: “…circa il 90% dei nuovi contagi sopra i 50 anni sono vaccinati con due dosi…”);
-in misura, certamente, molto inferiore (ai non vaccinati), una volta contratto il Sars-CoV-2, avere anche gravi complicanze tali da poter richiedere un ricovero ospedaliero.
Per questi motivi è necessario che anche i vaccinati -seppur abbiano ricevuto la ‘doppia’ dose- continuino a osservare il distanziamento fisico, a indossare le mascherine, e a lavare frequentemente le mani, tanto più a fronte del fatto che, in circolazione, vi è, tra le tante, la variante delta verso cui gli odierni vaccini paiono essere molto meno efficaci.
I risultati dell’analisi qui esposta, per quanto generici e riguardanti solo la casistica del popolo israeliano, mettono fortemente in discussione anche la sola relativa utilità dell’“obbligatorietà” di un green pass, il quale ai fatti, nei riguardi dell’incremento dei contagi, potrebbe finanche essere controproducente (ove i vaccinati, per ‘troppa sicurezza’, assumessero, come pare che già avvenga, ‘comportamenti’ poco prudenti…), oltre a essere molto discriminante verso i non vaccinati.
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*N.B. Per altri articoli, di Stefano Ligorio, sul tema Covid-19, Vaccinazione anti Covid-19, e Green Pass, clicca qui.
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N.B. Stefano Ligorio, in ambito di tematiche mediche, è anche autore di un libro dal titolo: ‘La Strana Malattia: Come prevenire, diagnosticare, e curare, l’ansia (ansia sociale, ansia generalizzata e ansia somatizzata) e la depressione (depressione maggiore e depressione cronica -distimia)’, ma anche di: ‘Il Cancro -Vademecum- (Guida Pratica alla Prevenzione e alla Cura del Tumore Maligno)’.
N.B. Stefano Ligorio è anche autore di un libro dal titolo: ‘IL RISARCIMENTO NEL PROCESSO CIVILE -errori da evitare, e rimedi esperibili– (Guida Pratica alla luce del Codice Civile, del Codice di Procedura Civile, e della Giurisprudenza in materia)’.
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