(Medicina in breve) – Attenzione all’uso prolungato degli inibitori di pompa protonica.

L’uso cronico degli inibitori di pompa protonica.

Attenzione all'uso prolungato degli inibitori di pompa protonica. Stefano Ligorio
Attenzione all’uso prolungato degli inibitori di pompa protonica.

Gli inibitori di pompa protonica (PPI), comunemente definiti ‘gastroprotettori’, sono tra i farmaci più prescritti in assoluto, tuttavia, in relazione alla patologia da trattare, dovrebbero essere assunti (al contrario di quanto avviene) al dosaggio minimo possibile e solo per un periodo di tempo ridotto, evitando, in ogni caso, l’assunzione prolungata in assenza di una precisa indicazione medica.

Questi farmaci (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo…) bloccano (ovvero riducono) la produzione di acido da parte dello stomaco e, per questo motivo, sono utilizzati -perché molto efficaci- per trattare gastriti e/o ulcere (associati o meno a Helicobacter Pylori), reflusso gastroesofageo…, e nella prevenzione del danno da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

Gli inibitori di pompa protonica vanno assunti, dunque, solo se necessario; ove occorra una terapia prolungata, andranno, invece, previste delle periodiche e precise rivalutazioni in tal senso, ponendo in essere una somministrazione a un dosaggio quanto più possibile modesto.

Difatti, l’assunzione prolungata di questi farmaci può comportare numerosi (finanche subdoli) effetti collaterali come alterazioni dellassorbimento di vitamine e micronutrienti -ferro, vitamina B12, magnesio…-; aumentato rischio di infezioni gastro-intestinali (generalmente legate alla marcata riduzione dell’effetto protettivo antibatterico conseguente alla cronica soppressione dell’acidità gastrica); aumentato rischio di fratture…, oltre a poter innescare -frequentemente- un circolo vizioso, difatti alla loro sospensione, dopo un uso prolungato (anche solo di qualche mese), può comparire -per risposta indotta dall’azione, in tal senso, bloccante dei PPI- una ipersecrezione da ‘rimbalzo’ di acido gastrico con la comparsa di sintomi caratteristici e che possono indurre a riprendere l’assunzione degli stessi

Per cui nella circostanza della sospensione dell’assunzione degli inibitori di pompa protonica, ove si siano assunti per oltre 3 mesi, consiglio di praticare, la stessa, con gradualità e di assumere, al bisogno, in occasione di sintomi gastrici da ‘rimbalzo’, un comune antiacido -non PPI- (ad es. Gaviscon).

Particolare importanza dovrebbe essere data, in ogni caso, all’eliminazione degli alimenti, o sostanze, in grado di iperstimolare la secrezione di acido gastrico, dovendo, altresì, sempre, attentamente, valutare anche l’eventuale presenza di patologie come ansia e/o depressione potendo, queste, rappresentare ‘causa’ o ‘con causa’ di simili disturbi.

In conclusione, si può affermare che una buona parte delle persone che assume, cronicamente, inibitori di pompa protonica, molto probabilmente, potrebbe farne -con le opportune predette cautele in fase di sospensione- del tutto a meno.

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N.B. Stefano Ligorio, in ambito di tematiche mediche, è anche autore di un libro dal titolo: ‘La Strana Malattia: Come prevenire, diagnosticare, e curare, l’ansia (ansia sociale, ansia generalizzata e ansia somatizzata) e la depressione (depressione maggiore e depressione cronica -distimia)’, ma anche di: ‘Il Cancro -Vademecum- (Guida Pratica alla Prevenzione e alla Cura del Tumore Maligno)’.

Stefano Ligorio