Medicina – La sedazione terminale nel paziente oncologico…

La sedazione terminale.

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La sedazione terminale nel paziente oncologico…

Il paziente oncologico terminale dev’essere accompagnato al fine vita con estrema premura, diligenza, e affetto, dovendosi, in linea generale, trovare più opportuno (a meno che non sia diversamente e altrimenti necessario), che lo stesso venga assistito al proprio domicilio anche in questa eventuale fase, a patto che chi lo assiste abbia imparato, diligentemente, il da farsi, e che sia sempre guidato dal medico palliativista e dal suo assistente infermiere.

Chi assiste il proprio caro, in questo dignitoso e inevitabile percorso, dev’essere pienamente consapevole che ha precisi e gravosi doveri di diligenza, e che, a questo stato, buona parte, se non quasi tutto, dipenderà dalla propria operata prudenza e scrupolosità.

‘Tutti noi nasciamo per un fato incerto ed incomprensibile,

e tutti noi, di certo, e comprensibilmente,

anche moriremo,

e la vita stessa,

lungi dall’essere del tutta priva di un senso, deve,

nell’incanto della conoscenza,

insegnarci ciò che pur a noi tutti avverrà’.

Accompagnare un proprio caro, con dignità e onore, alla propria e inevitabile morte è una di quelle cose che rende ‘un senso alla vita’.

Chi scrive ritiene anche, essendo libero da condizionamenti religiosi e/o politici di sorta, che il ‘fine vita’ debba precisamente essere affrontato con un criterio e una valutazione molto particolari.

Si tenga presente che, in tale evenienza, il paziente oncologico è certamente arrivato in uno stadio della malattia tale che la morte stessa, può assumere, talvolta, una forma e un significato tale da essere e rappresentare, per il medesimo, una mera ‘liberazione…’.

Quando la tenacia della sofferenza, e del dolore, diviene invincibile e costantemente incontrollabile, amore, dovere, e diligenza non possono che far doverosamente richiamo alla sedazione terminale, unico e ultimo rimedio a cotanta circostanza.

Non si tratta di eutanasia; non si tratta di spegnere la vita, si tratta, invece, di spegnere la sofferenza e il dolore, evidentemente, altrimenti, divenuti invincibili.

Difatti, nella sedazione terminale, la morte, pur sempre, arriverà da sé. La sofferenza e il dolore, quando sono incontrollabili e invincibili, costantemente e pesantemente presenti, a fronte di una morte comunque inviolabile e imminente, ‘rendono inaccettabile la vita e tenera la morte’.

Non si osi filosofeggiare le proprie limitatezze su cotanta e infinita complessità, la quale merita, innanzitutto piena immedesimazione, nonché verità, onestà, e intelligenza.

Lungi, in chi scrive, credere alla eutanasia così come, in genere, viene filosofeggiata e comunemente rappresentata, e lungi ancor più nel credere alla necessità che si possa o si debba legiferare in materia (in quanto, in tal caso, non mancherebbero gli abusi di ogni genere), qui si vuol porre solo l’accento, su come diversamente dalle circostanze delle svariate malattie croniche, nelle quali sofferenza e dolore pur non mancano minimamente, in cui, tuttavia, -attenzione- la morte non è comunque imminente, nella fattispecie, al contrario, l’elemento principe è proprio l’imminenza della morte, per cui, come già spesso accade ‘nei vicoli della quotidianità oncologica’ (senza la necessità che vi sia alcuna legge in materia), a fronte di una morte imminente, non ha più senso l’accanimento terapeutico (il quale in talune circostanze potrebbe, o dovrebbe -lo si precisa ancora, in talune circostanze-, rappresentare atto crudele di chi -per limiti propri-, indiscriminatamente, lo mette in opera) ma, al contrario, si dovrebbe accompagnare il paziente a una morte -comunque imminente- quanto più possibile ‘serena’, anche e soprattutto con l’ausilio della sedazione terminale.

La sedazione terminale, dunque, nel paziente oncologico terminale, di fronte alla sua morte imminente, rappresenta e deve rappresentare, in taluni specifici casi, il necessario percorso affettivo, premuroso, e diligente.

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N.B. Stefano Ligorio, in ambito di tematiche mediche, è anche autore di un libro dal titolo: ‘La Strana Malattia: Come prevenire, diagnosticare, e curare, l’ansia (ansia sociale, ansia generalizzata e ansia somatizzata) e la depressione (depressione maggiore e depressione cronica -distimia)’, ma anche di: ‘Il Cancro -Vademecum- (Guida Pratica alla Prevenzione e alla Cura del Tumore Maligno)’.

Stefano Ligorio

8 pensieri riguardo “Medicina – La sedazione terminale nel paziente oncologico…

  1. La sedazione terminale è una liberazione per chi sta soffrendo in un modo ineluttabile ed è assolutamente tanto una fatale necessità quanto straziante…e lo so perchè LO SO.

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